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    TerraNova

    I fratelli di Serapione (tomo 1) di E.T.A. Hoffmann

    • di Massimo Citi
    • Novembre 28, 2022 a 6:15 pm

    È il momento di recensire un megavolume edito da Orma – I fratelli di Serapione –, letto con una certa fatica – soprattutto in posizione orizzontale – scritto con un carattere 10 o 11 (e le note in corpo 8) e che costituisce il volume quinto della la collana “Hoffmanniana”, dedicata ad uno dei miei miti personali: Ernest Theodor Amadeus Hoffmann.

    Il volume – primo tomo del volume completo – raccoglie la prima parte dei testi nati con «I fratelli di Serapione», un modo di procedere che ha illustri precedenti – basti pensare ai Canterbury Tales di Geoffrey Chaucer o al Decameron di Giovanni Boccaccio – ovvero una serie di vicende narrate da un gruppo di amici: i Fratelli di Serapione.

    Tra queste appaiono alcune delle più note novelle di Hoffmann, «Il consigliere Krespel», «Schiaccianoci e il re dei topi», «Gli automi», «Una storia di fantasmi», «Il bambino misterioso».

    Ma, oltre alle novelle maggiori, la sorpresa che il volume riserva è nelle piccole storie che vi appaiono, vicende che sono sicuramente “minori” ma che hanno il grande pregio di regalarci il punto di vista di Hoffmann sulla realtà del suo tempo. Su Napoleone e sulla guerra in atto, sulla musica e sui musicisti dell’epoca, sull’arte, la pittura e gli artisti, sul romanticismo – del quale Hoffmann fu uno dei maggiori rappresentanti – e sulla scienza dell’epoca: dal mesmerismo, fenomeno di gran moda all’inizio del XIX secolo, alla neonata psicologia fino alla pedagogia – pochi scrittori sono così nettamente e radicalmente dalla parte dei bambini.

    Altrettanto godibili gli intervalli tra una storia e l’altra narrati dagli amici, i “Fratelli di Serapione”, Lothar, Ottmar, Cyprian e Theodor, in alcune occasioni anch’essi divenuti protagonisti di qualche novella raccontata davanti al fuoco.

    Il volume si segnala anche per l’accuratissima traduzione e revisione dei testi, con un livello di precisione e di attenzione che giunge in qualche occasione a spiegare talune scelte lessicali, grammaticali o fonetiche di Hoffmann – fascino che temo sarà inesistente per chi non conosce o non ama la lingua di Goethe – e per le immagini raccolte al centro del testo, tutte in qualche modo legate ai testi presentati.

    A colpire in modo particolare, tuttavia, è il piacere di Hoffmann nel renderci complici della sua sottile cattiveria, del suo gusto per il rovesciamento di senso e per lo sberleffo della pubblica morale, per il piacere di narrare da un punto di vista strettamente personale, mettendo in scena mondi ulteriori, tanto assurdi da poter rientrare di diritto in qualsiasi elenco psichiatrico, e di muovere al sorriso anche raccontando di spaventevoli tragedie e di orripilanti peccati.

    Davvero curioso, comunque, il modo nel quale Hoffmann presenta la passione amorosa, raccontata come un’affezione al limite della malattia mentale, qualcosa che paralizza, che rende ciechi e folli, che impedisce di comprendere realmente che cosa sta avvenendo e perché. Un amore “romantico”, si direbbe, se non fosse che lo stesso autore ha modi lievemente ironici nel raccontare la follia d’amore, dandone una raffigurazione in qualche modo oggettiva, pur senza mai diventare sarcastica e mostrando partecipazione e un pudico affetto per i suoi personaggi.

    Ultimo particolare per il quale è doverosa una precisazione: l’apparato di commento e di note risulta davvero impressionante. Così lo descrive Matteo Galli, il curatore, nella sua introduzione:

    Nel gennaio del 2016 […] inviai a una settantina di accademici una mail in cui chiedevo la disponibilità a tradurre e curare uno al massimo due dei racconti che compongono I fratelli di Serapione. […] Ricevetti una valanga di risposte. Colleghe e colleghi – professori ordinari, associati, in pensione, ricercatori, assegnisti, contrattisti, dottorandi: un bel pezzo della germanistica italiana, dunque – si dichiararono con entusiasmo e generosità disposti a collaborare al progetto.

    E di questo entusiasmo vive il testo, nel gran numero e impressionante ricchezza delle note al testo e nelle lunghe note di apertura che presentano il testo e la traduzione. Unica osservazione finale, con un consiglio: leggete separatamente il testo e le note al testo: si tratta letteralmente di due testi che procedono paralleli e leggere le note prima o dopo la novella non vi renderà impazienti o esasperati e non vi capiterà di saltarle bellamente come è capitato a me…

    E.T.A. Hoffmann, I fratelli di Serapione. Racconti e Fiabe – tomo I, L’Orma 2020, pp. 552, € 35,00, a cura di Matteo Galli

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    Tag: istantaneenarrativa tedescagoticoRecensioniE.T.A. Hoffmann

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