La riva del silenzio di Paul Yoon, romanzo del 2013, è stato pubblicato in Italia da Bollati Boringhieri nel 2014, con la traduzione di Manuela Faimali.
Questa volta parto proprio dall’inizio del libro, cioè dalla copertina, che ritengo bella e fortemente evocativa, ovvero il motivo fondamentale per il quale acquistai questo libro nel 2015.
E la copertina fornisce un’ottimo percorso per attraversare il romanzo, la vicenda di un orfano, prigioniero nordocoreano nel conflitto di Corea, inviato dagli americani in Brasile a tentare di rifarsi una vita. In Brasile il giovane, Yohan, trova alloggio in una cittadina di mare e viene ospitato da Kiyoshi, un sarto giapponese, come lui un ex-prigioniero di guerra e come lui un uomo solo, che ha dovuto affrontare una città, un luogo e una lingua sconosciuti.
Yohan, all’inizio sperduto e incapace di ambientarsi, finisce per creare un rapporto particolare con il taciturno sarto, che diviene suo padre putativo e gli insegna il mestiere, la lingua e i modi del luogo. Poco alla volta il giovane Yohan finisce per divenire un membro della comunità e l’aiutante del sarto, provando solo raramente nostalgia per il luogo dal quale proviene, dove ha perduto molto presto la madre, ha avuto un buon rapporto con il padre, morto poco prima dell’inizio della guerra, e dove, durante la prigionia, ha assistito al suicidio del suo amico Peng. Conosce anche Santi e Bia, un ragazzo e una ragazza senza famiglia, ladruncoli che vivono di espedienti, con i quali si crea un rapporto discontinuo ma molto più intenso di quanto avrebbe ritenuto possibile.
L’anziano Kiyoshi un giorno «non si svegliò più» e Yohan lo sostituisce, divenendo a sua volta il sarto della comunità. Col trascorrere del tempo viene a conoscere alcuni particolari della vita di Kiyoshi, ufficiale medico disertore dell’esercito nipponico, uomo gentile e senza fretta: «non aveva fretta, come avesse già visto tutti i luoghi possibili». Intanto i ricordi della vita in Corea del Nord lo accompagnano, talvolta dolorosi, in altri casi semplicemente intensi ma che vengono a rassicurarlo sulla sua attuale vita, sui suoi lunghi momenti di solitudine e sul lento, trasognato vivere sul confine del mare.
Non è particolarmente importante raccontare come termina La riva del silenzio, diciamo che il finale è perfettamente adeguato alla vicenda e alla personalità di Yohan, un personaggio che si finisce per amare come un fratello perduto o come un personaggio della letteratura che non è facile dimenticare. Leggere questo romanzo può ricordare che ogni grande momento della storia è fatto delle piccole, modeste ma insieme misteriose e complesse esistenze di tutti coloro che vi hanno partecipato. Un libro profondamente pacifista e intensamente zen, un piccolo gioiello da non perdere.
Paul Yoon, La riva del silenzio, Bollati Boringhieri, 2014, pp. 159, € 15,50, trad. M. Faimali
Paul Yoon, La riva del silenzio, Bollati Boringhieri, 2015, pp. 162, € 9,50, trad. M. Faimali
Idem ed. in e.book, € 6,99
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