L’arte di collezionare mosche di Frederick Sjöberg, «Scrittore, entomologo, collezionista e giornalista cultuale», come riportato nell’aletta del terzo di copertina, è un curioso saggio biografico/autobiografico pubblicato in lingua originale nel 2004 e tradotto dallo svedese da Iperborea nel 2015.
Qual’è l’anima prevalente tra quelle indicate per Frederick Sjöberg? Difficile dare una risposta precisa, dal momento il nostro scivola costantemente dalla propria storia personale a quella di altri entomologi e naturalisti, raccontandone frammenti di vita, passioni, abitudini singolari e manie personali. E il primo di tali “scivolamenti” avviene quando il nostro entomologo decide di acquistare una Mega Malaise Trap, ovvero una gigantesca trappola per insetti, nel suo caso di mosche sirfidi, una famiglia di ditteri che si nutrono esclusivamente di nettare e polline con livree che ricordano quelle di api, vespe, bombi e altri imenotteri pericolosi. In sostanza le sirfidi indossano costantemente una maschera orripilante per riuscire a pascolare pacificamente e senza volere o poter fare del male a nessuno. In natura paiono esisterne 6.000 specie e nel corso dello spassoso volumetto Sjöberg ne presenta un certo numero, narrandoci anche la difficoltà di riconoscerle e distinguerle, oltre alla gioia – che stranamente risulta condivisibile anche per il lettore – di trovare una specie che teoricamente non dovrebbe esistere tra le isole svedesi. Ma, come dicevo, il co-protagonista del libro è René Malaise, il principale entomologo, collezionista ed esploratore svedese, vissuto tra il 1892 e 1978 e membro della spedizione biennale (1920 – 1922) nella penisola della Kamchatka, una superficie appena inferiore a quella dell’Italia, perduta all’estremo nordest della Siberia e con una popolazione totale di 322.000 abitanti. Ma Malaise compì anche altre spedizioni a Rangoon, a Kamakura e nel nord di Burma e tra il 1953 e il 1958 divenne coordinatore della sezione entomologica del Museo svedese di Storia Naturale. In quegli anni pubblicò un saggio di argomento geologico dal titolo Atlantide, una realtà geologica che riprendeva le teorie di Nils Ohdner, scienziato contrario alla deriva dei continenti di Wegener. Ovviamente il saggio di Malaise divenne la barzelletta dei geologi che si vedevano attaccati da un collezionista di insetti…
Il racconto della testardaggine superba di Malaise, arrivato a pubblicare a proprie spese il saggio “geologico” in inglese, finisce per essere così il contraltare alle disavventure di Sjöberg alla faticosa ricerca di sirfidi su un’isola svedese. Un saggio curioso, a tratti schiettamente comico e che inevitabilmente ricorda la passione di Stephen Jay Gould per i grossi errori di alcuni importanti scienziati, concludendone che tali errori sono spesso stati preziosi per il progredire della scienza. Un libro gradevole e in qualche modo prezioso, dal momento che rende comprensibili e in qualche caso persino gradevoli gli insetti, un genere di creatura che molti – a cominciare da mia figlia – temono, detestano o fuggono.
Fredrik Sjöberg, L’arte di collezionare mosche, Iperborea 2015, pp. 220, € 16,00, trad. e postfazione di Fulvio Ferrari
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