‘Ala Al-Aswani
Palazzo Yacoubian
Feltrinelli
€ 16,00
trad. di B. Longhi
Questo primo romanzo di al-Aswani, nato nel 1957 al Cairo, dentista e giornalista, ha suscitato notevole scandalo raggiungendo un immediato successo, tanto che ne è stato tratto un film. Ambientato all’inizio degli anni novanta, quando gli USA si preparavano a invadere l’Iraq per punire Saddam dell’aggressione al Kuwait e l’Egitto si era schierato con l’Occidente, intreccia le vicende di molti personaggi rappresentativi di ogni classe sociale. Li lega il palazzo del titolo, testimone dei tempi in cui il Cairo era una città cosmopolita e dove vivono secondo una gerarchia che va dai lussuosi appartamenti dei piani bassi agli stanzini sul tetto affollati di famiglie miserabili. C’è il giovane figlio del portiere frustrato nelle sue ambizioni, discriminato, umiliato e torturato, che finisce terrorista nelle file dei Fratelli Musulmani, la bella ragazza costretta dalla povertà a accettare squallidi compromessi, l’omosessuale ricco e raffinato che cerca disperatamente l’amore, il vecchio dandy aristocratico e galante vessato da una sorella orrida, l’intrallazzatore di basso livello e privo di scrupoli, il ricchissimo imprenditore spietato e ipocrita e la seconda moglie crudelmente sacrificata, il contadino inurbato che paga caramente le sue debolezze. C’è la religione opprimente, la polizia violenta, la politica corrotta, il totale disprezzo per la legge e l’individuo. Alcune vicende sono davvero un pugno nello stomaco, lasciano pieni di malessere e immagino quale possa essere stato l’impatto sul lettore egiziano. Il bizzarro matrimonio finale, unendo il superstite di un passato forse migliore del presente alla donna finalmente liberata dall’amore, assume un forte valore simbolico. Al-Aswani non è un narratore raffinato, ma certo è efficace e pieno di un coraggio che si rivela anche nella maniera piuttosto approssimativa di affrontare certe psicologie, prima fra tutte quella dell’omosessuale, ma anche di toccare argomenti scabrosi come il sesso, il consumo di alcol e hashish, le umiliazioni cui sono sottoposte le donne. Nonostante la struttura piuttosto semplice, la fretta e una certa ingenuità nel costruire destini esemplari, il romanzo emana una forza che lo rende necessario e intensamente vero dipingendo un quadro della società egiziana che può sorprendere, merita senz’altro di essere letto, e spinge a riflessioni non banali.