Coyote Rising di Allen Steele è stato l’Urania n. 1634 di settembre 2016. Si tratta del secondo volume di Coyote, trilogia comprendente Coyote [qui potrete trovarne la recensione firmata da Arne Saknussem], Coyote Rising e Coyote Frontier. Romanzo collettivo, dove gli abitanti di Coyote, pianeta da poco colonizzato dalla stirpe degli homo sapiens e letteralmente unica risorsa per una Terra sovraffollata e inquinata e dominata da una sorta di comunismo dettato dalla necessità, dovrannno giungere a battersi con l’Unione Astronautica – che ha l’esclusivo possesso delle risorse di Coyote – per guadagnare la propria indipendenza.
Animato e vivace, Coyote Rising ci racconta la storia di una rivoluzione nata gradualmente, della matriarca Hernandez e della sua malefica truppa, dei savant, macchine postumane che alloggiano una mente umana in un involucro artificiale, di un pianeta colonizzato solo per il 5% mentre il 95% è tuttora sconosciuto e disabitato.
Uno dei problemi principali di Coyote è quello di essere l’obiettivo o la sola speranza di tutti coloro che hanno a vario titolo fallito sulla Terra, i losers, i sostenitori di qualche causa sociale, politica o religiosa che non ha trovato adepti sul pianeta madre – sul modello di Zoltan Shirow e della sua «Chiesa della trasformazione universale» – e gli Outlaw di ogni genere e tipo. L’insieme crea un genere di ambiente che non può non richiamare immediatamente alla mente l’epopea del western americano, sia per i personaggi come Carlos o Maria Montero, leader della rivolta, o come Clark Thompson, sindaco di Thompson’s Ferry che (involontariamente) determina lo scontro che dà il via alla rivoluzione, o come Manuel Castro, il Savant numero due dell’Unione astronautica, dannatamente simile a certi ambigui pistoleri in abito rigorosamente nero, ai quali – in genere – non è facile attribuire un ruolo positivo o negativo.
Curioso come il romanzo, nato da una serie di racconti pubblicati separamente, riesca comunque a costruire una vicenda coerente e a creare un frammento di storia possibile di un prossimo futuro. Ovviamente è inevitabile respirare l’aria di un’epica tutta americana, perfettamente esemplificata dall’ultima frase del romanzo, tratta da The Star-Spangled Banner, inno nazionale statunitense. In ogni caso un romanzo che si lascia leggere gradevolmente, nel quale Allen Steele si diverte a colpire talune abitudini e fissazioni tipicamente americani, anche se non lascia molto dietro di sè. Ma va bene così, comunque.
Allen Steele, Coyote rising, Mondadori Urania 1634, € 2016, (ed. or. 2004), pp. 301, € 6,50, trad. Giulia Failla
Idem e-book form. Kindle, € 3,99
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