Una breve presentazione per un libro del 1996 di George R.R.Martin, pubblicato per la prima volta nel 2015 nei Millemondi di Urania. Si tratta de Il viaggio di Tuf (Tuf Voyaging), una raccolta di sette racconti che si svolgono in un universo sul modello di Star Trek e animato dal personaggio di Haviland Tuf, ex-mercante con una passione smodata per i gatti, divenuto unico padrone di una colossale astronave, l’Arca, «Nave inseminante per la guerra biologica appartenente al corpo genieri ecologici» a suo tempo di proprietà dello scomparso Impero Federato.
Tuf è un individuo alto, molto alto, dotato di un’epa considerevole e capace di una calma assoluta e disumana. Si esprime con estrema proprietà, è un uomo maledettamente intelligente che tuttavia non tollera l’eccessiva vicinanza con i suoi simili. Inutile dire che mi ha ricordato – al limite dell’inconscio plagio – il personaggio di Nero Wolfe e mi sono gustato i suoi modi lunari anche in condizioni di (sua) assoluta emergenza. Tipico dello stile di Martin il numero di morti, feriti, distrutti, rovinati, perduti, eccetera enumerati nel testo. Particolarmente divertente il racconto che apre la raccolta e che sancirà il passaggio di Haviland Tuf da mercante a «geniere ecologico», una sorta di Dieci piccoli indiani messo in scena in un’astronave lunga 30 chilometri…
Ma ognuno dei racconti, in ogni caso, permette all’autore di esprimere il suo parere su alcuni temi di rilievo come il sovraffollamento o l’incuria per l’ambiente, senza trascurare temi solo in apparenza secondari come i duelli tra animali.
Un’antologia che, dopo un inizio fulminante, finisce per accumulare qualche segno di stanchezza ma che rimane comunque una lettura degna del tempo che gli si vuole dedicare.
George R.R.Martin, I viaggi di Tuf, Urania Millemondi Mondadori 2015, pp.397, € 7,90, trad. Sergio Altieri e G.L.Staffilano
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