Dell’autrice Rieko Matsuura presentiamo qui il romanzo L’Alluce P e il trio di racconti Corpi di Donna, entrambi pubblicati da Marsilio, rispettivamente nel 1998 e nel 1996. Si tratta di volumi purtroppo esauriti ma tuttora disponibili come usato.
Ne L’Alluce P la vicenda è quella che Kazumi, una ragazza normalissima, racconta a M. (probabilmente l’autrice, Matsuura). Kazumi è un’impiegata, destinata al matrimonio con Masao, con il quale è fidanzata da tempo, non ha grilli per la testa né vanta qualche bizzarra abitudine sessuale. Il sesso con il fidanzato è piano e del tutto comune, e anche se per lei non del tutto soddisfacente, non costituisce un problema tale da mettere in forse il loro futuro comune. Questo, almeno, finché l’alluce del piede destro di Kazumi non si trasforma in pene. Da quel momento la sua vita sarà destinata a mutare radicalmente. Rotti i rapporti con Masao, che non riesce a tollerare la novità, Kazumi si trova a dover ridefinire per intero la propria vita, a fare finalmente i conti con il sesso e con le peculiarità di ognuno nel concepirlo e praticarlo.
Definire L’Alluce P un romanzo metaforico è, naturalmente, un’ovvietà, ma la metafora non è quella che balza per prima alla mente. Infatti Kazumi non va acquisendo – ipotesi deprecabile o desiderabile, dipende dai punti di vista – caratteri virili o nuove caratteristiche androgine, ma resta se stessa per l’intera durata del romanzo. Non solo non riesce mai a sentire l’alluce P come realmente proprio, ma per l’intero romanzo è costretta a fare i conti con la percezione alterata che gli altri hanno di lei. Ed è il “paesaggio umano” che assume via via sostanza a costituire l’aspetto più sorprendente del testo. Kazumi, oggetto della curiosità delle donne e del sospetto dei maschi, trova infine la sua migliore dimensione umana all’interno di un gruppo di freaks, uomini e donne che presentano deformazioni, tare e peculiarità sessuali e che ne fanno spettacolo per un pubblico sceltissimo e ultrafacoltoso.
Nel contrasto tra l’apparenza ipersessuata e talvolta francamente grottesca dei componenti del gruppo – il Flower Show – e la loro realtà umana, conflittuale e sensibile, si gioca gran parte del senso del romanzo.
L’Alluce P è, tra i tanti romanzi giapponesi che mi sono passati per le mani, probabilmente uno dei meno accettabili per il lettore occidentale. L’uso contemporaneo di tre registri – il grottesco, lo humour nero e il sentimento – non è sempre perfettamente calibrato ed ha comunque effetti catastrofici per il lettore animato da ottime – ancorché elementari – intenzioni. Matsuura si fa allegramente beffe di qualsiasi correttezza politica, lavora nell’area crepuscolare dove i sessi si confondono e i ruoli si disgregano, si impegna a raccontare di uomini e donne incerti, delusi, amareggiati, che devono ridefinire, brancolando nel buio, il proprio desiderio.
Il romanzo ha avuto in Giappone un buon successo (centinaia di migliaia di copie vendute) probabilmente dovuto proprio all’inedito miscuglio di innocenza e (apparente) abiezione. Ma non prendete troppo alla lettera l’antinomia: L’Alluce P non racconta con toni patetici e accorati la triste storia di anime belle condannate all’infelicità da corpi ingrati, narra semplicemente (e con una discreta dose di humour) le difficoltà di un gruppo di persone condannate (o forse liberate?) da un corpo ambiguo.
Qualche tempo prima era stato pubblicato Corpi di Donna di Matsuura Rieko.
Sono tre racconti organizzati in maniera non lineare da un punto di vista cronologico e narrati in prima persona da Yoko, ventenne disegnatrice di fumetti erotico-horror (manga), gay e masochista. Si tratta di racconti di tema esplicitamente erotico nei quali Yoko racconta i suoi non facili rapporti con amiche e amanti. E l’aspetto più interessante della sua narrazione è la frattura incolmabile che ogni volta Yoko constata tra la comunione dei corpi, la disponibilità a rapporti sessuali bizzarri e non convenzionali e la comprensione reciproca, la fiducia, l’affetto inteso come piena disponibilità. In questo senso il secondo racconto Vacanze Febbrili, cronaca di un Week-end destinato alla seduzione di un’amica etero e terminato davanti a un frigorifero aperto in piena notte è l’ideale contrappasso all’erotismo cerebrale degli altri due racconti.
Mi piace molto la leggerezza di Matsuura Rieko, la disinvoltura un po’ affannata con la quale passa dalla descrizione di una sessione sado-masochista alle recriminazioni per un amore mai divenuto maturo. Come in molte altre autrici giapponesi al centro della scena c’è la nuova generazione di donne, libere, anticonvenzionali, accomunate – al di là dei gusti sessuali – dall’insofferenza per i maschi, dipinti come troppo tradizionali, rozzi, egoisti, infantili, scioccamente esibizionisti.
Matsuura Reiko, L’Alluce P (orig. : Oyayubi P no shugyo jidai / L’apprendistato dell’alluce P)
Farfalle, Marsilio,1998, pp. 500, traduzione dal giapponese di Annalisa Zanoni ,
Matsuura Reiko, Corpi di donna, (orig. : Nachuraru uman/ Natural woman)
Farfalle Marsilio, 1996, pp. 184, traduzione dal giapponese di Alessandro Giovanni Gerevini ,
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