Il fiume degli dei di Ian McDonald è stato il primo della nuova collana Urania Jumbo, 507 pagine + sette di glossario, edizione originale 2004. Il romanzo è ambientato nell’India del 2047, un paese spezzato in una serie di staterelli, afflitto da un incoercibile fondamentalismo religioso indù, da gravi problemi climatici – i monsoni sono perennemente in ritardo e la terra si asciuga e si impoverisce – da una guerra a bassa intensità tra i vari nuovi stati indiani dovuta alla crescente siccità, da un traffico di unità di AI (Intelligenza Artificiale) di dimensioni inquietanti e da una tradizione religiosa e civile intrinsecamente contradditoria e innestata da elementi che poco hanno a che vedere con essa, come una sit-com che dura ininterrotta ormai da anni.
Un quadro molto ampio, ricco, generoso, nel quale si muovono numerosi personaggi a costruire un romanzo ricco di riflessi, sfaccettature e passione, estremamente ambizioso, complesso e probabilmente fin troppo prolisso. Personalmente ho avuto la netta sensazione che fino intorno a pagina 150 non succedesse nulla di particolarmente rilevante e che unico compito del lettore fosse quello di sforzarsi di ricordare chi diavolo fossero Vishram, Lisa, Tal, Naija, Shaheen Badoor Khan, Lull e tutti gli altri, correndo tra il testo e il glossario (talvolta inutilmente) e chiedendosi se era poi proprio necessario inserire tutti questi personaggi… Ma no, non ho serbato rancore al buon McDonald, anche perché mi rendo conto che un romanzo corale di queste dimensioni e con un complesso di temi tanto vasto richiedeva senz’altro un simile parco di personaggi.
Con tutto ciò debbo però ammettere che, pur apprezzando l’intento e l’esito del romanzo, non sono mai riuscito a entrare in sintonia e anche le pagine finali (alle quali sono giunto estenuato), non mi hanno conquistato come sarebbe stato appena appena normale. In sostanza ogni tessera del romanzo è andata al suo posto, ma ho assistito alla sistemazione del mosaico senza emozione, senza riuscire davvero a partecipare. Diciamo che ho condotto la lettura in attesa di un cambio di registro e di visione inattesi ma la mia (malaccorta) attesa si è rivelata vana. Polvere bagnata o forse un lettore impaziente e disattento.
Tra il lettore e l’autore non va sempre tutto come deve andare… Diciamo che invito alla lettura del libro di McDonald con alcune avvertenze. La prima, probabilmente, è quella di munirsi di pazienza. Molta pazienza. In secondo luogo direi che, almeno per le prime 200 pagine, è il caso di seguire le vicende dei personaggi una ad una, come se si trattasse di diversi romanzi. Non si tratta di un peccato di lesa maestà, sia chiaro, i personaggi di McDonald e le loro vicende personali meritano un grado di attenzione che non sia sottoposto all’ansia di sapere come va a finire. Lo so, non è abituale per la sf leggere seguendo consigli di lettura, manco si leggesse Federigo Tozzi o Guido Morselli, ma si tratta di consigli a cattivi lettori come il sottoscritto. E la fantascienza è un po’ cambiata dalla sua origine. Vero o no?
Ian McDonald, Il fiume degli dei
Mondadori Urania Jumbo 2013, pp. 516, € 7,90, trad. Riccardo Valla e Silvia Castoldi
Idem in ebook [.epub e .mobi], € 3,99
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