Linda Quilt
Storie raccapriccianti di bambini prodigio
Einaudi
€ 13,00
trad. A. Montrucchio
Decisamente insolita, difficile da «catalogare» nei limiti restrittivi di un genere letterario, indubbiamente geniale…
Queste sono solo alcune delle caratteristiche che connotano le Storie con le quali Linda Quilt si propone di fornire un «monito» per gli «ignari genitori» che si trovassero ad avere per figli delle creature…non esattamente corrispondenti alle loro aspettative.
In un tono che volutamente richiama quello infantile delle favole (quasi a voler trarre in inganno il lettore inducendolo a credere di essere di fronte a storie per – anziché di – bambini) vengono narrate le vicende di sette pargoli, ognuno con una diversa caratteristica fuori dal comune – quando non proprio sovrannaturale – che inevitabilmente ne influenza e determina tutta l’esistenza.
In realtà, dietro lo stile innocente si nasconde una feroce e spietata ironia che, sfruttando al massimo l’espediente del paradosso, mette a nudo gli aspetti più ridicoli e assurdi del concetto di educazione cui è approdata la società contemporanea e che, inevitabilmente, riflette le fobie degli adulti, prima fra tutte quella per ciò che è diverso.
Sette racconti, dunque, sette differenti «bambini prodigio», laddove la parola prodigio viene utilizzata solo apparentemente col significato di eccezionale; di fatto si tratta più di un vero e proprio sortilegio che metaforicamente (ma neanche troppo), gli adulti scagliano sulla loro prole indifesa rendendola di volta in volta disagiata fino ad essere, appunto, «raccapricciante» per i canoni di quello stesso ambiente sociale che l’ha generata per poi bollarla con l’etichetta della diversità.
E diversa è senz’altro anche l’autrice di questo testo, Linda Quilt, sulla quale circolano notizie contraddittorie: dalla sua capacità di rimanere perfettamente introvabile, al fatto che dietro questo nome si celi il famoso scrittore Hans Magnus Enzensberger… e, guarda caso, pare che il manoscritto sia arrivato alla Einaudi proprio grazie all’intervento di Enzensberger e che il testo pubblicato sia stato illustrato da Michael Sowa, illustratore di un altro volume del medesimo scrittore… Senza contare che lo stile dei racconti non è solamente favolistico, ma richiama un certo tipo di favole non propriamente inglesi e che la traduzione sia stata condotta da un volume il cui titolo «Schauderhafte Wunderkinder» non pare, di primo acchito, molto inglese…
Viene da chiedersi che cosa mai avranno pensato i poveri genitori, trovandosi nell’imbarazzo di non sapere se la loro progenie sia una scrittrice o uno scrittore…