Un romanzo edito per la prima volta nel 1787, un romanzo che è in qualche modo “fantastico” per il racconto della sua nascita. William Beckford, autore del. Vathek sostenne che esso fu scritto in due giorni e una notte, dato, ahimé, smentito dal semplice fatto che il Vathek fu concepito nel 1782 e passarono alcuni anni da concezione fino alla pubblicazione.
Vathek non è una storia gotica in senso stretto, ma è piuttosto una sorta di riscrittura “gotica” del Faust di Marlowe, stesa con lo stile dei racconti delle Mille e una Notte (pubblicati in Francia nella prima metà del ‘700) e ambientata in un Medio Oriente fantastico. Si tratta di un romanzo affascinante, scritto con un ritmo sorprendente e filtrato dal gusto freddo, divertito e fatale di un favolista consumato. La morte e la dannazione dell’empio Califfo Vathek arrivano attesi dal lettore come giusta punizione per tutti gli orrori da lui commessi, più o meno come tutti i lettori attendono la giusta punizione per la matrigna di Biancaneve. O come tutti i cinefili attendono la giusta punizione per il Lupo di Wall Street del film di Martin Scorsese. Solo che non vi è nulla di morale e di edificante nel racconto del Vathek, a prevalere nel racconto sono una perfidia e una malvagità “principesche” che soltanto i mille capricci della realtà e i maligni scherzi di un destino impersonale riescono a distruggere. E Iblis, il diavolo della religione musulmana, riesce spesso vincitore di chi appare come un suo involontario servitore. Un buon libro che non dovrebbe essere troppo difficile trovare e che consiglio volentieri.
William Beckford, Vathek
Marsilio, 1996, pp. 260, € 13,43, trad. G.Paoletti
William Beckford, Vathek e gli episodi
Bompiani 1991, pp. 256, trad. Aldo Camerino, Ruggero Savinio
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