La trama de Il Prete di Thomas M. Disch (Fanucci 2001, ed. or. 1994, postfazione di Valerio Evangelisti) è abbastanza complessa. Patrick Bryce, parroco cattolico di Minneapolis, di mezza età e ben portante, ha fatto nella sua vita molti compromessi con la fede e con la coscienza. Spinto dalla propria passione efebofila, Padre Pat ha sedotto, con i suoi modi gradevoli e l’autorevolezza dell’abito, numerosi chierichetti; gli adolescenti – «consenzienti» come può esserlo un ragazzino nei confronti di un adulto – di solito riescono con difficoltà a superare l’esperienza e l’inevitabile abbandono, ma qualche volta gli si affezionano in maniera eccessiva, creandogli problemi che la Chiesa ha già dovuto appianare con generose elargizioni. Consapevole di essere in peccato, più verso gli umani e se stesso che davanti a un Dio sempre più astratto e lontano, Bryce si tormenta senza risultato. I suoi incoercibili bisogni sessuali lo rendono vulnerabile ai ricatti di ex desiderosi di vendicarsi, alle richieste di soldi di prostituti occasionali, alle esigenze più sgradevoli della gerarchia ecclesiastica. È così che Padre Pat viene costretto da un anonimo ricattatore a farsi tatuare sul petto l’icona di Satana e, contemporaneamente, dalle alte sfere della Chiesa Romana a dirigere un opprimente centro di recupero per giovani incinte.
Vita privata e vita pubblica finiscono per collidere: il centro per future madri, un carcere isolato e autosufficiente dove le ragazze che vorrebbero abortire vengono segregate sino al parto, si rivela difficilissimo da gestire e l’esperienza piuttosto dolorosa del tatuaggio crea nel sacerdote una sorta di cortocircuito mentale, provocandogli uno scambio mentale con Silvanus, un vescovo vissuto ai tempi della crociata contro gli albigesi.
La storia dei due religiosi, proiettati ognuno nel mondo dell’altro, si svolge parallelamente, incomprensibile e diversamente crudele,offrendo a Disch l’occasione per riflessioni perfide sulla nostra società e soprattutto per considerazioni molto esplicite sul ruolo oppressivo e sessuofobico della Chiesa Cattolica. Invece di banalizzare e cercare l’effettaccio, Disch affronta generosamente temi scomodi e, pur senza simpatizzare con lui, presenta Padre Bryce sotto una luce sufficientemente pietosa: «odio pensare a come dev’essere la vita per quel povero bastardo di Bryce» afferma Padre Mabley, prete gay colto e per nulla ipocrita, pieno di rispetto verso il prossimo, l’unico sacerdote decente del libro.
Thomas M. Disch |
Il pregio principale del romanzo, oltre a quello di farsi leggere speditamente sino alla fine, è quello di indurre a riflettere sul peso dei sistemi di pensiero «totali» che ruotano attorno a verità assolute, non importa se religiose o politiche, se di questo o quel colore. Nati per liberare gli umani dall’infelicità e per offrire speranza, questi «ideali» imprigionano chi li professa in gabbie di regole e prescrizioni, ingoiano la sfera privata, spesso senza modificare in meglio quella pubblica, dimenticando che l’unico vero motivo della loro esistenza è salvaguardare la nostra comune umanità, e non perpetuare le gerarchie che li amministrano.
Il romanzo di Disch non conduce un discorso qualunquista e rinunciatario bensì una riflessione stupita (e indignata) su come idee grandi diventino veicolo quotidiano di oppressione e di tradimento, assegnando potere e protezione a chi è troppo vulnerabile e puerilmente egoista per guidare gli altri.
Non sono temi di poco conto, oggi più che mai e che un romanzo di genere provi ad affrontarli va tutto a suo merito. Disch, che prima di dedicarsi al gotico ha scritto anche classici della FS come Campo Archimede e 334, è un autore sincero e intelligente, la sua animosità nei confronti della Chiesa Cattolica non è frutto di anticlericalismo di maniera. Come afferma Evangelisti:
Disch sarà tutto quel che si vuole ma è anzitutto una persona intelligente che si rivolge a lettori intelligenti. Non blandendoli, però, ma prendendoli a spintoni, tirandoli per la cravatta, schiaffeggiandoli con impeto divertito […] Insomma uno scrittore da combattimento, satanico quel tanto che occorre. Dio ci conservi questa razza di sobillatori […] Quanto meno servono una causa […] D’altra parte Dio, se esiste, è troppo acuto per non sapere che Satana si annida nell’irrilevanza, nell’assenza di contrasti, nella mediocrità …
Thomas M. Disch
Il prete
Fanucci Immaginario Dark, 2001
pp. 416, € 16,53
Trad. U. Rossi
Postfazione V. Evangelisti