Tra i libri passatimi per le mani in questi ultimi mesi un romanzo del 1960 acquistato usato, ripubblicato in Urania Collezione nel 2004, Venere più X. Mille-Novecento-Sessanta… Dio mio, avevo un decimo della mia attuale età, a quel tempo. Ovviamente si tratta di un romanzo delizioso, ricco, sorprendente e unico, come è sempre il caso dei testi di Theodor Sturgeon.
La vicenda: Charlie Johns, un uomo del tutto normale che vive in pieni anni ’50 si addormenta improvvisamente e quando si risveglia si trova in ciò che in breve non può che definire una Terra molto lontana nel futuro, abitata da strane creature, i Ledom, di forma umanoide ma molto più strani, in realtà, di come appaiano al povero Charlie Johns.
In breve tempo l’esponente della nostra specie scopre di essere stato chiamato nel lontano futuro per una strana caratteristica che lui per primo non ha mai apprezzato molto: la capacità di porsi continuamente domande su tutto ciò che lo circonda e anche su se stesso, una vera pulsione a chiedere, come se in lui la curiosità dell’infanzia non sia mai appassita e seccata.
Il mondo dei Ledom appare per molti versi sorprendente e, ovviamente, tecnologicamente avanzatissimo ma ciò che sorprende davvero Johns è il tipo di rapporto personale e umano che i Ledom hanno tra loro e con il loro ospite. Soprattutto impressionante per lui è il dato di fatto che i Ledom non hanno un sesso, ovvero che sono tutti ermafroditi e qualsiasi separazione – di sesso, di genere e di ruolo – è scomparsa nella loro società.
«…Dice che la gente ha fatto il suo primo errore quando ha cominciato a dimenticare le somiglianze tra gli uomini e le donne e ha cominciato a badare soltanto alle differenze. Dice che è questo il peccato originale. Dice che è stato questo a spingere gli uomini a odiare gli altri uomini e anche le donne. Dice che questa è la ragione di tutte le guerre e di tutte le persecuzioni. Dice che questa è la ragione per cui abbiamo perduto tutta la capacità di amare, salvo una parte minima.»
E il commento di Silvia Treves su FB a questa frase è stato:
«Ciò che mi piace di questa frase è il fatto che sia adattabile a praticamente tutte le discriminazioni, il sessismo, certo, e ogni tipo di discriminazione di genere, ma anche il razzismo, il fanatismo religioso, i nazionalismi ecc. Quando sottolinei le differenze invece delle somiglianze stai fregando qualcuno o ti stai fregando da solo. Probabilmente entrambe le cose.»
Al di là di ciò che apprende e che rende la sua visione della realtà quantomeno problematica – un po’ come specchiandosi in un vetro incrinato – è la sorte che attende il suo tempo a creare le maggiori perplessità, tanto da costituire la sua maggiore domanda, tante volte ripetuta.
Un ottimo romanzo, capace di trascorrere senza sussulti o fatiche dai pensieri della vita quotidiana a temi profondi e inafferrabili come la durata e il senso di una civiltà. Non posso che consigliarlo e insieme piangere per l’ennesima volta la scomparsa di un tale sommesso e delicato genio della scrittura.
Theodor Sturgeon, Venere più X, Urania collezione 23, Mondadori 2004, [ed.or. 1960, prima ed. ital. La Tribuna Piacenza, 1965] pp.224 + postfazione dell’Autore, trad. Adriano Rossi
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.