Leo Perutz è un’autore austroungarico nato sotto il governo KK (Kaiserliche und Königliche) e affermatosi dopo il 1915 fino al 1930, quando la minaccia nazista lo spinse a fuggire dall’Austria in quanto ebreo, sia pure non osservante. Si tratta di un autore spesso dimenticato, forse perché fortemente personale o perché il fantastico di area tedesca viene spesso sottovalutato o dimenticato o anche perché Bertolt Brecht disse dei suoi libri che erano «semplici, ottimi compagni per lunghi viaggi in treno».
Il romanzo ripubblicato è intitolato Il Maestro del Giudizio universale, editore immancabilmente Adelphi. L’ambientazione è Vienna nei primi anni del XX secolo, il protagonista e voce narrante è il barone von Yosch, militare in congedo follemente innamorato di Dina, sposa di un grande attore. Il semplice dato che sia il protagonista in persona a raccontare la vicenda crea da subito una condizione particolare, il lettore, infatti, possiede unicamente il punto di vista di Von Yosch, individuo instabile, consumato da un amore ormai vano per una donna che fu sua ma che a suo tempo perdette. L’inevitabile incidente avviene durante una cena a casa di Eugen Bischoff, il grande attore sposato con Dina. Egli viene ritrovato agonizzante colpito da due proiettili. Inevitabilmente viene sospettato von Yosch che ha avuto l’occasione e il movente per compiere il delitto, senonché… Il barone si ritiene innocente, in apparenza, e uno degli invitati sostiene in maniera argomentata la sua innocenza, ma von Yosch è perseguitato dal ricordo o dalla visione dell’assassinio da lui compiuto.
Inevitabilmente il barone si sforza di venire a capo dell’accaduto e di ricostruire quanto accaduto all’attore. La vicenda si accresce gradualmente in una lenta spirale di follia, coinvolgendo un usuraio ebreo, una giovane farmacista e altri personaggi fino a giungere a un maestro pittore italiano del sedicesimo secolo la cui strana vicenda parrebbe risolvere l’enigma. Ma è una nota dell’autore in calce al romanzo a rimettere in discussione l’intero intreccio, lasciando il lettore, che aveva bene o male creduto nello scritto del barone, felicemente sorpreso e confuso.
Un romanzo che ho acquistato e letto entro due giorni. Egregiamente tradotto e condotto con tutta l’attenzione rigida e sognante di un ottimo autore è un libro che consiglio volentieri e che, essendo uscito nel 2012 non dovrebbe essere difficile rintracciare.
Leo Perutz, Il Maestro del Giudizio Universale
Adelphi Biblioteca 20122, pp. 191, € 18,00, trad. Margherita Belardetti.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.