Non è un saggio ma un’inchiesta giornalistica, molto documentata, con un vasto apparato bibliografico, in cui l’autrice esamina i tentativi della scienza di determinare il peso dell’anima al momento della dipartita, la possibilità di comunicare con i defunti, le esperienze di premorte, da un punto di vista scettico e laico, privo di sfumature new age. Smaschera le clamorose imposture dei medium dell’età dell’oro dello spiritismo, la credulità di chi prende per buone le dichiarazioni di bambini che si proclamano reincarnati, o l’illusione di affrontare la spinosa questione con sistemi tecnologici e sperimentali di cui puntualmente dimostra la mancanza di rigore. Con lodevole serietà evita l’eccesso di aneddotica e si affida alla ricerca sul campo spostandosi tra Inghilterra, India e Stati Uniti, in biblioteche, istituti universitari, fattorie diroccate e boschi infestati da fantasmi. Riesce nel miracolo di scrivere un libro che interessa per il rigore, diverte per la prosa ammiccante ma non corriva, informa e insieme lascia tutti alle proprie convinzioni. Ovvio che nessuno può prendere sul serio Margery Crandon di Boston, che nel 1924 produceva ectoplasmi espellendoli dalla vagina, o Kathleen Golligher che ancora prima sputava metri di garza. Né sorprende scoprire che il fantasma del North Carolina accettato come prova in tribunale nel 1925 in un caso di eredità controversa era un falso. Insomma un libro di lettura assai gradevole, esauriente per quel che riguarda lo stato degli studi, paradossale nella conclusione, forse non indispensabile. Ma raccomandabile per intelligenza e quantità di informazioni.
Mary Roach, giornalista scientifica del «New York Times Magazine», ha riscosso un notevole successo con Stecchiti, edito da Einaudi, dove esamina il modo in cui, nel corso della storia, i cadaveri sono stati utilizzati e studiati per scopi sperimentali.
Mary Roach, Spettri: apparizioni, ectoplasmi e care presenze
Einaudi Stile Libero 2006, pp. 230, € 13,50, Trad. M. Volante
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