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    Aria

    Lontano dalla città

    • di Massimo Citi
    • Ottobre 27, 2013 a 6:07 pm

    chi-zijian-andante-luna
     

     
    Chi Zijian, nata ad Harbin nel 1964, non è il tipo di scrittrice cinese che ottenga intere pagine di un supplemento de «La Repubblica». Non è urbana, non è eccessiva, non racconta di sesso estremo, vite sbandate e gioventù bruciate dalla droga in una Shangai da Blade Runner. I cinque racconti lunghi che formano l’antologia Andante al chiaro di luna, scelti nel tentativo «di rappresentare i vari temi che compaiono nell’opera di Chi Zijian», come precisa Anna Di Toro nella sua postfazione – una rarità una postfazione, ormai – raccontano vicende volutamente minori, provinciali, incentrate su singoli episodi che hanno profondamente mutato il senso e la direzione di una vita. Ambientati in una Cina contadina contemporanea rimasta ostinatamente fedele a se stessa e della quale l’autrice si sente tuttora parte, non mostrano nessun compiacimento retorico né cercano di presentare in forma nostalgica un inesistente mondo innocente. Anzi, i suoi personaggi si trovano spesso a dover affrontare e resistere tanto alla brutalità indiscriminata della natura che alle ingiustizie e alle sopraffazioni – più spesso ai danni delle donne – tipiche del mondo rurale.
     

     

    chi zijian

    Chi Zijian

    Ad aprire l’antologia il racconto lungo che dà il titolo alla raccolta, Andante al chiaro di luna, che narra una giornata nella vita di Liu Xiushan, operaia tessile, e di Wang Rui, operaio edile. I due, entrambi di origine contadina, lavorano in due diverse città e riescono a incontrarsi a metà strada soltanto durante i fine settimana, rivivendo in quell’occasione, nonostante la fatica e la necessità di economizzare fino all’ultimo yuan, l’emozione del loro primo incontro. Senonché, per diversi motivi, tutti e due ottengono lo stesso giorno di riposo-premio e, senza consultarsi, decidono di fare una sorpresa al proprio coniuge andando a trovarlo senza preavviso. Questa decisione presa ubbidendo a un impulso del momento provocherà un faticoso e disperato inseguimento sui treni della provincia cinese concluso dal più insoddisfacente ma poetico degli incontri. Un racconto malinconicamente divertente, narrato con leggerezza ma con un’intensa partecipazione che contagia intimamente il lettore.  Molto diverso il clima del secondo racconto, Il braccialetto di giada, ambientato nel periodo dell’invasione giapponese e dell’occupazione di Nanchino. Protagonista la quarta moglie di un ricco possidente morto in circostanze misteriose. La lenta decadenza economica che seguirà tale morte metterà finalmente in luce tutti i segreti della famiglia Fu, della quale la giovane Quarta Moglie resterà l’unico membro. Racconto notevole per l’abilità nel ritrarre le mogli della famiglia Fu e i loro rapporti complessi e ambigui, fatti di silenzi, allusioni e mezze parole, menzogne e ammissioni, complicità e insofferenza. Sei piatti d’argento è la storia di un fidanzamento tormentato e richiama per tema e personaggi il primo racconto dell’antologia, la storia raggiunge il suo climax nella narrazione dell’arrivo in città della protagonista e nel contrasto tra la sua mentalità contadina e il codice non scritto della vita urbana. Meno riuscito il quarto racconto, Viaggio nel paese delle notti bianche, suggestivo per l’ambientazione ma reso artificioso dall’inserimento non del tutto felice di un elemento fantastico. Malinconicamente inquietante ma nello stesso tempo dolce e maligno il racconto che chiude la raccolta, La ballerina di Yangge, dove, più che negli altri, a essere al centro della vicenda sono i rapporti quotidiani di vita e di lavoro di un villaggio e il ruoli che in essi le donne sono obbligate a incarnare: comari maligne, delicate ballerine, mogli maltrattate, figlie dimenticate. Da sottolineare, infine, l’inserimento in calce all’opera di un’interessante intervista all’autrice della quale cito volentieri un passaggio:
     

    In questo periodo il mondo letterario cinese contemporaneo è caratterizzato da una produzione di qualità ineguale; appaiono spesso romanzi ai quali viene attribuita una grande importanza, ma in effetti si tratta di opere mediocri.

    Un’opinione che non posso che condividere.
     

     
    Chi Zijian, Andante al chiaro di luna
     
    Editore Pisani, ed. 2007, pp. 335, € 15,00, trad. F. Aulino, A. Di Toro
     

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