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    A sud del confine, a ovest del sole

    • di Massimo Citi
    • Luglio 18, 2013 a 3:51 pm

    a sud del confine
    A sud del confine, a ovest del sole di Murakami Haruki, è stato a suo tempo edito da Feltrinelli per poi riapparire nel 2013 negli Einaudi Supercoralli. In realtà, , pur essendo apparso già nel 1997 nella traduzione italiana è stato scritto in realtà due anni prima de L’uccello che girava le viti del mondo, apparso in Italia nel corso del 1999.
    Tengo a chiarire che la mia apparente mania per le date di uscita originali dei romanzi tradotti non è – almeno spero – una curiosa fissazione, ma di un tentativo di ricostruire il percorso artistico di un autore, cercando di cogliere gli elementi costanti, quelli perduti e gli acquisiti. Nessun romanzo, infatti, costituisce un unicum, in ogni autore esistono alcune tipiche, feconde “ossessioni”, suggestioni, tentazioni che corrono attraverso le diverse opere come altrettanti percorsi orizzontali intelligibili unicamente in modo cronologico.
    Una delle caratteristiche più originali e godibili (o irritanti, secondo alcuni critici giapponesi) di Murakami Haruki è l’intervento di elementi fantastici o parapsicologici nell’ambito di un impianto realistico. I suoi lettori più affezionati ricorderanno – ad esempio – l’uomo-pecora di Sotto il segno della pecora e di Dance dance dance, le misteriose figure femminili, arcane e rivelatrici, che popolano i suoi testi, le visioni de L’uccello che girava le viti del mondo. Si tratta di elementi che intervengono a sottolineare uno dei suoi temi preferiti: il disegno capriccioso della vita, l’esistenza di un grado ulteriore e inafferrabile di realtà che spiega le curiose oscillazioni dei sentimenti, i gesti improvvisi, le decisioni inaspettate, talvolta prese contro ogni possibile evidenza.
    In un articolo a lui dedicato, scritto da Matsuoka Naomi e pubblicato in Comparative Literature Studies (vol.30, No.2, 1993), vengono presentate le relazioni di Murakami con la letteratura nordamericana. Citando in particolare i suoi rapporti con Raymond Carver (del quale è traduttore in giapponese) Matsuoka afferma che:

    …il successo di Murakami negli USA mostra il cambiamento delle attese nei lettori americani e conferma l’idea di una confluenza. Ormai i lettori americani non si attendono mistero ed ambiguità dalla letteratura giapponese, ma ammirano i lavori di Murakami per quanto hanno di simile alla letteratura americana contemporanea.

    murakamiSe provate a far collidere la precedente affermazione con quest’ultima osservazione si avrà un buon punto di riferimento per accostarsi alla narrativa di Haruki Murakami, autore minimalista – per usare una definizione ambigua e insoddisfacente – contemporaneamente appassionato al tema del destino personale e dell’imperscrutabilità dell’animo umano, ossia una felice sintesi tra narrativa nordamericana e tradizione nipponica. Secondo Oe Kenzaburo, Murakami Haruki è autore di «shimin shosetsu», ossia storie di cittadini medi (ibid.), esattamente il tipo di definizione che Raymond Carver ha dato di se stesso.
    A sud del confine, a ovest del sole è un’opera profondamente inserita in questo quadro. Romanzo biografico narrato in prima persona da Hajime, il protagonista, racconta dell’esito del suo incontro in età matura con la compagna di scuola che era stata il suo più grande, ma ancora inconsapevole, amore. Hajime, uomo agiato, padre e sposo felice ritrova nell’incontro con Shimamoto la curiosità e l’inesauribile sensazione di intima affinità che li aveva un tempo uniti. Nel corso di pochi, memorabili incontri, Hajime e Shimamoto concludono la parabola del loro amore, rimasto inespresso e incompleto nell’adolescenza e si separano, questa volta definitivamente.
    L’incontro ha comunque scosso dalle basi la vita ormai quieta e assestata di Hajime, che è costretto a ripercorrere le scelte fatte, a combattere i fantasmi di tutte le possibili vite che ha rifiutato nel corso dell’esistenza per ritrovare il senso delle decisioni prese. Il pensiero di tutti gli ieri possibili, dei rimpianti e delle nostalgie è naturalmente tra i più suggestivi per il lettore ed è affrontato da Murakami con la medesima concentrata partecipazione di Tokyo Blues. I limiti del testo nascono proprio dalla sua insistita dimensione personale, dall’adesione ad un modello di romanzo di sentimenti svincolato da ogni dimensione sociale, senza che l’intensità delle emozioni narrate riesca davvero a trascendere il mondo attuale per proiettarsi in una dimensione atemporale. Da qui la sensazione di insoddisfazione per un’opera che, apparentemente meno ambiziosa di altre nei temi o nella vicenda, si propone in realtà come prototipo aggiornato di romanzo sentimentale. Il risultato è un testo curiosamente esitante e indeciso, steso con il consueto stile gradevole e quotidiano, ma in definitiva almeno in parte deludente.

    Murakami Haruki, A sud del confine, a ovest del sole
    Einaudi Supercoralli, pp. 216, € 20,00
    Trad. Mimma De Petra, Antonietta Pastore
    idem, ed. in e-book, pp. 216, € 9,99

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