Le note di copertina tacciono elegantemente il particolare, ma Kiran Desai è figlia di Anita Desai, e ne calca le orme con una sicurezza e una grazia davvero notevoli. Due vicende si svolgono in parallelo. A Kalimpong, cittadina indiana ai piedi dell’Himalya, in una casa che ha visto giorni migliori, vivono un giudice in pensione con la nipote sedicenne Sai, il cuoco e la cagna Mutt. La regione è attraversata da inquietudini e sollevazioni della minoranza nepalese che rivendica i suoi diritti, e anche il giovane insegnante di matematica con cui Sai condivide un amore clandestino e appassionato, ne viene coinvolto. I residenti indiani, più o meno ricchi ma tutti borghesi abituati a considerare i nepalesi come parte del paesaggio, vedono la propria vita stravolta dai disordini, gli espropri, la minaccia alle proprietà e alle certezze cui si sono appoggiati fino a quel momento. Sai osserva lo sconquasso con occhio sorprendentemente maturo, ma la sua gioventù trapela nell’ansia con cui vive l’allontanamento dell’amato. Intanto, a New York, il figlio del cuoco, Biju, combatte una triste battaglia contro le difficoltà di un emigrato clandestino, costretto a svolgere umili mansioni in una serie di ristoranti uno più modesto dell’altro, e scrive al padre patetiche lettere in cui gli racconta che tutto va bene, guadagna bene, tutti lo amano e l’America è fantastica. Anche il passato del giudice entra nel racconto aggiungendo un tassello alla sconfitta (ma il titolo originale è The inheritance of loss, l’eredità della perdita) con cui tutti i personaggi, chi più chi meno, devono fare i conti. Sono sconfitti coloro che si illudono di trovare la soluzione in valori che non gli appartengono, i finti inglesi che scimmiottano una civiltà ormai scomparsa, ma anche l’emigrante povero, anche se l’umiliazione vera la subisce quando ritorna in patria; sono sconfitti i giovani violenti e ignoranti nepalesi, è sconfitta Sai che vuole l’amore e l’amicizia, perfino Mutt, la cagna più bella del mondo, l’unico amore del giudice. Ma anche se spietato, Eredi della sconfitta è un bel romanzo, avvincente, profondo e insieme illuminato dall’ironia, dalla scrittura vivace e piena di sorprese, che si adatta a ogni personaggio con perfetta credibilità.
Kiran Desai
Eredi della sconfitta
Adelphi
€ 19,50
trad. G. Oneto
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