Una scrittrice catalana, Marina Dolç, viene uccisa la sera in cui ritira un premio letterario che ne sancisce il passaggio di status da regina del romanzo rosa a scrittrice di grana. Da apocalittica a integrata, direbbe Eco. L’omicidio, oltre che barbaro, ha anche risvolti molto inquietanti in quanto pare ricalcare la storia dell’ultimo romanzo della Dolç, Scorciatoia per il Paradiso, in cui una scrittrice viene uccisa in circostanze simili e altrettanto enigmatiche. E il bello è che nel romanzo non si fa comunque il nome dell’assassino ma vengono solo messe in luce le persone che avrebbero potuto aver ragioni per eliminare la protagonista. E mica sono poche…
Anche nella realtà le cose paiono avere lo stesso corso, anche se in verità la polizia arresta subito colui che ritiene l’unico sospettato, ovvero un altro scrittore partecipante al premio e geloso della collega. Lo scrittore avrebbe in realtà un alibi di ferro, che lo scagionerebbe in pieno, ma per confermare la sua storia Ernest Fabià, normale ed irreprensibile cittadino, dovrebbe confessasse di essersi improvvisato ladro per una sera per problemi economici… insomma un ginepraio di situazioni e personaggi che cresceranno in modo esponenziale e su cui dovranno tentare di far luce i confusionari gemelli Eduardo e Borja, investigatori dilettanti alle prese col secondo caso che affida loro la Solana.
La storia vive come già accennato delle vicende di moltissimi personaggi che finiscono per intrecciarsi in modi più o meno marginali o plausibili ma che avranno tutti un loro ruolo all’interno della narrazione. I capitoli alternano gli episodi collaterali e i punti di vista dei vari comprimari all’indagine vera e propria e il libro scorre bene, come una lettura estiva di poco impegno che può tener compagnia per un pomeriggio o due, nell’ozio da ombrellone.
Per il resto Scorciatoia per il Paradiso come giallo ha i suoi bei limiti, sia per alcuni metodi investigativi sia per l’atrofia di alcuni dei personaggi che devono smuovere il meccanismo. I protagonisti stessi, i due gemelli, non rubano mai la scena e sembrano a volte davvero troppo tenui per restare simpatici al pubblico. Non vi svelo il finale perché non sta mai bene. Metti che a qualcuno salti l’uzzolo di prendersi questa Scorciatoia.
Devo comunque dire che tutta la storia è vagamente «telefonata» e non impieghiamo troppo a capire come evolverà il brogliaccio. I segreti sconvolgenti che via via saltano fuori son proprio il genere di segreti che immancabilmente vengono messi in piazza in un libro del genere. Per il resto ci sono parti davvero troppo ridicole (penso al ricevimento con intossicazione afrodisiaca) che atterrano il romanzo mentre altre scenette, anche se piuttosto paradossali, sono più riuscite e aiutano ad arrivare alla fine senza troppo rancore.
Certo che, nella sua semplicità di comodo e nel gioco di specchi che ci proietta in un romanzo nel romanzo dentro a un romanzo più ampio, a leggere fra le righe, risulta forse un po’ snob, questa Solana. Che, da apocalittica, sembra pubblicizzare e caldeggiare a chiare lettere la propria integrazione. E per contro mettere alla gogna certa critica. Il suo modo di scrivere in ogni caso è redditizio. Anzi: professionale. Nel senso che ci troviamo davanti a qualcuno che, per professione, sforna romanzetti potenzialmente di cassetta.
Segnalo tra l’altro che non ho mai pensato per tutta la lettura al fatto che a scrivere potesse essere una donna. Un’ulteriore riprova dell’asetticità della scrivente, più indirizzata alle sensazioni che il proprio prodotto potrà suscitare nel lettore-compratore medio, che attenta all’ispirazione e al valore intrinseco dell’articolo che ci vuol vendere.
Teresa Solana,
Scorciatoia per il Paradiso
Sellerio 2010, pp. 348, € 14,00
Trad. B. Bertoni.