di Massimo Citi
È un buon momento per la scienza divulgativa, o così, perlomeno, affermano giornali ed editori librari.
La crescita – lenta ma costante – di titoli di argomento scientifico pare confermare questa tendenza, come la produzione di titoli nuovi anche da parte di editori finora poco interessati al tema. Titoli che forniscono ai lettori elementi di giudizio su temi di attualità come la clonazione, l’ingegneria genetica, l’evoluzionismo o il clima, ma anche titoli meno immediatamente legati al dibattito sulle tecnologie.
Inevitabile domandarsi chi legga questa produzione in un paese dove l’interesse per la cultura scientifica sembra essere in costante diminuzione, come dimostra il calo, ormai divenuto crollo, degli iscritti alle facoltà scientifiche universitarie. A un recupero presso lettori che finora hanno crocianamente rifiutato di accostarsi alla seconda cultura? A semplice preoccupazione per il futuro del genere umano? A una reazione all’affermarsi di modelli di pensiero che hanno al proprio centro l’affermazione di fede piuttosto che il pensiero razionale? O, magari, a un pubblico «nuovo» le cui caratteristiche, esigenze e interessi sono ancora tutti da definire? In ogni caso non c’è che da esserne, sia pur ragionevolmente, soddisfatti. L’analfabetismo scientifico – spesso snobisticamente (e pateticamente) mascherato da disprezzo per la tecnologia – è il più delle volte sintomo di un pensiero reattivo basato sull’emotività, facile preda di fondamentalismi di vario genere e origine.
Nella nuova produzione editoriale sono numerosi i saggi dedicati alle ipotesi sulla struttura dell’universo, la sua origine e il suo destino.
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Michio Kaku |
Non è questo un tema che sia mai davvero scomparso dall’orizzonte dell’editoria scientifica, ma non pochi ricorderanno la povertà dell’offerta di qualche anno fa. Pochi nomi (Davies, Hawking e poco altro) e una preoccupante involuzione del giornalismo scientifico, categoria che sembrava irrimediabilmente destinata all’oblio, come le Soyuz e gli Apollo.
Viceversa, ora si ha quasi la sensazione di una sovrapproduzione, un affannarsi e un accalcarsi di autori, temi, spunti, interpretazioni e ipotesi mediate da saggi che rischiano, forzatamente, l’effetto-fotocopia.
Uno dei più presenti tra i nuovi autori è Michio Kaku, newyorkese di origine nipponica, docente universitario di Fisica e conduttore di un fortunato programma radiofonico dedicato al tema della ricerca in Astronomia e Cosmologia.
Quarto saggio tradotto in Italia dal 2002 e secondo per l’editore Codice, questo suo Mondi paralleli ha per sottotitolo: «Un viaggio attraverso la creazione, le dimensioni superiori e il futuro del cosmo», una promessa regolarmente mantenuta.
Una delle esigenze maggiormente sentite dal lettore non dotato di particolari competenze matematiche che accosta un testo di divulgazione fisico-cosmologica è la semplicità (o, meglio ancora, l’assenza) di formule. Il massimo che questi lettori sono disposti ad accettare sono la famosa E=mc2, un diagramma di Hertzsprung-Russell e poco altro. D’altro canto per molti autori scendere sotto un certo grado di formalismo matematico comporta grossi rischi di deformazione e semplificazione eccessiva.
Come si regola a tale proposito il professor Kaku?
A meraviglia, verrebbe da dire, pensando al lettore sopraccitato.
Praticamente nessuna formula, pochi schemi elementari, qualche nota a pie’ di pagina (ma senza esagerare) e un discreto glossario finale. Le premesse, insomma, per una lettura senza intralci ma anche senza sacrificare completamente il rigore scientifico.
E bisogna dire che l’excursus di Kaku non trascura nessuno dei temi più affascinanti e/o più ostici della fisica contemporanea. Dalla classificazione delle particelle fondamentali, divenuta una giungla indecifrabile e incomprensibile anche al più benintenzionato dei lettori non-addetti-ai-lavori, alle «micidiali» stringhe che ognuno ha capito che rappresentano un tema di attualità nella scienza contemporanea senza che sia chiaro di che cosa si tratti, all’effetto tunnel, alle dimensioni superiori confinate nello spazio di Plank, alla supersimmetria, all’inflazione, alla misteriosa forza antigravitazionale che domina (dominerebbe) l’universo, alle brane, al multiverso, alla materia oscura, alle onde gravitazionali, alla Teoria M.
Insomma, per chi sia alla ricerca di un saggio comprensibile, aggiornato, scritto con uno stile vivace, capace di fruttuose incursioni nella storia e nella filosofia della scienza così come nelle vicende personali dei protagonisti della fisica del XX secolo farà bene a non perdere questo libro.
Difetti?
Qui il discorso si fa più delicato e, per certi versi, anche piuttosto personale.
Il problema è la sensazione che il libro di Kaku sia fin troppo facile.
Non nel senso che l’autore renda banali e troppo elementari temi anche molto ardui come l’esistenza di universi paralleli o renda autocaricaturale un delicato problema ontologico come il principio antropico, ma nel senso che dalle sue pagine sembra uscire un’immagine fin troppo concorde e uniforme della fisica contemporanea.
Un difetto che non appartiene al solo Kaku, ovviamente, e che si ritrova puntualmente in molta saggistica. D’altro canto rendere conto anche di divergenze, opposizioni, polemiche, opposte interpretazioni non fa parte per statuto dei saggi divulgativi, obbligati quasi «per contratto» a fornire un’interpretazione univoca dello stato dell’arte.
Così nel libro di Kaku non vi è traccia alcuna delle crescenti opposizioni alla teoria delle stringhe, ritenuta da molti un semplice «delirio matematico», né vi è traccia dei dubbi, che pure esistono, relativi alla costruzione di nuovi, colossali acceleratori di particelle.
Per l’autore la Teoria delle stringhe sarà presto immancabilmente confermata sperimentalmente e i nuovi acceleratori forniranno nuove basi alla fisica delle particelle.
Ne siamo sicuri?
Ma proprio sicuri sicuri?
Altro difetto o, se si preferisce, un altro aspetto non pienamente soddisfacente, è proprio quello che appare un suo pregio: l’ampiezza e la portata dei temi affrontati.
Se è vero che fisica quantistica, fisica relativistica, cosmologia, fisica stellare, topologia concorrono felicemente nel tentativo di fornirci una rappresentazione realistica dell’universo, è anche vero che persistono fratture e discontinuità tra le diverse sottodiscipline e che a nasconderle sotto il tappeto del «progresso della scienza» non si fa un bel servizio a nessuno, nemmeno al lettore poco dotato per formule e astrazioni.
Mi sarebbero piaciuti più chiaroscuri, in sostanza. La sensazione di attraversare un campo di studio percorso da teorie in contrasto – talvolta anche feroce – e non un viale che conduce all’immancabile apoteosi.
Senza contare – o forse proprio per questo – che le famose «stringhe» non risultano troppo comprensibili neppure nella vulgata di Kaku, come non lo risultano – o forse meno ancora – le loro sorelle maggiori: le «brane».
Ma in questo caso è probabile si tratti semplicemente della difficoltà di «rendere» in forma non matematica entità squisitamente (ed esclusivamente?) matematiche.
Non vorrei però dare una sensazione sbagliata.
Mondi paralleli è un buon saggio, degno del non lievissimo prezzo di copertina.
Il suo grosso pregio resta proprio la sua spumeggiante e felice attitudine e volontà di compiere incursioni in tutti i campi della fisica e della cosmologia, senza negarsi il piacere del paradosso e della riflessione filosofica.
Insomma, un buon libro e soprattutto un ottimo punto di partenza per ulteriori esplorazioni.
Michio Kaku
Mondi paralleli
Codice 2006,
pp. 415, € 30,00
Trad. A. Migliori
Edizione in e-book .pdf, € 9,90
QUI un breve assaggio – 20 pp. – del libro offerto dall’editore Codice.
da LN-LibriNuovi n. 42 – maggio 2007