Leon Rappoport
Come mangiamo: appetito, cultura, psicologia del cibo
(Ponte alle Grazie)
Scritto dall’americano Leon Rappoport, docente universitario di psicologia ed edito da Ponte alle Grazie, Come mangiamo. Appetito, cultura e psicologia del cibo è un saggio sicuramente ben costruito, solido e coerente. Gli ingredienti sono: l’evoluzione dell’alimentazione umana, le nostre attuali abitudini in merito ecc. Il taglio del saggio è di tipo psicologico piuttosto che antropologico: il filo conduttore che regge tutto il ragionamento dell’autore è quello del profondo rapporto che esiste tra alimentazione (nei suoi vari aspetti qualitativi, quantitativi e metodologici) e personalità, individuale o collettiva che sia. «Il modo in cui mangiamo è strettamente correlato a ciò che siamo o che vogliamo diventare», scrive l’autore e su questo assioma, che mi pare decisamente condivisibile, costruisce il proprio ragionamento. Mangiare (e far mangiare) è sempre, al di là dei contesti e delle condizioni in cui avviene, un modo di essere, di esprimersi, di comunicare. Comunicare e relazionarsi con il prossimo, ma anche e forse soprattutto con noi stessi. Il cibo si rivela quindi uno strumento con il quale ci premiamo o ci puniamo, con il quale esercitiamo, o tentiamo di esercitare, potere o seduzione su chi ci circonda, oppure ancora con cui c’identifichiamo in, o ci smarchiamo da, un determinato contesto sociale. Questa chiave di lettura metodologica del problema permette all’autore di condurci, pagina dopo pagina, ad attraversare una galassia di scelte, costumi, pratiche e atteggiamenti, dai più normali ai più schiettamente patologici, con i quali l’uomo convive a tavola da tempi immemorabili.
Oggi poi siamo in piena era «iperalimentare». Non solo godiamo (in Occidente) di un’eccezionale sovrabbondanza delle risorse eduli, ma ci dobbiamo confrontare altresì con un’incontenibile sovrabbondanza di informazione, di propaganda, di consigli e di ingiunzioni sull’argomento. Mai come oggi l’uomo del primo mondo ha potuto scegliere fra tante opzioni ma anche mai come oggi ha dovuto scegliere continuamente sulla scorta di così tante e impegnative considerazioni dietetiche, nutrizionali e ideologiche. E mai come oggi le patologie, private o collettive, legate all’assunzione di cibo sono state numerose e preoccupanti. Siamo ciò che mangiamo, almeno in un certo senso, e d’altro canto mangiamo in un dato modo perché siamo fatti in una certa maniera. La consapevolezza di questo fondamentale rapporto può forse aiutarci a sviluppare e mantenere nei confronti del cibo un atteggiamento il più consapevole e sereno possibile.
da LN-LibriNuovi 31 – estate 2004