Keith Devlin e Gary Lorden
Il matematico e il detective
Longanesi
€ 18,00
E. Faravelli
Confesso di essere un fan di Numb3rs, la serie televisiva all’origine del bel libro di Devlin & Lorden, fin da tempi non sospetti: vidi i primi episodi nel 2005, in inglese, quando la casa produttrice americana era indecisa se cancellare o meno la serie – troppo intellettuale, troppo strana.
Confesso altresì di aver anche rubato un paio di idee ai primi episodi, usandole durante i miei corsi per illustrare più efficacemente i fenomeni legati alla casualità.
Chi mai mi avrebbe scoperto, a soffiare qualche buona idea da una serie televisiva morta all’ottavo episodio?
Poi, la serie non venne cancellata, e arrivò anche sui nostri schermi.
Fortunatamente.
Nel sovraffollato panorama del poliziesco televisivo, la serie incentrata sugli exploits dei fratelli Eppes – un agente federale e un matematico – sfugge alla banalità delle trame tradizionali e porta una boccata d’aria fresca.
Dopo che nel 1994 Barry Levinson disse l’ultima parola sul procedurale poliziesco con Homicide – Life on the Street – un serial eccentrico e fin troppo realistico basato su una mastodontica opera di giornalismo investigativo – qualsiasi giallo televisivo fondato su indagini di polizia e interrogatori dei sospetti non ha una speranza all’inferno di dire qualcosa di nuovo.
Numb3rs, staccandosi dal modello del procedurale classico, lo fa.
E lo fa, almeno a mio parere, meglio del sostanzialmente fantascientifico ma più popolare CSI.
Ha meno velleità artistiche nel taglio degli episodi e nel montaggio, serve allo spettatore meno aria fritta.
Il cast è solido (il dottor Fleischmann e Mister Universe e Galen l’Ammazzadraghi insieme nella stessa serie? Un miracolo!), le trame interessanti (con una varietà di crimini portati alla ribalta – finalmente qualcosa di diverso dal solito omicidio), il ritmo sostenuto, un certo umorismo.
Mi piace.
Fatemi causa.
E poi, che diavolo, finalmente una serie televisiva che fornisce di noi scienziati un’immagine che non è né caricaturale né drasticamente irrealistica: chi si occupa di scienza non è né un fenomeno da baraccone né un California Dream Man col cervello – e Numb3rs se ne rende conto.
Certo, la serie a volte esagera, rendendo certe procedure matematiche miracolose, o abbreviando in maniera inusitata i tempi di analisi, ma si mantiene molto molto vicina al reale – e conta su uno staff di consulenti scientifici di prima classe che fanno capo alla Fondazione Wolfram (detentori dei diritti su Mathematica, il più colossale software matematico mai prodotto).
Fra questi c’è Gary Larden, coautore del volume The Numbers Behind Numb3rs – Solving Crime with Mathematics insieme con il divulgatore Keith Devlin, libro che ora Longanesi traduce in italiano lasciando in secondo piano – per lo meno sulla copertina – i legami con il prodotto televisivo.
Poca cosa, e difficilmente spiegabile (TV e matematica non vanno d’accordo nel nostro paese? E chi si vergogna, di cosa?), specie considerando che il libro e la serie sono strettamente connessi, e prendendo le mosse dagli episodi della serie – cosicché il volume costituisce una informale episode guide per i fan – i due autori illustrano i casi reali che hanno ispirato le situazioni narrative, descrivono la logica alla base delle analisi matematiche utilizzate, esplorano possibilità future e applicazioni quotidiane.
Con un tono piano, non troppo avventuroso ma che serve più che dignitosamente la sostanza del testo.
Contemporaneamente, il volume si diletta di crimine, fornendo esempi, case histories, dati statistici, e la componente criminologica aggiunge quel qualcosa in più che rende la lettura piacevole e diversa, e che mancava – oh, così dolorosamente – dalla matematica delle medie, del liceo, del corso obbligatorio dell’università.
Non che i nostri poveri polverosi prof avrebbero dovuto mettersi a risolvere casi polizieschi, ma forse avrebbe aiutato.
E in fondo è ciò che, colpevolmente, si spera leggendo il volume e guardando la serie – che non solo stimoli l’interesse dei ragazzi verso la matematica, ma anche che insegni agli insegnanti ad adottare un taglio pratico per le lezioni.
Magari soffiando qualche buona idea.
Spiegateci a cosa diavolo serve ciò che ci insegnate, e otterrete risultati migliori.
È garantito.
È in questo modo che alcune delle branche più oscure della matematica vengono presentate, efficacemente e speditamente, in questo libriccino.
Un difetto, a volerglielo trovare – l’eclettismo, che riflette la grande varietà di approcci matematici utilizzati nella serie televisiva (questa settimana reti neurali, la settimana passata teoria dei giochi, la settimana prossima Analisi di Varianza), ma rende la trattazione frammentaria e un po’ sbrigativa.
Sarebbe bello se il volume fosse spesso il doppio, e scendesse maggiormente nel dettaglio, facendo più esempi, fornendo più informazioni.
Ma per cominciare va più che bene così com’è.
Anche se naturalmente ne vogliamo ancora, ne vogliamo di più.