L’ultimo degli uomini si chiama Jimmy. Non è particolarmente contento di essere l’ultimo degli uomini, o perlomeno l’ultimo della vecchia umanità con un DNA brado, selezionato unicamente dalle forze dell’evoluzione e non da un cervellone plurilaureato, superintelligente e convinto di poter migliorare la specie liberandola dalle sue tare ereditarie.
Il cervellone era amico di Jimmy, comunque, e si chiamava Crake. Jimmy ne aveva rispetto e considerazione. Molto rispetto e molta considerazione, anche se questo non significa che ne approvasse tutte le scelte. Crake aveva creato una popolazione rigorosamente controllata. Sesso soltanto nei periodi di estro, nessuna tendenza mistica, un’aggressività minima e nessuna tendenza alla speculazione filosofica o mistica. Un’innocenza sintetica che Jimmy trova allarmante, tanto più adesso che i risultati degli esperimenti di Crake sono divenuti la forma prevalente di creature intelligenti sul pianeta Terra.
sono programmati per schiattare all’età di trent’anni, all’improvviso, senza invecchiare […]
mangiavano soltanto foglie, erbe, radici e qualche bacca; perciò il cibo era abbondante e sempre disponibile, […] per loro la sessualità non costituiva un tormento costante […] andavano in calore a intervalli regolari.
saresti sorpreso di sapere quanta gente vorrebbe un bambino bellissimo e intelligente che mangi solo erba.
La «gente di Paradise», i Craker, non sono nati da una passione scientifica condotta oltre ogni limite ragionevole, ma semplicemente dalla ricerca d’impresa. Bambini in vendita perfettamente allineati alle ricerche di mercato. Sicuri e testati come i proporci e i moffoni, suini semiumani i primi per fungere da serbatoi di organi e simpatici animali da compagnia i secondi, a metà tra le moffette (ma senza odori sgradevoli) e i procioni. Chimere stabili e ricche di possibilità evolutive dopo che l’umanità si è allegramente tolta di mezzo grazie all’ennesimo geniale stimolatore commerciale di una sessualità essiccata e stanca.
Jimmy sopravvive malamente in un mondo dove le risorse per l’Homo sapiens sapiens genuino si vanno corrompendo. Per i Crakers le sue necessità di proteine, carboidrati e grassi sono incomprensibili. Basta brucare e masticare per avere quanto serve per sopravvivere fino ai trent’anni. Felici e innocenti, senza sofferenza né vecchiaia. Senza pensieri, intolleranza, dolore e infelicità.
Amaro e divertente, sarcastico e pungente questo romanzo di Margaret Atwood ha per bersaglio il tentativo di regolare la vita migliorandola e, nel contempo, creare immense fortune grazie a un crescente gioco d’azzardo in campo biologico. Inutile cercare eroi positivi o faticosi riscatti. Jimmy è sopravvissuto grazie a un semplice incidente e il grande Crake è stato vittima del suo coerente positivismo post litteram. E Oryx, l’ex prostituta bambina conosciuta grazie a un sito internet per pedofili e che Jimmy ha inutilmente amato, non rappresenta la Salvezza che la Grande Madre elargisce all’umanità sofferente e perduta. Oryx, cresciuta in un mondo che dà un prezzo a ogni cosa, è abile, acuta e intelligente ma anche cinica e disillusa. La scomparsa dell’umanità, il naufragio dell’esperimento-umanità, è non soltanto inevitabile ma tragicomico.
L’angoscia del tema – la scomparsa della nostra specie – risulta così stemperato da uno humour nero gelido e insistente, che non lascia spazio a sentimenti e nostalgie. L’innocenza idiota dei Crakers e la rabbiosa cocciutaggine vitale dei proporci risultano così essere l’unico lascito dell’umanità ai suoi successori sul pianeta. Unico testimone Jimmy, individuo insicuro e confuso, cresciuto da un padre profondamente compromesso con l’industria genetica e abbandonato da una madre-pasionaria incapace di esprimere la sua visione del mondo. Un Robinson perplesso e sfiduciato che non ha nemmeno il coraggio di scrutare l’orizzonte nel timore di incontrare altri sopravvissuti e che si sforza di non fornire argomenti al risorgente misticismo dei Crakers. Nel libro di Atwood l’umanità scompare senza grida ma con un semplice singhiozzo o forse con una risata.
Margaret Atwood, L’ultimo degli uomini
Ponte alle Grazie 2003, ed or. 2003, pp. 303, € 14,50
trad. Raffaella Belletti
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