Michael Simon
Dirty Sally
Sartorio
€ 16,00
trad. S. Arzola, M. Di Febo
Mentre sugli scaffali delle librerie appaiono i Notturni Hollywoodiani di James Ellroy (la mia copia è in un’altra casa, ma ricordo che era un Giallo Mondatori e grazie a internet ho recuperato l’immagine della copertina: il prezzo era 5.900 lire! Per dire quanto sia nuovo… e non è neppure un buon libro), le novità sono poche si ritraduce un capolavoro di Marc Behm, ma non si vede molto di più nel campo del noir. Fortunatamente ho recuperato il libro di Michael Simon, Dirty Sally: praticamente una cura completa per chi è in crisi di astinenza da «mancanza» di Ellroy.
È il primo (ed. or. 2004) di una serie di romanzi dedicati alla figura del detective della squadra omicidi di Austin, Dan Reles. Simon ambienta il racconto nel 1988, nel Texas che sta assistendo alla nascita del regime della famiglia Bush. Ancora una volta la Storia si insinua con prepotenza tra le pagine di un noir (i nomi cambiano, ma le figure si stagliano nitide sullo sfondo scuro).
Il Texas è:
Grandi finestre, covi di tossici, camping per roulotte, bordelli, estati lunghe sei mesi, poliziotti morti, mogli troppo belle, grassi avvocati, faccendieri, futuri governatori e progetti perfettamente legali per impadronirsi del mondo. Non che vogliano fregarti, si dice da queste parti, è solo il loro modo di fare affari. Lo stato della Stella Solitaria sta nutrendo la stirpe di un nuovo potere, e nel più grande laboratorio del mondo di sperimentazioni e fallimenti tu sei solo una cavia.
Il corpo smembrato di una prostituta apre le danze. Niente di più scontato? No, se a scrivere è un autore come Michael Simon in grado di gestire almeno sei sotto-trame con una scrittura frenetica, che non si ferma di fronte a nulla. Daniel Reles d’altronde è un detective bizzarro. Arriva a casa e sfoga la sua rabbia suonando la batteria
mentre gli Who esplodevano dalle casse dello stereo. Non riesci a stare dietro a Keith Moon, fa il lavoro di tre batteristi. Provai a seguirne almeno uno. Ascoltai le prime note e cercai di tenere il ritmo: un colpo ogni due di Keith. Poi, sudando, cercai di raggiungerlo.
Non un libro per stomaci deboli, ma sicuramente un noir indimenticabile. Knox nel 1929 scrisse le sue dieci regole del Giallo. Non credo sia stato fatto qualcosa di analogo per il noir, figlio ibrido e infido del romanzo di investigazione classico. Dirty Sally rispetta non le regole, ma le aspettative che chiunque lettore di noir ha sempre in mente ovvero realismo, ambientazione quasi palpabile, immersione totale nella storia narrata: io ho vissuto in Texas per due giorni e non mi è piaciuto…
Simon inoltre non evita sicuramente di esporsi, altro punto a suo favore:
A ogni elezione gli Americani dimostrano di amare i miliardari. Vogliono che i soldi e il potere siano nelle mani di pochi, così possono sperare un giorno di far parte di quell’élite.
Poliziotti corrotti, futuri governatori, amicizie perdute: tutto si mescola nel romanzo, scandito da luoghi e ore con paragrafi brevi e salti tra il personaggio principale e le azioni che avvengono intorno a lui nella lunga estate Texana del 1988.