Come Michel Houellebecq, autore del curioso saggio/biografia H.P. Lovecraft, contro il mondo, contro la vita, anch’io ho sviluppato nell’adolescenza grande amore e interesse per H.P. Lovecraft, amore e interesse che non mi hanno abbandonato con la maturità, sebbene sia ben conscio di alcuni suoi limiti. D’altro canto Lovecraft rappresenta un unicum nella letteratura fantastica, privo di antecedenti e senza veri discendenti, nonostante la folla di epigoni. Il fatto è che l’universo di H.P.L. ha una sua assoluta e folle coerenza, elemento che lo rende prezioso e insostituibile per il lettore ma anche praticamente inimitabile. Houellebecq non è il primo a cercare nella biografia di Lovecraft le radici delle sue opere, ma il suo approccio, fatto di sincera passione e affetto, risulta uno dei più congeniali agli amanti del «Solitario di Providence». Lovecraft era razzista? Inutile negarlo: la sua fobia, anzi il suo terrore per tutto ciò che gli appariva una degradazione della condizione umana era parte inscindibile del suo pensiero e – questo è l’aspetto davvero interessante della cosa – anche della sua estetica. Autodidatta e afflitto da una timidezza patologica, Lovecraft coltivava strane idee sull’evoluzione umana, peraltro desunte da pubblicazioni scientifiche e da tesi liberamente circolanti nei primi anni del secolo sulla naturale superiorità mentale dell’uomo bianco. Ancor meglio se protestante e anglosassone. L’America di Lovecraft è la stessa patria della libertà che imponeva agli immigrati test di intelligenza basati su teorie arbitrarie e propugnava la sterilizzazione di malati di mente e oligofrenici. Dietro l’angolo il terrore della regressione evolutiva, del micidiale mix con i geni animali che si pretendeva dominassero le popolazioni primitive.
locandina del film tratto da Il richiamo di Cthulhu (2005) |
Lovecraft è stato uno dei pochi scrittori dotati di un vero talento artistico a dare forma narrativa coerente ai più inconfessabili incubi dell’uomo bianco. Probabilmente a questo si deve la sua grande popolarità e l’interesse e la passione che suscita in lettori anche di formazione intellettuale e politica molto diversa. Il piccolo saggio di Houellebeq ha il grande pregio di rappresentare Lovecraft senza tentare di smussare in alcun modo le peculiarità del personaggio ma sforzandosi di collocarle nella cornice del suo mondo. E sottolineando che comunque – di fronte a racconti come Il colore venuto dallo spazio, Il richiamo di Chtulhu o L’orrore di Dunwich – non resta altro da fare che leggere e apprezzare uno dei maggiori scrittori di fantastico del secolo appena terminato.
Michael Houellebecq
H.P. Lovecraft, contro il mondo contro la vita
Bompiani PasSaggi, 2005
pp. 171, € 9,00
Trad. S.C. Perroni
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