Gao Xingjian
Una canna da pesca per mio nonno
Rizzoli
€ 6,80
Esce in edizione economica il primo dei libri di Gao Xingjiang a suo tempo tradotti in lingua italiana. Una raccolta di racconti, Una canna da pesca per mio nonno, Rizzoli. Sei racconti scelti personalmente dall’autore tra quelli pubblicati in due antologie, datate rispettivamente 1989 e 1996.
La prima sensazione alla lettura è quella della lentezza. Una lentezza che non appartiene allo stile o alle storie raccontate, ma che fa parte di un atteggiamento assorto, di apparente calcolata disattenzione grazie alla quale cogliere minimi particolari e sostare sulle parole. Le storie che Xinjiang racconta sono minime, banali eventi quotidiani: un viaggio di nozze, un incidente d’auto, un malore, un incontro, un ricordo e la lettura di un libro; fatti minuti che posseggono una risonanza profonda, quasi un’eco. Dietro ogni gesto e parola si annidano i gesti non fatti e le parole non dette, ciò a cui si rinuncia e ciò che non arriva in tempo, le intenzioni inconsce e le temute delusioni, l’ombra inafferrabile delle vite possibili, delle situazioni che avrebbero potuto prendere un’altra piega. I racconti di Xinjiang sono ordinati cronologicamente e non è difficile cogliere l’intenzione sempre più pressante di riuscire a restituire nella pagina le infinite sfumature di un attimo, rendere il lettore cosciente della coesistenza delle realtà – plurali, non singolari – delle partenze senza ritorno.
Difficile scegliere, tra questi racconti, quello dotato di un profilo più marcato. Ho apprezzato, per motivi poco più che personali, Il crampo e Un incontro al parco. Il primo per l’indefinita sensazione di smarrimento che racconta e che comunica al lettore, il secondo per la meravigliosa tessitura grazie alla quale un incontro mancato si rivela il riflesso di un incontro fallito. Un dialogo nella sera che avanza lentamente, trascinato per scongiurare l’incomprensione, un dialogo drammaticamente immobile, stanco e logorato, irto di equivoci e di frasi che non riescono a nascere. Poche pagine di un’intensità quasi insostenibile, davvero magistrali.
da LN-LibriNuovi 20 – inverno 2001