L’Orrore e altre storie del soprannaturale di John Berwick Harwood è un volume della collana Impronte, pubblicato dalle edizioni Hypnos nel febbraio 2014. Un libro di formato e di concezione particolarmente gradevoli che raggruppa quattro racconti – con testo originale a fronte – tratti dalla produzione di Harwood, scrittore poco noto ai nostri giorni ma letto nell’Inghilterra di metà Ottocento, anche se più per il suoi romanzi storici e di costume che per la sua limitata produzione di ghost-stories. A presentare l’autore e i suoi testi il curatore dell’edizione, Claudio Di Vaio, con la sua ottima (e ormai divenuta rara) postfazione, giustamente posta al termine del volume.
Un appassionato di ghost-stories può vivere senza aver letto John Berwick Harwood? Beh, a una domanda tanto diretta non si può dare che una risposta sfumata e poco impegnativa: forse. Le storie di Harwood sono ottimamente composte, scritte con garbo e con una notevole attenzione verso i caratteri femminili – uno degli elementi che indussero alcuni critici a ritenere che J.B.Harwood fosse lo pseudonimo di una scrittrice – ma i suoi fantasmi, anche se ottimamente introdotti risultano essere un filino troppo ovvi per una generazione di lettori che ha alle spalle migliaia di storie dell’orrore. La costruzione della vicenda è comunque rimarchevole – un narratore in prima persona, un incubo che ha spezzato la propria vita, il lento ricostruire della vicenda per i lettori, i presagi e le sensazioni e finalmente l’apparizione – e L’Orrore, il racconto che apre l’antologia, è assolutamente esemplare, da questo punto di vista.
Leggerlo è stato comunque divertente, anche se non ha aggiunto molto alla mia conoscenza di gotico. In compenso debbo ammettere che ha aggiunto qualcosa alla mia conoscenza di anziane nobildonne inglesi del XIX secolo e ai complessi e non facili rapporti che correvano tra loro.
John Berwick Harwood, L’Orrore e altre storie di soprannaturale, Hypnos Impronte 2014, pp. 236 testo orig. a fronte, € 15,90, trad., postfazione e note di Claudio Di Vaio
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