Miracoli e Giuramenti di Nancy Kress, Solaria Fanucci, ed. orig. 1996, trad. di Maurizio Nati, è stato definito da Danilo Arona, nel corso di un”intervista apparsa sul numero 13 di LN, un genetic thriller. Allora il romanzo non l’avevo ancora letto e la definizione, che sembrava prefigurare un’ennesima categorizzazione (chemical noir? biological novel?) mi aveva molto divertito. A lettura avvenuta debbo ammettere che la definizione è calzante, innanzi tutto per il ritmo da poliziesco di buon livello, in secondo luogo per la scelta di parlare di un qui-e-ora dove Dio solo sa che cosa stanno combinando sul genoma, umano e non solo.
Ben Kozinsky è un genetista brillante, molto vicino a risultati significativi nel campo dell’ingegneria genetica. Riceve un’offerta di lavoro decisamente allettante da una nuova ditta e, pochi giorni dopo, viene eliminato.
Pochi giorni prima era stata accoppata (in modo molto meno pulito) anche una ballerina di un locale di lap-dance di Las Vegas, amichetta del figlio di un influente boss della malavita. A pensare che tra i due omicidi vi sia un legame c’è giusto Robert Cavanaugh, un ufficiale di polizia tanto testardo quanto sentimentalmente patetico.
Uno dei pregi di un buon romanzo poliziesco è, come tutti sanno, che permette all’autore di mettere in relazione strati sociali e ambienti molto diversi, godendosi il risultato dei conflitti e disegnando in filigrana un profilo morale della società.
Come già nel ciclo dei Mendicanti di Spagna la società raccontata da Kress – la nostra società – appare frammentata e confusa, il terreno ideale di avventura e conquista per chiunque abbia un minimo di iniziativa e la necessaria mancanza di scrupoli.
Il ruolo demiurgico giocato dalle forze di polizia nel romanzo è pura apparenza. Nella realtà, fa sospettare Kress, è perfettamente possibile che la malavita organizzata – che forse è più corretto definire capitale criminale – che muove e controlla enormi risorse in tutto il mondo, possa “interessarsi” parecchio alle ricerche di ingegneria genetica.

Nancy Kress
Per quali scopi, al di là di quello illustrato nel romanzo – può immaginarlo il lettore.
A onore di Kress c’è da dire che i profili dei personaggi non vengono inesorabilmente compressi dalla vicenda, come sarebbe normale attendersi. Anzi, gli ostinati fax di Cavanaugh alla moglie perduta e lo strano miscuglio di amore / avversione di Judy Kozinsky nei confronti del marito sono parte di profili che fanno presto breccia nel lettore e non lo abbandonano tanto presto.
Autrice sottile, Kress non abbaglia il lettore con qualche prodigio tecnologico. Preferisce scavargli la terra sotto i piedi, fino a quando chi legge comincerà a trovare tutto perfettamente logico, anche ciò che a una semplice dichiarazione appare assurdo o inquietante.
E come fa? Semplice, passando dalla vita quotidiana, dagli strani impulsi che attraversano uomini e donne per il resto assolutamente normali. Un modo curioso di scrivere SF, ma che non delude.
Nancy Kress, Miracoli e giuramenti, Fanucci Solaria 2000, pp. 393, trad. Maurizio Nati, disponibile esclusivamente come usato.
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