Siamo particolarmente contenti di ospitare nelle nostre pagine l’ultima intervista condotta dall’ottimo Nicola Parisi ad uno dei più interessanti autori di horror contemporaneo, F.Paul Wilson. Ricordiamo che l’edizione originale dell’intervista è uscita sul blog di Nick, Nocturnia.
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Con estremo piacere presento l’ultima Intervista Notturna dell’anno 2013.
Chiudiamo veramente alla grande, con l’americano F.Paul Wilson, l’autore del capolavoro La Fortezza, in quella che è probabilmente la prima intervista che l’autore americano concede ad un blog italiano. Ringrazio F.P. Wilson per la sua gentilezza e anche per l’estrema disponibilità dimostratami. Buona Lettura a tutti!
(For english version please scroll down)
Nick : Benvenuto su Nocturnia, grazie per aver accettato l’intervista.
F. Paul Wilson: È strano per me essere intervistato da un sito chiamato Nocturnia. Perché assieme a Tom Monteleone ho recentemente dato il via ad una serie per giovani lettori intitolata proprio Nocturnia . Una edizione limitata del primo romanzo, Definitely Not Kansas, sarà pubblicata a breve da Gauntlet Press .
Nick: la mia prima domanda riguarda quali siano state le tue influenze letterarie, cosa ti ha avvicinato alla fantascienza prima e all’horror poi, e per finire: quali sono stati gli scrittori che ti hanno influenzato come lettore prima ancora che come scrittore? Naturalmente puoi inserire anche fumetti e film
FPW : Senza seguire nessun ordine particolare : H.P. Lovecraft , Richard Matheson, Ray Bradbury, Sax Rohmer, Wiliam Blatty, e così via. Tra gli autori non riconducibili all’orrore che mi hanno influenzato metterei : Robert Heinlein, Victor Hugo, Robert B. Parker, Poul Anderson, Raymond Chandler, Larry Niven, Charles Dickens, Fred Pohl, CM Kornbluth , Henry Kuttner, e molti altri i cui nomi mi sfuggono in questo momento . E suppongo che non dovrei dimenticare i fumetti della EC Comics, The Shadow, King Kong, i vecchi serial di Flash Gordon. Tutti quanti loro e tutto quello che ha afferrato la mia attenzione e non ho voluto lasciar andare via.
Ho imparato qualcosa da tutti coloro che ho citato finora, ma quello che ancora oggi mi influenza tematicamente ( ma non stilisticamente ), è HP Lovecraft. Il suo orrore cosmico ha scosso la mia visione del mondo quando ero nella mia adolescenza e da allora non mi ha più abbandonato. E’ un qualcosa che riecheggia per tutto il Ciclo dei romanzi di Reiparman Jack. Ho parlato del disturbante e dell’inquietante come essenziali al substrato dell’horror. La narrativa di Lovecraft – non le storie in sé stesse, ma ciò resta sottinteso – le presenta in abbondanza.
Nick: Sei conosciuto in particolar modo come uno scrittore di cicli: in particolar modo per The Adversary e Repairman Jack (ad un certo punto anche uniti insieme in un unico super Ciclo), quali sono secondo te i maggiori pregi e i maggiori rischi della narrazione seriale?
FPW: Il ciclo dell’ Avversario non è stato concepito inizialmente come tale. Mi piace creare storie legate tra loro- storie future o storie separate che però condividono le stesse ambientazioni, come il Villaggio di Monroe*sulla Long Island Gold Coast – ma non avevo nessuna intenzione di creare una serie. E’ semplicemente accaduto che avevo bisogno di creare due immortali bloccati in una guerra eterna quando scrivevo La Fortezza, e quindi mi decisi ad estrapolare i personaggi di Glaeken e Rasalom da Demonsong un racconto che avevo già scritto. I primi tre romanzi del ciclo sono stati concepiti come romanzi a sè stanti . Completamente indipendenti . Infatti l’ editore Wm Morrow ha respinto Il Sepolcro perché era troppo differente da La fortezza mentre The Touch non somigliava a nessuno degli altri due .
Poi mi è capitato di cominciare a lavorare a un romanzo intitolato The Chadham Clone. Anche quello sarebbe dovuto essere un romanzo a sé, senza alcun rapporto con La fortezza.
Lo avevo cominciato che anni prima, subito dopo aver terminato La Fortezza, ma non lo avevo terminato. (Ecco perché c’è un tale divario tra La Fortezza e Il Sepolcro.) Volevo farlo sembrare una sorta Rosemary’s Baby o di Omen, ma con in realtà un qualcosa di diverso (così come La Fortezza inizialmente assomiglia a un romanzo di vampiri, ma in definitiva non lo è). Volevo usare un’entità malvagia diversa dal trito e ritrito Anticristo , ma quale ?
Poi ho capito che quell’entità ce l’avevo già in Rasalom da La Fortezza. Avevo inoltre bisogno di un ambiente suburbano corrispondente a Manhattan , e ho realizzato che avevo a disposizione già uno in Monroe , dove avevo ambientato The Touch . Mi sono lasciato appassionare dalla sfida di legare questi due romanzi , e anche Il Sepolcro, con la reincarnazione di Rasalom, portando così libri a diventare un cerchio completo. Ha funzionato così bene che ho il sospetto che il mio subconscio li avesse già collegati tutti insieme sin dall’inizio.
Le cose si sono sviluppate da lì. Il risultato è stato uno schema per un romanzo consistente in più di 1.000 pagine. Nessun editore aveva però intenzione di pubblicarlo così com’era , così l’ ho spezzato in una trilogia (L’Avvento del Male, Vendetta, e Nightworld ) e l’ ho venduto sotto questa forma . Ma rimane un unico romanzo – un roman fleuve**, se preferisci. ( Questa, tra l’altro, è stata la prima volta, per me che avessi mai fatto qualcosa nulla del genere. Fino ad allora avevo sempre scritto il singolo libro, e poi lo avevo venduto. )
Nick: Ad oggi, uno dei tuoi maggiori successi rimane il romanzo La Fortezza del 1981, in cui non solo dai inizio al Ciclo di The Adversary ma introduci un personaggio di villain decisamente iconico come Molasar Rasalom. Per quasi tutta la durata del romanzo si fa il tifo per lui. Tutto il libro è praticamente un confronto \ conflitto tra due tipologie di male assoluto: Molasar e i Nazisti e i lettori sono portati a chiedersi se sia lecito scendere comunque a patti con una creatura pericolosa pur di abbattere il Nazismo. Tu, a distanza di trentadue anni dalla prima stesura di La Fortezza vedendo il ritorno un po ovunque delle ideologie totalitarie che che risposta daresti oggi?
FPW: Uno dei temi principali de La Fortezza è la seduzione del male. E più potente è il male – più si pensa che stia agendo per noi e più si pensa a quello che potrebbe fare per noi- e più seducente diventa ai nostri occhi. È il solito vecchio argomento: Il fine giustifica i mezzi?
No, non è possibile utilizzare il male per combattere un altro male, perché il male seduce e corrompe sempre. La maggior parte dei pianificatori utopistici condannano il fascismo però non sono avversi a mezzi nascosti o addirittura fascisti per raggiungere i loro scopi apparentemente benigni . Ma una volta che il totalitarismo è acceso, sia che provenga da destra o da sinistra, è quasi impossibile da disattivare.
Nick: dal momento che non tutto il Ciclo di The Adversary è stato tradotto in Italia, ti andrebbe di fare una sinossi del Ciclo stesso per i tuoi lettori italiani?
FPW: Beh , c’è una sorta di guerra in corso nel Cosmo tra due entità senza nome e senza forma . Non è la classica divisione tra Bene e Male che ci si potrebbe aspettare è un qualcosa più simile a indifferente vs tossico . Quelli tra noi esseri umani che sono a conoscenza dello scontro hanno chiamato il potere indifferente come The Ally e la potenza tossica come The Otherness\ l’Alterità . La Terra non è IL premio ma solo un pezzo sulla scacchiera cosmica . Questo gioco / guerra ombra è la causa di tutte le cose strane che accadono qui.
Glaeken e Rasalom , sono due immortali allineati ai poteri, sono stati i primi campioni in campo nel conflitto già ai tempi della Prima Era dell’umanità risalente a circa 15.000 anni fa. Già nel 15 ° secolo , Glaeken è riuscito a intrappolare Rasalom in un edificio ( La fortezza) nelle Alpi della Transilvania . Nel 1940 , l’esercito tedesco lo libera accidentalmente , ma solo parzialmente. Glaeken arriva e lo uccide prima che possa compiere la sua fuga finale. Glaeken in questo modo viene liberato dalla sua immortalità e ha permesso di invecchiare.
Ma Rasalom riesce a rinascere e ad aumentare la sua potenza fino al confronto finale che avviene in Nightworld
Nick: Da La fortezza è stato tratto un film girato da Michael Mann, sappiamo che il film non ti ha soddisfatto, in particolare cosa secondo te non ha funzionato?
FPW: L’Arroganza da parte di Mann , e nessuna vera comprensione del romanzo o per il genere. Mi fu detto che avrebbero aumentato il budget e creato una pellicola di 3 ore con una richiesta di qualche soldo in più per finire gli effetti speciali. La Paramount ha detto di no – il film fu tagliato a 90 minuti e via così. Comunque non mi piace né lui né il film .
Nick: Il tuo personaggio più conosciuto però rimane il mercenario Repairman Jack, che però se non sbaglio dopo la sua prima apparizione in The Tomb del 1984 hai aspettato quattordici anni prima di farlo tornare nel 1998 con Legacies, quindi inizialmente non era previsto che ritornasse. Cosa ti ha fatto cambiare idea?
FPW: Ho deciso di rendere Jack un anti Jason Bourne – senza operazioni militari in nero, SEAL , o formazione nelle forze speciali, niente CIA o coperture di polizia , nessun collegamento con la burocrazia . In altre parole, senza rete . Nessuno nel governo da poter chiamare in caso di bisogno. Egli deve fare affidamento sulle proprie ingegno e la propria di rete.
Avevo intenzione di rendere Jack come un personaggio one-shot , cosa che è abbastanza evidente col finale di Il Sepolcro. Come ho finito Il Sepolcro, ho pensato: ” Beh , questo personaggio è grande , così io devo far in modo di far sembrare questo ragazzo morto o altrimenti i lettori vorranno che torni. ” Avevo molti altri libri pianificati e non volevo correre il rischio di rimanere bloccato dentro una serie . Poi , molti anni più tardi, Jack è diventato un modo per uscire da una trappola in cui io mi ero rinchiuso con un contratto per libri di genere medical thriller .
Mi stavo annoiando scrivendo questo tipo di libri, dopo averne già scritti tre ero stato incaricato di scriverne un quarto.
Ho quindi avuto questa idea per un thriller tecnologico che sarebbe stato perfetto per Jack, solo che lui non era un medico . Così ho fatto in modo che fosse il suo cliente ad essere un medico e così ho ottenuto un medical thriller. All’editore è piaciuto il romanzo che ne è venuto fuori cioè Legacies e anche i fans di Jack erano felice lo stavo portando di nuovo in azione. Legacies è stato un romanzo divertente così ne ho dovuto scrivere un altro, e da lì è nato tutto quanto.
Nick: Repairman Jack, è decisamente libertario e anti governativo, quanto delle tue convinzioni personali hai portato nel personaggio?
FPW: Sono profondamente scettico, e una delle cose al riguardo di cui sono più scettico è il governo e le persone che hanno il cattivo gusto di correre per una carica pubblica. Jack riflette quella Weltanshauung . Non ha mai pagato le tasse e non è elencato in nessun tipo di registro governativo. Egli è veramente “il fantasma nella macchina “.
Nick: Uno dei tuoi romanzi più popolari in Italia è Messa di Mezzanotte del 2004, in questo libro dai un interpretazione dei Vampiri molto più simile a quella classica, mentre sembri allontanarti dalle versioni recenti (alla Anne Rice e Stephenie Meyer per intenderci). Secondo te quali sono le cose che possono creare un buon Vampiro e una buona storia di vampiri?
FPW: I vampiri non sono teneri. Per definizione il vampiro è un parassita. Non c’è simbiosi : si prende e non si dà niente in cambio. (L’unica cosa che può offrire è l’eternità vissuta come un parassita). In Messa di Mezzanotte li ho trattati come una forza maligna della natura, come una piaga, un virus. Non c’è una zona grigia c’è solo uccidere o essere uccisi. Non dico che questo sia l’unico modo per avvicinarsi alla narrativa sui vampiri, ma è il mio modo – in netto contrasto con qualsiasi altra cosa stia inondando il mercato. Ecco perché Messa di Mezzanotte è stato un tale successo internazionale: i vampiri spaventosi erano come una boccata d’aria fresca .
Nick: Messa di mezzanotte nasce dalla fusione e dall’espansione di due racconti:il primo Midnight Mass dal clima più ottimista il secondo The Lord’s Work dai toni più cupi. Sbaglio o i due racconti sono frutto del tuo rapporto col cattolicesimo e di due fasi diverse dello stesso rapporto?
FPW: Non hai menzionato la terza storia , Good Friday. Sì, io sono un cattolico redento ( il mio scetticismo preclude la mia partecipazione a qualsiasi religione). Ho abbandonato la Chiesa nella mia adolescenza, ma il fatto di essere andato alla scuola cattolica da bambino ha inciso alcune immagini e atteggiamenti dentro la coscienza che non si possono cancellare. La mia narrativa è costituita da una percolazione inquieta e instabile di Lovecraft e di cattolicesimo ( cosa particolarmente evidente nei romanzi L’Avvento del Male e Vendetta) .
Nick: Progetti futuri: a cosa stai lavorando e cosa ci dobbiamo aspettare da F Paul Wilson ?
FPW: Incredibilmente, ho avuto così tante richieste per un sequel per Messa di Mezzanotte che ho buttato giù alcuni appunti e raccolto idee per vedere se posso farlo differente dall’ originale. Non voglio fare una semplice copia del primo. Ho appena fatto una collaborazione con Sarah Pinborough. Sto delineando un nuovo thriller non appartenente alla serie Reiparman Jack. E inoltre, inizierò a lavorare con Tom Monteleone sui libri della serie Nocturnia .
* Cittadina del New Jersey dove F.P. Wilson ambienta molti dei suoi romanzi
** Dal francese: romanzo-fiume.
INTERVIEW WITH F. PAUL WILSON: THE ENGLISH VERSION
Today I present an interview with bestselling author F.Paul-Wilson
I thank Wilson for his kindness and availability, and also for giving me this interview-probably the first issued by F.Paul Wilson in an Italian blog.
Have a good reading to all of you.
Nick: Welcome to Nocturnia , thank you for accepting the interview.
F. Paul Wilson: How odd to be interviewed by a site called Nocturnia. Tom Monteleone and I have started a young reader series called NOCTURNIA. A limited edition of the first novel, Definitely Not Kansas, will be published soon by Gauntlet Press.
Nick: my first question is about what were your literary influences , what drew you to science fiction first and then to horror, and finally what were the writers who have influenced you as a reader even before that as a writer? Of course you can also enter comics and movies
FPW: In no particular order: H.P. Lovecraft, Richard Matheson, Ray Bradbury, Sax Rohmer, Wiliam Blatty, and so on. Non-horror authors have influenced me as well: Robert Heinlein, Victor Hugo, Robert B. Parker, Poul Anderson, Raymond Chandler, Larry Niven, Charles Dickens, Fred Pohl, C.M. Kornbluth, Henry Kuttner, and lots of others whose names escape me at the moment. And I suppose I shouldn’t leave out EC Comics, The Shadow, King Kong, the old Flash Gordon serials. Anyone and anything that grabbed my attention and wouldn’t let go.
I’m standing on the shoulders of all of the above, but the one still influencing me thematically (not stylistically), is H. P. Lovecraft. His cosmic horror shook up my worldview when I was in my teens and has stayed with me since. It echoes all through the Repairman Jack novels. I mentioned disturbing and unsettling as essential to the bedrock of horror. Lovecraft’s fiction—not the stories themselves, but their subtexts—deliver both in spades. .
Nick: Are you known particularly as a writer of cycles: especially for The Repairman Jack and Adversary (at one point even joined together into one super cycle) , which do you think are the major strengths and major risks of serial narrative ?
FPW: The Adversary Cycle did not start out as a cycle. I like doing connected stories – future histories or separate stories sharing the same milieu, like the Village of Monroe on the Long Island Gold Coast – but I had no intention of doing a series. It just happened that when I needed two immortals locked in eternal combat for The Keep, I flashed back to “Demonsong” and nabbed Glaeken and Rasalom.
The first three novels of the cycle were intended as stand alones. Completely unrelated. Wm. Morrow rejected The Tomb because it was too unlike The Keep. And The Touch was like neither.
Then I went to work on a novel called The Chadham Clone. It too was meant to be a stand alone, with no relation to The Keep. I’d started it years before, right after The Keep, but it didn’t gel. (That’s why there’s such a gap between The Keep and The Tomb.) I wanted it to look like a Rosemary’s Baby or an Omen but actually be something different (just as The Keep looks like a vampire novel for a while, but it’s not). I wanted to use an evil entity other than the tired old Antichrist, but who? Then I realized I already had that entity in Rasalom from The Keep. I needed a suburban setting convenient to Manhattan, and realized I already had one in Monroe where The Touch took place. I became intrigued by the challenge of tying those two novels, and The Tomb as well, into Rasalom’s reincarnation, bringing the books full circle. It worked so well that I suspect my subconscious might have been linking them all along.
Things grew from there. The result was an outline for a 1,000 plus page novel. Nobody was going to publish that, so I broke it down into a trilogy (Reborn, Reprisal, and Nightworld) and sold it that way. But it remains a single novel – a roman fleuve, if you will. (This was the first time, by the way, I’d ever sold anything on outline. Until then I’d always written the book, then peddled it.)
Nick: To date , one of your biggest successes is the novel The Keep ( 1981), in which you introduce not only the beginning of the cycle of The Adversary but a character as iconic villain decidedly Molasar . For almost the entire duration of the novel it’s rooting for him. The whole book is basically a comparison conflict between two types of absolute evil: Molasar and the Nazis and readers are led to ask whether it is permissible to go south to terms with a dangerous creature in order to bring down the Nazis. You, at a distance of thirty-two years from the first draft of The Keep, seeing the return of some of totalitarian ideologies that are everywhere what answer would you give today?
FPW: One of the themes of The Keep is the seductiveness of evil. And the more powerful that evil – the more you think it is doing for you and the more you think it can do for you – the more seductive it becomes. It’s the old ends-means argument: does the end justify the means? You can’t use evil to combat another evil, because evil seduces and corrupts. Most utopian planners decry fascism are not adverse to crypto- or outright fascist means to achieve their supposedly benign ends. But once totalitarianism is turned on, whether it comes from the right or the left, it’s almost impossible to turn off.
Nick: Because the whole cycle of The Adversary has not been translated into Italian, would you like to do a synopsis of the cycle for your Italian readers?
FPW: Well, there’s a war of sorts going on in the cosmos between two nameless, formless entities. It’s not the good-evil split you might expect, more like indifferent vs toxic. We humans in the know have named the indifferent power the Ally and the toxic power the Otherness. Earth isn’t THE prize, merely a piece on the cosmic chessboard. This game / shadow war is the cause of all the weird things that happen here. Glaeken and Rasalom, two immortals aligned to the powers, first lock horns about 15k years ago in the First Age. Back in the 15th Century, Glaeken managed to trap Rasalom in a building (The Keep) in the Transylvanian Alps. In 1940, the German army accidentally frees him, but only partially. Glaeken arrives and kills him before he can make his final escape. Glaeken is freed from his immortality and allowed to age. But Rasalom manages to be reborn and gains power until the final confrontation in Nightworld.
Nick: From The keep was made into a film by Michael Mann , we know that the
movie did not tell you satisfied, in particular, what do you think went wrong?
FPW: Hubris on Mann’s part, and no real understanding of the novel or the genre. I’m told he ran way over budget and handed in a 3-hour cut with a request for more money to finish the special effects. Paramount said no – cut it to 90 minutes and go away. Neither he nor I like the film.
Nick: Your character , however, remains the best-known mercenary Repairman Jack, but if I’m not mistaken after his first appearance in The Tomb of 1984 you’ve waited 14 years to get it back in 1998 with Legacies , and initially was not expected him to return . What made you change your mind?
FPW: I decided to make Jack an anti-Jason Bourne – with no black-ops, SEAL, or Special Forces training, no CIA or police background, no connection to officialdom. In other words, no safety net. No one in the government he could call on. He has to rely on his own wits and his own network.
I intended Jack to be a one-shot, which is kind of obvious at the end of The Tomb. As I finished The Tomb, I thought, “Well, this character is great—so I gotta make it look like guy is dead or they’ll want more.” I had books planned out and didn’t want to get locked into a series. Then, later on, Jack became a way out of a trap I got myself into with a medical thriller contract. I’d gotten bored with writing them after doing three and I was contracted to do a fourth. I had this idea for a tech thriller that would have been perfect for Jack, but it wasn’t medical. So I made his client a doctor and called it a medical thriller. The publisher liked the novel (Legacies) and Jack’s fans were happy I was bringing him back again.
Legacies was fun so I had to do another, and it’s been going from there.
Nick: Repairman Jack, is decidedly libertarian and anti- government, which of your personal beliefs have resulted in character?
FPW: I’m a bone-deep skeptic, and one of the things I’m most skeptical about is government and the people who have the bad taste to run for public office. Jack reflects that Weltanshauung. He has never paid taxes and is not listed anywhere on the government rolls. He is truly the ghost in the machine.
Nick: One of your most popular novels in Italy is Midnight Mass (2004) , you give to this book an interpretation of the Vampires much more similar to the classical one , while it looks like you take a distance from recent versions (with Anne Rice and Stephenie Meyer for instance). In your opinion, what are the things that can make a good vampire and a good vampire story?
FPW: Vampires aren’t cuddly. By definition the vampire is a parasite. There’s no symbiosis: it takes and gives nothing. (The only thing it can offer is eternity as a parasite.) In Midnight Mass I treated them as a malignant force of nature, like a plague, a virus. There’s no gray area there – kill or be killed.
I don’t say that’s the only way to approach vampire fiction, but it’s my way – in stark contrast to whatever else was flooding the market. That was why Midnight Mass was such an international success: frightening vampires were like a breath of fresh air.
Nick: Midnight Mass – born from the merger and expansion of two stories: the first Midnight Mass from the most optimistic climate according to the The Lord’s Work by darker tones . Am I wrong or the two stories are the result of your relationship with Catholicism and two different stages of the same report?
FPW: You didn’t mention the third story, Good Friday. Yes, I’m a recovering Catholic (my skepticism precludes my participating in any religion). I dropped out of the Church in my teens, but going to Catholic school as a child engraves certain images and attitudes on your consciousness that you can’t erase. My fiction is informed by an uneasy and unstable percolation of Lovecraft and Catholicism (especially evident in Reborn and Reprisal).
Nick: Future Plans : What are you working on and what can we expect from F Paul Wilson in the near future?
FPW: Oddly enough, I’ve had so many requests for a sequel to Midnight Mass that I’ve been making some notes and gathering ideas to see if I can make it distinct from the original. I don’t want simply to do more of the same.
I just did a collaboration with Sarah Pinborough. I’m outlining a new non-Repairman Jack thriller. And I’ll be working with Tom Monteleone on the Nocturnia books.
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