Ciò che non ci insegnarono – e che invece avremmo dovuto imparare – era il senso di responsabilità verso la pagina stampata. Se devi mettere delle parole su carta, non dovranno essere solo le più belle che tu riesca a immaginare, ma le idee dietro di esse dovranno essere meditate a fondo. Devi considerare per chi stai scrivendo e cosa vuoi dire loro – e soprattutto, come vuoi che reagiscano a ciò che tu racconti.
David Gerrold, The Trouble with Tribbles, 1973
Nel panorama abbastanza squallido della fantascienza nazionale, fitto di ristampe ed edizioni mediocri, ci si trova spesso a gioire per le piccole fortune – non potendoci permettere le fortune maggiori.
Ed è perciò un evento da celebrare la comparsa sugli scaffali di un grosso volumone da Mondadori, un Oscar di oltre 1500 pagine, che riunisce sotto ad un’unica (brutta) copertina i quattro volumi di David Gerrold dedicati agli Chtorr.
Si gioisce, nonostante la scarsa qualità de La Guerra contro gli Cthorr come oggetto; il volumone non solo ha una brutta copertina, ma è pure stampata su cartoncino troppo sottile, che rende il mastodontico volume flaccido e poco maneggevole.
Si gioisce nonostante il ciclo degli Cthorr offerto al lettore sia clamorosamente incompleto.
Mancano infatti gli ultimi tre romanzi – ma semplicemente perché David Gerrold non li ha mai scritti.
Suona un po’ come una truffa, eh?
Ma poi, cos’è uno Cthorr?
Perché ci si fa la guerra?
E perché la ricomparsa sugli scaffali del ciclo, seppure incompleto, è motivo di gaudio?
Sono stato un appassionato di fantascienza fin da quando riesco a ricordare. Sono cresciuto nella Biblioteca Civica di Van Nuys, California, chiedendo regolarmente in prestito il massimo consentito – dieci libri la settimana. I miei amici d’infanzia erano Robert A. Heinlein e Isaac Asimov e Theodore Sturgeon e Henry Kuttner e C.M. Kornbluth e Frederik Pohl e… beh, ci siamo capiti. (David Gerrold, The Trouble with Tribbles, 1973]
David Gerrold esordì giovanissimo con lo script per un episodio della classica serie televisiva Star Trek; in Trouble with Tribbles, l’astronave Enterprise viene invasa da un’orda inarrestabile di creaturine batuffolose simili a ponpon di peluche (beh, in effetti erano ponpon di peluche) che si riproducono come criceti assatanati causando ogni sorta di ridicolo inconveniente. Toccherà all’eroico Capitano Kirk – per una volta privato dell’opportunità di restare a torso nudo e impalmare una bella aliena – ed al suo equipaggio risolvere la minaccia.
Come sempre in barba ai Klingon.
Si ride parecchio.
L’episodio è fra i più popolari della serie – tanto fra i fan quanti fra gli spettatori occasionali – e contribuì a lanciare la carriera dell’aspirante scrittore Gerrold.
Nei primi anni ’70 l’autore proseguì a lavorare su Star Trek (partecipando con alcuni script alla famosa o famigerata serie animata) e su altre produzioni televisive, e pubblicò alcuni tie-in hollywoodiani – vale probabilmente la pena ricordare la novelazation di Battaglia per il Pianeta delle Scimmie.
Poi, nel 1980, Gerrold avviò la serie Starwolf, sulle (dis)avventure militari di una astronave da guerra in un futuro remoto in cui vaste flotte mercantili solcano gli spazi siderali, sotto scorta armata perché l’umanità deve vedersela con i Morthan (da «more than human»), superuomini prodotti dall’ingegneria genetica. I debiti verso Star Trek sono evidenti, ma la serie permise a Gerrold di costruirsi un buon seguito fra gli appassionati di space opera militare.
E nel 1983, finalmente, atterrarono gli Cthorr.
Il ciclo degli Cthorr comprende al momento quattro romanzi (quelli ristampati da Mondadori): A Matter for Men (1983), A Day for Damnation (1984), A Rage for Revenge (1989), A Season for Slaughter (1992).
Di cosa parlano?
In un futuro molto prossimo, la civiltà umana è stata sfiancata e portata sull’orlo dell’estinzione da una serie di epidemie e collassi ecologici.
Mentre un governo globale dall’aria molto dubbia cerca di rimettere in piedi una parvenza d’ordine – ma le probabilità sono forti che si sia raggiunto e superato il punto critico, e l’umanità sia destinata all’estinzione – in diverse località del globo fanno la loro comparsa dei colossali vermi chelati.
Gli Cthorr.
Sono intelligenti.
Sono ostili.
Mangiano le persone.
Il governo provvisorio nega, o minimizza.
Ciò che rimane dell’establishment scientifico – descritto come una via di mezzo fra una confraternita universitaria e un circo a tre piste – vuole studiare le creature ma non accetta le testimonianze più radicali su di esse.
L’esercito le vuole distruggere.
Col lanciafiamme.
La serie segue le avventure di Jim MacCarthy, già studente di biologia ed ora ufficiale dell’esercito, al quale è stato affidato, prima, un lanciafiamme, e successivamente l’ingrato compito di capire cosa diavolo stia succedendo.
E ciò che sta succedendo è che siamo stati invasi, nel più classico stile da invasione aliena, e gli Cthorr stanno rimpiazzando lentamente ma inesorabilmente la nostra biosfera con la loro.
E intanto ci mangiano.
È qui che la serie si discosta maggiormente dalla «classica» fantascienza militare (genere del quale viene comunque considerato un pilastro), per passare ad una più interessante – e competentemente scritta – fantascienza hard di impianto investigativo. La biologia degli Cthorr – che è anche la loro arma principale – è piacevolmente intricata e credibile.
L’accoppiata ecologia aliena/vermi giganti potrebbe ricordare ad alcuni il classicissimo Dune, di Frank Herbert, che Gerrold ovviamente conosce ma che si trattiene dall’imitare.
E se non è certo la prima volta che gli invasori alieni tentano di terraformare il nostro pianeta a loro gusto (lo facevano già i marziani di Wells), è certo la prima volta che lo fanno in maniera tanto coerente e credibile.
Il povero Jim MacCarthy dovrà mettere tutto il proprio ingegno al lavoro per risolvere il rompicapo alieno – e intanto dovrà correre molto veloce per non finire sgranocchiato dai soggetti del suo studio.
Che, in effetti, cominciano quasi a risultargli simpatici, paragonati alla corruzione che vede nella burocrazia dominante.
Questo ulteriore elemento – la crescente sensazione di una distropia tutta umana, troppo impegnata a sfaldarsi sotto le proprie spinte autodistruttive per avere il tempo e il modo di contrastare gli invasori, aggiunge una dimensione nuova alla serie.
Che qui si interrompe.
I tre romanzi conclusivi, A Method For Madness, A Time for Treason e A Case for Courage, risultano sospesi a tempo indeterminato.
Gerrold ha altro da fare.
Questo giustifica una certa rabbia omicida nel lettore – che si vede costruire una colossale incastellatura e, nel momento in cui potremmo cominciare davvero a goderci l’azione, il dramma e la sfida intellettuale, la storia si ferma.
Alcuni detrattori hanno sommariamente liquidato il ciclo degli Cthorr come il più colossale coitus interruptus della storia del fantastico.
Vale allora la pena di perdere un mese a leggersi le 1500 pagine dell’Oscarone di fresco stampato?
Probabilmente si.
David Gerrold scrive molto bene – e la traduzione di Claudia Verpelli e Silvia Lalia, pur con alcuni refusi molto comici, rende più che discretamente giustizia all’autore. L’edizione Oscar utilizza oltretutto il testo riveduto nel 1989 – quando Gerrold ripristinò alcune parti dei romanzi che l’editore originale non aveva gradito (ad esempio alcuni contenuti omosessuali). Non solo quindi tutto quel che c’è di disponibile, ma anche nella forma più completa.
La fantascienza militare ci ha dato opere migliori (Hammer’s Slammers di David Drake, ad esempio, che per lo meno è completa), ma raramente con una solida contropartita scientifica. Certo, Gerrold condivide con gran parte degli autori di fantascienza militare la teoria che la diplomazia sia per i perdenti, ma se alcuni passaggi sono un po «preachy», come dicono gli inglesi – se insomma in alcune parti (specie quando si parla di politica) tende a salire in cattedra, a sbrodolarsi e a sostenere posizioni ampiamente discutibili, è anche vero che il ragazzo sa scrivere molto bene una scena d’azione, e dipinge un futuro credibile, in cui personaggi (abbastanza) credibili affrontano problemi credibili.
Sarebbe bello leggere il seguito?
Certo.
Così come sarebbe bello leggere qualcosa di nuovo che non fosse passato attraverso il «processo Urania».
Ma mentre aspettiamo, gli Cthorr sono una compagnia più che degna.
David Gerrold
Guerra contro gli Chtorr
Arnoldo Mondadori 2007, pp. 1563, € 18,00
trad. S. Lalìa,
S. Verpelli
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