Le edizioni Giano (*) , sul cui catalogo ho già trovato vere delizie, ci offrono la riscoperta, o forse la scoperta per l’Italia, di una scrittrice inglese penalizzata dall’omonimia con la famosa attrice dagli occhi viola.
Per quel che mi riguarda, Elizabeth Taylor (1912-1975) può degnamente sostituire il vuoto lasciato dall’esaurimento delle traduzioni di Barbara Pym e Penelope Fitzgerald. Quello che le accomuna non sono le tematiche ma la leggerezza del tocco narrativo, la grande capacità di delineare caratteri e ambienti, l’ironia sotterranea e la totale mancanza di sentimentalismo e moralismo.
Angel, la protagonista del primo romanzo, è uno di quei personaggi di cui, una volta incontrati, non ci si libera più. Adolescente all’inizio del Novecento, ignorante e presuntuosa, per sfuggire a una vita frustrante si improvvisa scrittrice. Con la forza della sua arroganza, della mancanza di autocritica, riesce a convincere un editore a pubblicarla. Furiosamente grafomane, sfrenata nell’immaginazione, scrive romanzi «scollacciati» e ingenui, caricaturali per la critica e irresistibili per il pubblico. Il successo è immediato ed enorme. Nulla sembra più impossibile per Angel: l’aristocratica residenza su cui fantasticava nell’infanzia diventa sua, può permettersi abiti, feste, lussi insensati, e persino il matrimonio con l’uomo che ama. Né bella né simpatica, è però capace di legare a sé le persone che le gravitano intorno. Poi c’è la Prima guerra mondiale, il mondo cambia, il successo svanisce, il denaro scarseggia, ma Angel, figura ormai grottesca, sopravvive prigioniera delle sue illusioni. Con regale egocentrismo vede solo quello che vuole vedere. Offre ai rari ospiti le pesche marce delle serre ormai in abbandono come fossero primizie. Conserva religiosamente il ricordo del marito traditore, attribuisce a un complotto dei critici la sua eclissi di scrittrice. Finché ci riesce. E anche il lettore, che la realtà la conosce, non può che inchinarsi alla grandezza di questo straordinario personaggio.
Più normale, ma altrettanto precisa, è la figura di Amy, borghese inetta e viziata, che durante una crociera nel Mediterraneo si ritrova improvvisamente vedova. Le circostanze la obbligano a accettare le premure di una giovane scrittrice americana, Martha, entusiasta, spontanea e generosa quanto Amy è egoista e cauta. Al ritorno a Londra il loro rapporto continua malgrado la scarsa disponibilità di Amy, che odia sentirsi in debito con una persona così lontana dal suo ambiente, squattrinata e goffa. Ma mentre Amy si ricostruisce una vita a sua immagine e somiglianza tra gli agi, un figlio tiepidamente amato, nipotine appena sopportate, un premuroso cameriere e un nuovo compagno, Martha corre intrepida e sconsiderata verso il suo destino. Insomma, i ricchi piangono ma poi trovano il modo di consolarsi, mentre i poveri che vivono con audacia inciampano nella vita e si fanno male.
Due bei romanzi ottimamente tradotti, che non dimostrano gli anni e regalano ore di intenso piacere.
da LN-LibriNuovi 34, Estate 2005
(*) I due romanzi figurano ora nel catalogo di Neri Pozza che nel frattempo ha acquistato Giano, diventata ora Nuova Giano
da Angel, il regista François Ozon ha tratto il Angel – La vita, il romanzo
Qui alcune scene del film Angel:
Angel
Neri Pozza 2007
ed. or. 1957, pp. 304, € 16,50
trad. di Claudia Valeria Letizia
Colpa
Neri Pozza 2008
ed. or. 1976, pp. 208, € 15,00
trad. di Claudia Valeria Letizia