di Massimo Citi
Al ritorno dal lavoro Heisuke apprende da un notiziario televisivo dell’incidente accaduto alla moglie Naoko e alla figlia undicenne Monami, partite in corriera per una gita in montagna. Incredulità, smarrimento, dolore i successivi stati d’animo del protagonista che si mette immediatamente in viaggio per arrivare all’ospedale dove sono ricoverate. Al suo arrivo scopre che per la moglie non c’è più nulla da fare mentre per la figlia ci sono ancora speranze.
Heisuke non abbandona il letto della bambina fino a quando, finalmente, Monami non si riprende dal coma. Ma le sue prime parole sconvolgeranno ancor di più il povero padre: «Io non sono Monami, sono Naoko». Il corpo della ragazza ospita ora la mente, i ricordi e i pensieri della moglie morta.
Questo è il principale (e in definitiva unico) spunto fantastico dal quale prende le mosse il romanzo di Higashino. Ritornato a casa Heisuke dovrà abituarsi a convivere con un’adolescente e in seguito una giovane donna la cui mente ospita le esperienze e i desideri – ivi compresi quelli carnali – di una donna adulta: sua moglie. Naoko/ Monami dovrà ritornare a scuola, fingere di riconoscere i suoi insegnanti e i suoi amici, vestire i panni di un’adolescente. La sostituzione avrà effetti drammatici sulla vita coniugale di Heisuke e Naoko. Completamente scomparsa ogni intimità fisica – impensabile e inaccettabile per il marito – i due vivranno un simulacro segreto di matrimonio, ciascuno obbligato a occupare un ruolo senza più significato. E la frattura è destinata ad allargarsi. Mentre Heisuke vive accanto alla moglie/figlia un rapporto innaturale segnato da un’insostenibile provvisorietà, Naoko scoprirà che lo strano scherzo giocatogli dal destino è in realtà una seconda possibilità, l’occasione per riparare gli errori commessi e afferrare le occasioni perdute. Naoko studierà, non sarà nuovamente una casalinga. Si iscriverà alle superiori e poi all’università, comincerà a condurre una vita sociale che, fatalmente, lascerà il marito/padre sullo sfondo.
Heisuke dovrà così fare i conti con un sentimento imprevisto: la gelosia. Pur rifiutandosi di provare desiderio per la moglie non potrà fare a meno di sorvegliarla e seguirla, consapevole lui per primo dell’assurdità del proprio atteggiamento. Una situazione sempre più insostenibile destinata a concludersi con un colpo di scena finale sul quale è opportuno, naturalmente, tacere.
Higashino Keigo |
Un romanzo interamente incentrato sul tema del rapporto – di desiderio e potere insieme – sul quale è fondata la vita coniugale. Sul mutare della condizione della donna, e in particolare sull’autopercezione che la donna ha di se stessa e delle proprie aspirazioni. Ma La seconda vita di Naoko è anche una compiuta metafora del desiderio materno di uccidere la propria prole, destinata a sopravvivere e a monopolizzare a lungo una parte non piccola dell’affetto e dell’inconfessato desiderio paterno, tanto da relegarla alla parte, secondaria nonostante tutta la retorica del caso, di madre. L’approccio di Higashino a questi temi non ha però nulla di forzatamente drammatico o di artificiosamente tormentato; la narrazione procede piana, scandita dai ritmi della vita quotidiana, in qualche momento divertente, in altri intrisa di malinconia. La coscienza della fine necessaria della loro strana storia è presente in ogni momento passato insieme, ma Heisuke e Naoko resistono a lungo, con un curioso coraggio fatto di abitudini, di gesti riconosciuti e familiarità discreta. Nonostante tutto non intendono rinunciare l’uno all’altra, anche se la vita li spinge in direzioni divergenti.
Maggior pregio del romanzo è proprio il registro minimale scelto da Higashino. I suoi personaggi sono quanto di più ordinario si possa immaginare: Heisuke è un caposquadra, Naoko una casalinga, le loro esistenze scorrono in argini fatti di pudore e decoro e i loro desideri sono del tutto comuni. Obbligati a vivere una situazione assurda reagiscono con la dignità di chi «non ha tanti grilli per la testa».
Principale difetto del romanzo la sua lunghezza. L’autore ha infatti affiancato alla vicenda principale la storia parallela delle due famiglie dell’autista della corriera, il colpevole dell’incidente nel quale hanno perso la vita Monami e altre persone. Pur apprezzando la sensibile attenzione con la quale questa seconda vicenda viene narrata, infatti, viene spontaneo chiedersi se e quanto sia necessaria all’economia generale dell’opera.
Un romanzo curioso e sicuramente inconsueto, che si presenta nei panni del romanzo del soprannaturale per stemperarsi in accorato ritratto di famiglia e riflessione sui ruoli femminili nella famiglia.
Higashino Keigo
La seconda vita di Naoko
Baldini Castoldi Dalai ed. 2006,
pp. 421, € 18,50
trad. P. Scrolavezza