José Ovejero
Nostalgia dell’eroe
Voland
€ 15,00
trad. B. Bertoni
Chi è un eroe? Non è mai stato facile rispondere ad una domanda del genere ma in questo tempo in cui per eroe ci è proposto anche l’impensabile forse lo è davvero più di tutti chi come Neftalì Larraga (ovvero un individuo comune che ha vissuto profondamente il proprio tempo e di cui si dice da subito che probabilmente non era un uomo coraggioso e che il coraggio che aveva a volte dimostrato era forse dipeso soltanto da una sorta di debolezza del carattere), chi come Neftalì, dicevo, si porta addosso a mo’ di sortilegio la propria vita e con quella strega del medesimo maleficio (perché il sortilegio toccato in sorte a Neftalì non è di quelli buoni, ahilui) le persone che mischiano con lui la loro esistenza.
Neftalì è stato semplicemente un uomo che ha vissuto in fondo con tutte le proprie contraddizioni, facendo sempre soffrire di pene senza rimedio tutte le persone che sono capitate nel raggio delle sue azioni vuoi per una ragione o per un’altra. Una vita divisa a metà, la sua, sia geograficamente che nei fatti della sua storia pubblica e privata: da una parte la Cuba natia, dall’altra la Spagna, due terre accomunate dalla lingua e dalla dittatura, regime che Neftalì subisce rispondendo sempre e comunque con un forte desiderio di libertà che si concretizzerà ovunque con la rivolta armata.
Ripercorrere la vita di Neftalì (che si immagina ricostruita postuma dal giovane nipote Ramon) è ripercorrere la storia di un secolo intenso, grondante di forze, propositi e sventure. Uscito giovanissimo da Cuba per sfuggire alla dittatura di Machado, Neftalì finisce in Spagna dove conoscerà Amparo, la donna che amerà ostinatamente fino all’ultimo respiro e che gli darà una figlia. Ma la Spagna sarà per lui solo una parentesi: la vittoria del regime franchista, contro cui aveva combattuto, lo costringerà infatti a ripartire in modo fortunoso verso Cuba, lasciando sul continente la giovane sposa e la figlia neonata. E questo sarà il suo cruccio perpetuo.
Il proposito di tornare nella penisola iberica o ricongiungersi con loro a L’Avana resterà infatti sempre disatteso nonostante i suoi sforzi. Sarà il caso, un caso testardo ed accanito, a dargli una nuova moglie a Cuba, una donna che lo salva da morte certa e con cui, quasi senza volerlo, costruirà una nuova famiglia verso la quale non riuscirà mai a far nascere dentro di sé un forte legame.
Saranno gli anni dell’ultima gioventù di Neftalì, quella ancora una volta spesa a combattere una guerra, stavolta accanto a Castro, e poi saranno gli anni definitivi, una volta vinta la Rivoluzione, contraddistinti da una vecchiaia delusa e rancorosa, appartata e schifata di tutto. Del mondo esterno in totale degrado e traditore dei propri principi, delusa del proprio mondo intimo e personale, perché Neftalì è sconfitto e in rovina ininterrotta nella sua anima.
Libro bello ed intenso, che è al tempo stesso storia sociale e saga familiare, Nostalgia dell’eroe lascia addosso una impressione forte, di quelle, per lo meno per me, difficili da rimuovere. A tratti epico, a tratti schierato (senza disturbare nessuno), lo spagnolo Ovejero riesce a dar colore a un bell’affresco che porta con sé buona parte della forza e della vivacità della letteratura sudamericana maggiore. Quella che, come un’anomalia del nostro orizzonte culturale, finisce sempre per stupirci.
da LN-LibriNuovi 35, disponibile a metà settembre 2005