Lorenzo Licalzi
Che cosa ti aspetti da me?
Rizzoli
€ 14,50
Finalmente un bel libro, scritto bene da un autore che (e non sono poi così tanti) conosce alla perfezione la grammatica e la sintassi italiane e profondamente l’animo umano.
È la storia di una anziano fisico nucleare, Tommaso Perez, che, colpito da un ictus che lo ha lasciato emiplegico, trascorre i suoi ultimi anni in una casa di riposo.
E qui era facile scivolare nel mélo, ma ciò non avviene: si parla di sentimenti senza fare del sentimentalismo, si descrivono il cinismo e le bizze del settantenne Tommaso Perez senza sfiorare la disperazione o il rancore, si scrutano i recessi più intimi di una vita con lo stesso pudore che è un atteggiamento caratteristico del protagonista.
Lorenzo Licalzi possiede la qualità, ormai rara, di narrare con semplicità i fatti importanti della vita, di tratteggiare i personaggi (e ce ne sono molti tra i ricoverati) con humour e rispetto della loro condizione umana, senza indulgere alla tentazione di folli percorsi psicologici. In un ambiente non piacevole, se non ostile, Tommaso Perez vive con sofferenza la sua condizione di non autosufficiente, però senza piangersi addosso e, negli ultimi passi del suo «viale del tramonto», viene folgorato dalla consapevolezza che la vita è un’altra cosa: è l’esplosione di un amore – mai confessato apertamente – che nasce dall’incontro fortuito con Elena, ospite anche lei della casa di riposo, Elena che rappresenta l’approdo sicuro e dolcissimo per il suo animo ribelle e scorbutico.
Dico che si tratta di un libro scritto bene, anzi benissimo, perché l’autore poteva cucire episodi e fatti con il filo della banalità e della sdolcinatura (a modo di soap opera) e invece ha scritto un piccolo capolavoro di buon gusto e commovente.
Se leggendolo sentirete sul vostro viso una lacrima, non vergognatevi: significa soltanto che siete ancora ricchi di umanità e di fantasia e che vi piace volare più in alto delle miserie di questo mondo.