Gradevole e vivace anche se in qualche momento ingenuo e superficiale, politically correct come certi telefilm americani di produzione recente, in qualche occasione innocentemente goffo o francamente discutibile, La genesi della specie, primo volume della trilogia Neanderthal Parallax, è stato il romanzo vincitore del Premio Hugo 2003, un riconoscimento che appare francamente sproporzionato al livello complessivo del romanzo. Difficile credere che nel corso del 2002 non siano state scritte opere di maggiore impegno e complessità. Probabile sia stata propria la relativa semplicità della vicenda, la simpatia del protagonista homo neanderthalensis giunto da una Terra parallela e l’innesto di temi tipici del legal thriller nel corpo della narrazione sf ad avere determinato il successo del testo di Sawyer. Non ultimo tra gli elementi del successo del libro, probabilmente, il fascino inevitabilmente swiftiano del racconto di una specie intelligente ominide ma non umana che giudica con stupore e perplessità il successo della nostra.
Un libro gradevole, in sostanza, ma da leggere senza eccessive aspettative.
Da segnalare con un sentimento molto vicino all’entusiasmo la bibliografia di testi di divulgazione paleoantropologica (una volta tanto aggiornata) inserita nell’edizione italiana per chi volesse approfondire il tema delle origini della nostra specie. Un’idea che meriterebbe trovare larga diffusione nei romanzi di genere sf.
Nota: dopo la prima edizione italiana di Fanucci, utilizzata per stendere la recensione, uscì un’edizione in Urania, qui raffigurata.
Robert J. Sawyer
La genesi della specie
Mondadori Urania, 2009
€ 3,90
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