Uscito a ruota di Cancellazione, Glifo è un curioso romanzo in miracoloso equilibrio tra Kurt Vonnegut e P.G.Wodehouse. Una vaudeville feroce e nichilista che si permette di inserire tra i suoi personaggi Roland Barthes – facendone un furbastro dall’eloquio ermetico e dalla condotta moralmente discutibile – e arruola nei suoi riferimenti buona parte della cultura letteraria e filosofica dell’Occidente.
A reggere un’impalcatura tanto impegnativa un personaggio «eccezionale», ovvero un bambino di età compresa tra i dodici mesi e i due anni con un Q.I. pari a 475, pensatore raffinato e anticonformista e abile scrittore ma incapace di parlare e non troppo abile a controllare il proprio sfintere.
Il padre di Ralph – questo il nome del bimbo prodigioso – è un «poststrutturalista fallito» vanamente a caccia di un posto di prestigio in un College e tanto appassionato di Roland Barthes da ospitarlo a casa propria tollerando, in cambio della promessa di leggere un suo manoscritto, che l’ospite gli insidi la moglie. Da quando Ralph possiede un minimo di raziocinio – intorno ai dieci mesi di età – adora la madre, pittrice volenterosa ma tutt’altro che geniale, che lo ricambia passandogli libri e tacendo al marito le straordinarie qualità del piccolo:
Ho letto la Bibbia, il Corano, tutto Swift, tutto Sterne, Baldwin, Joyce, Balzac, Auden, Theodor Roethke. Ho studiato la teoria dei giochi e quella dell’evoluzione, la genetica e la dinamica dei fluidi. Ho letto di Jesse James, Bonnie e Clyde, Joseph McCarthy. Ho letto il manuale di istruzioni della Saab comprata nel ’63 dai miei, della lavatrice Maytag, del condizionatore Kenmore.
e disprezza il padre «Cicciobombo»:
In quasi tutto quello che faceva, tra cui senz’altro il sesso, confondeva l’entusiasmo con la passione. Era una specie di asceta involontario. […] La sua ottusità era tanto profonda da risultare accecante. Anche nell’ottusità ci deve essera una certa moderazione, chiamalo buongusto. Ma la sua ottusità era debordante.
Ma quando finalmente le doti di Ralph diventano evidenti il padre si rivolge a una psichiatria infantile, la dottoressa Steimmel, una donna tanto presuntuosa e incapace quanto ambiziosa. Per la Steimmel, Ralph rappresenta l’occasione per uno studio che la catapulterà ai vertici delle Scienze cognitive mondiali. Così rapirà il bambino nascondendolo in un centro di ricerche. A metterle i bastoni tra le ruote l’immancabile collega behaviourista skinneriana – la dottoressa Davis – dotata di regolamentare scimpanzè «già molto più avanti di Washoe».
Ralph punterà abilmente sulla concorrenza tra le due donne per riuscire a fuggire. Ma il rapimento da parte della Steimmel sarà solo il primo di una serie che finirà per dimostrare al povero Ralph che anche la più sopraffina intelligenza è impotente davanti alla stupidità quando quest’ultima si fa organizzazione e sistema.
La serie di rapimenti permette ad Everett di allineare e colpire istituzioni di grande prestigio. In primo luogo il sistema universitario, popolato di individui affamati di fama, denaro e carriera e quindi necessariamente ottusi e conformisti, passando all’organizzazione statale e alle strutture militari, senza comunque trascurare la Chiesa cattolica americana, della quale vengono ricordati i discutibili appetiti sessuali di molti suoi membri.
E non è finita. Attraverso Ralph e i suoi appunti e riflessioni, Everett si prende gioco di tic, formalismi, convenzioni e retoriche della semiologia e della filosofia della fine del ventesimo secolo, dell’uso non sempre motivato e opportuno del greco antico e del tedesco e di codici e formule che spesso hanno il solo scopo di inscenare un’inoppugnabilità matematica che le scienze umane non posseggono per statuto.
Ma presentare Glifo come un raffinato e geniale romanzo satirico non rende giustizia al meditato e paradossale pessimismo che è facile riconoscere dietro le osservazioni contorte, assurde o candidamente brutali, le poesie singolarmente sgraziate, i giochi di parole, le dimostrazioni e controdimostrazioni filosofiche, i diagrammi e i «simulacri» di Ralph.
La conoscenza di complessi meccanismi di pensiero e delle ardite conclusioni di filosofi e scienziati non può spiegare completamente – né tantomeno impedire – che gli impulsi irrazionali, contraddittori o semplicemente masochisti di un’umanità in affanno diventino forme abituali di reazione e di comportamento.
Percival Everett
Glifo
Nutrimenti
€ 15,00
trad. M. Rossari
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.