D. Castellazzi
A-Z Manga. Guida al fumetto giapponese
(Coniglio)
Chi intendesse comprare questo volume con l’intenzione di leggere un saggio sul mondo dei manga ne rimarrebbe deluso. Così come chiaramente dichiarato nella prefazione si tratta piuttosto di un dizionario scritto per aiutare gli appassionati ad orientarsi nel vasto mondo dei comics nipponici.
Da questo punto di vista il libro è sicuramente ben riuscito. Presenta oltre cinquecento voci, alcune delle quali possono risultare molto utili dal momento che danno spiegazioni su terminologie o generi particolari e forniscono informazioni su diverse riviste del settore non solo giapponesi ma anche americane ed europee. Seppure non sia possibile in un solo volume di meno di duecento pagine citare tutte le innumerevoli opere prodotte dai mangaka (fumettisti) nipponici, sogna comunque riconoscere che l’autore è riuscito a fare una pregevole selezione.
Dobbiamo tuttavia al contempo rilevare come egli abbia tralasciato alcuni titoli che gli esperti del settore giapponesi considerano fondamentali (ad esempio non compaiono i lavori di Ôshima Yumiko (1947 -) e di Okazaki Kyôko (1963-) che vengono ritenuti pietre miliari nella produzione degli shôjo manga – fumetti per ragazzi – e le cui storie sono di tale qualità da trascendere il genere ed essere considerate delle vere espressioni della più alta arte del racconto illustrato). Si parla della versione del Genji Monogatari di Yamato Waki (1948 -) – della quale per altro non compare una voce a dispetto del fatto che abbia disegnato manga]/i] assai popolari come Haikara-san ga tôru da noi tradotto con il nome di Mademoiselle Anne – tratto da una famosa opera letteraria del periodo Heian (794-1192), ma non è menzionata quella recente di Egawa Tatsuya (1961-) pubblicata a partire dal 2001 che ha destato molto interesse per l’inconsueta unione tra un erotismo quasi pornografico e un attento commento del testo originale.
Ed è qui che forse si trova uno dei limiti del libro. Analizzando i fumetti presentati ci si accorge che la maggioranza vertono su temi concernenti la fantascienza, il fantasy, la love comedy, le storie per adolescenti, siano essi maschi o femmine, lo sport, mancando però parti relative alla produzione giapponese che esce da questi schemi e che vede pubblicati notissimi (almeno in patria) manga connessi alla politica, alla cucina, al lavoro, al grottesco ecc. i quali occupano una buona fetta del mercato locale. Castellazzi presenta ai lettori solo quei generi che paiono interessare gli italiani, ma non sembra avere l’intenzione d’allargare il discorso e, se pure accenna a qualcosa, lo fa in maniera abbastanza superficiale, senza magari ventilare di rimandare la stesura di tali voci alla realizzazione di un successivo volume. E dire che si sarebbe potuto evitare questa critica semplicemente aggiungendo al titolo del libro i filoni sostanzialmente trattati.
In definitiva, si tratta di una discreta guida utile per districarsi nel complesso panorama del fumetto giapponese che con qualche sforzo in più avrebbe certamente potuto essere migliore.
Questa recensione in versione completa apparirà sul numero 33 di LN-LibriNuovi, in uscita nel mese di marzo 2005