La felicità non è un lusso di Guido Morselli, editore Adelphi non è un saggio organico sulla letteratura ma una raccolta di riflessioni, lettere, considerazioni, pensieri, articoli su temi disparati (il romanzo moderno, il suicidio, il comunismo, la felicità, la Questione Meridionale ecc.ecc.). Lo si legge con piacere per l’acume ed il gusto speculativo che Morselli, eterno dilettante dotato, profonde anche polemizzando con la filosofia idealistica e l’estetica crociana. Compaiono a tratti anche il gusto sarcastico e paradossale presente in opere come Dissipatio H.G. e la leggerezza di chi, non essendo legato né da amicizie né da obblighi, può permettersi di ignorare e sbeffeggiare scuole di pensiero, mode e orientamenti prevalenti. Non casualmente tale caratteristica deve essere anche alla base delle travagliatissime esperienze editoriali dell’autore, bellamente ignorato dal mondo editoriale dell’epoca. Interessante come si tratti di una situazione che non ha cessato di verificarsi anche nell’editoria contemporanea, un atteggiamento dell’intero comparto che ha tirato i remi in barca, accontentandosi di campare dei soliti pochi lettori e dedicandosi preferibilmente all’apparire degli autori, a un’editoria spesso dozzinale e ripetitiva e al recupero crediti piuttosto che alla R & S (ricerca e sviluppo) in termini di utenza e nuovi autori. Non c’è bisogno di essere giapponesi per rendersi conto che senza investire nulla non si guadagna nulla: basta essere appena appena genovesi.
E gli autori? Incapaci di porsi criticamente il problema dei meccanismi economico/ gestionali che sovrintendono il mercato, divisi tra confuse petizioni di principio ed ansia di imporre il proprio nome, tacciono quando dovrebbero parlare e parlano solo (in genere in TV o attraverso i social media) per adombrare esili estetiche del sentimento umbratile e dell’esperienza indefinibile. Inutile tirare fuori gli scrupoli di Pasolini o di Pavese e persino le amenità ideologizzanti di Moravia, che si autoproclamava proletario sfruttato in quanto espropriato dei propri scritti dall’Editore, sembrano riflessioni gigantesche in confronto all’egolalia dell’ultimo esordiente sfiorato dal dio televisivo. Un titolo prezioso che consiglio volentieri, scritto sicuramente anche per i non addetti ai lavori e irrinunciabile per chi non sia tanto disgustato dalla narrativa nazionale da rinunciare a comprendere l’andamento del mercato librario.
Guido Morselli, La felicità non è un lusso, Adelphi Piccola Biblioteca, 1994, pp. 161, € 8,00, a cura di Valentina Fortichiari
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