A tutti i lettori (e talvolta anche a chi lettore abituale non è) è successo di immaginare un libro. Non di tirare a indovinare il contenuto di un libro già scritto e regolarmente in commercio, bensì di progettare un libro inesistente. «Che bella storia. Mi piacerebbe proprio, una volta o l’altra, provare a scriverla». Ben pochi trovano il tempo e le risorse per scrivere la «bella storia» e, in genere, il libro immaginato resta tale o, nella migliore delle ipotesi, ne viene steso l’incipit, deludente rispetto alla felice freschezza della sua immagine mentale. Se questo genere di capricci e fantasie assalgono lettori e non-lettori, a maggior ragione a esserne vittime sono gli scrittori che, per ogni libro realmente scritto, ne hanno progettati e immaginati centinaia. Che di questi sogni rimanga traccia su carta è improbabile, ma non impossibile. Una delle possibilità è suggerire l’esistenza di tali libri all’interno di un altro libro, questa volta reale. Libri non scritti e solo vagamente accennati. Ma anche libri improbabili, libri nati da un gioco intellettuale – assurdi, parodistici o demenziali – sorti da un sogno o da una visione e che aprono le porte di altri mondi possibili che coesistono accanto al nostro. Che i libri inventati – o introvabili, sottolineando così la loro natura di oggetti immaginari ma non troppo – siano tanti è fuor di dubbio. Autori come Borges, Calvino o Lovecraft hanno fatto dei libri introvabili o perduti un tratto caratteristico delle loro narrazioni, ma centinaia di scrittori ne hanno immaginati e citati. A tentare di raccoglierne le tracce è stato pubblicato Mirabiblia a cura di Paolo Albani e Paolo della Bella (Zanichelli, 2003), Catalogo ragionato di libri introvabili. Il volume è organizzato in sezioni, da Antropologia a Zoologia; all’interno di ogni sezione ciascun libro è presentato con i propri dati bibliografici, una scheda esplicativa e spesso con una riproduzione in B/N della copertina. Al catalogo vero e proprio fa seguito un Indice alfabetico delle opere in catalogo, un Repertorio dei riferimenti bibliografici [alle opere reali, N.d.R.] delle Opere in Catalogo e, per concludere un’Appendice (irresistibile) dove «[…] sono raccolte, in ordine cronologico, schede riguardanti testi sulle bibliografie immaginarie», ove compaiono, tra l’altro, la bibliografia degli studi sui rinogradi di Harald Stümpke, la bibliografia completa della Letteratura Nazista in America di Roberto Bolaño e la bibliografia relativa alla Dimostrazione sperimentale dell’organizzazione tomatotopica della Soprano (Cantatrix Sopranica) di Georges Perec.
Libri (ma anche articoli, bibliografie, pamphlet, drammi e commedie, reportage, biografie, manuali e trattati) fantastici, una categoria ulteriore della letteratura fantastica propriamente detta. I libri dentro altri libri, infatti, sono un’eccellente rappresentazione dell’Infinito, categoria suprema del fantastico come del mistico proprio perché per sua (e nostra) natura inafferrabile e inesprimibile. Un libro, qualunque libro rappresenta una porta per un mondo ulteriore, ma se, una volta penetrati nel mondo immaginario di quel libro altre porte si aprono, si diramano, si richiamano, se ogni libro conduce a un libro che conduce a un libro che conduce a libro…
Ma i libri immaginari costituiscono anche un formidabile grimaldello culturale quando diventano parodia di una cultura libresca eccessivamente formalizzata. Infatti se è (relativamente) facile sospettare di titoli come Riflessioni di Robinson davanti a un baccalà di tale Andrés Manzaneque o de Le Promesse Spugne di Alessandro Manzoni, che dire di Successo di Sebastian Knight (in La vera vita di Sebastian Knight di V. Nabokov) o del Don Chisciotte di Pierre Menard (in Finzioni di J. L. Borges)? «No, non l’ho letto» si potrà rispondere, anche se la risposta corretta dovrebbe essere «Non ho potuto leggerlo». Ma un libro non letto resta un libro non letto, che esista o meno. E la differenza tra gli uni e gli altri è poi così profonda? I romanzi soltanto parzialmente narrati da Italo Calvino in Se una notte d’inverno un viaggiatore sono reali o immaginari, fantastici o soltanto incompleti? I manoscritti Pkanotici e il celeberrimo Necronomicon (del quale circolano tuttora edizioni apocrife… apocrifi di un testo inesistente, curiosa situazione…) di H. P. Lovecraft, che spesso costituiscono un elemento determinante delle sue narrazioni sono libri reali o immaginari? Costituiscono un semplice gioco intellettuale o sono il rovescio, il testo scritto tra le righe del Richiamo di Chtulhu o dell’Orrore di Dunwich? Il libro immaginario che divora il testo reale che tenete in mano? Difficile resistere al fascino arcano dei libri non scritti. Possiedono la perfezione di ciò che esiste soltanto in un universo spirituale. Hanno il fascino delle storie che non si sono mai lette e delle quali si sentono dire meraviglie. Non libri inesistenti, tuttavia, ma libri introvabili esattamente come i tanti che si sono perduti – perché non acquistati, non presi, non letti in quel (e solo in quel) momento. Immane e ambizioso il compito dei curatori di Mirabiblia, a pensarci bene. Fornire al lettore una guida ragionata a un tipo di letteratura fantastica dove l’aggettivo «fantastica» si trova al di là di ogni possibile discussione stilistica o formale. Utilizzare le vetuste categorie dello scibile libresco per sistemare testi nati con il preciso scopo di sfuggirvi. Non solo, libri che stanno all’interno di un universo di riferimenti biografici, saggistici o narrativi dal quale è quasi impossibile snidarli. Così Mirabiblia è costretta a spezzettare e ripetere, a citare e ricordare, a interrompere fatalmente tale sistema di riferimenti, così che A first Encyclopaedia of Tlön (da Finzioni) si trova a grande distanza dal già citato Don Chisciotte di Pierre Menard. Ma di godibile, anzi godibilissime, ci sono le schede, succose ed esplicative recensioni «interamente basate sull’attenta e integrale lettura dei testi» (!?), come avrete sentito rivendicare da noi di LN. Ulteriore delizia le false recensioni a suo tempo apparse su «Il Caffè», esercizi di stile recensorio a cura di Pier Francesco Paolini, esemplari per equilibrio, sagacia critica e intelligenza, doti tanto più evidenti se si tiene conto che di autori, biografie e testi inesistenti si parla. Per concludere, a testimoniare che Mirabiblia costituisce un’inesauribile miniera di spassose ma coerenti e rigorose assurdità, richiamo l’attenzione sulle curatissime schede bibliografiche complete di nomi di editori (non sempre) immaginari. Nomi talvolta burleschi o ridicoli (Ed. Il ciambellone, ed. Coinodi, Publishing House Usher, Edit. C. Manca, Cilapponi Ed., Diesel & Gould, Cartolibreria Francavilla, ed. Elementare W., Ed. Sognando Babilonia) ma che talvolta sbeffeggiano l’ostentata raffinatezza culturale di taluni marchi (Edizioni Il Pataffio, Alfazeta, Eulalia, Parsiphal) mentre in altri casi richiamano nomi di editori realmente esistenti: Ponte alla Carraia (Ponte alle Grazie), Anzichelli, Suhrkampf, Franco Vortice. Il più «bersagliato» sicuramente il Mulino (di Bologna come Anzichelli, pardon Zanichelli) che appare sia come Il Mulino sulla Floss che come Il Mulinello. Editori virtuali dei quali è possibile ricavare cataloghi immaginari dotati di un certo rigore e di una certa coerenza…
Paolo Albani, Paolo della Bella (cur.), Mirabiblia, catalogo ragionato di libri introvabili.
Zanichelli, 2003, pp. 480, € 42,20
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