Non ho molta simpatia per il concetto di «estremo», una categoria che ormai viene utilizzata indifferentemente per esperienze sportive o gastronomiche, maratone cinematografiche e pubblicità di salse e patatine. D’altro canto anche i superlativi in -issimo o – errimo prima o poi stancano, gli ultra- extra- e iper-sono divenuti puerili e così ai copy ed ai creativi non resta che l’esperienza “estrema”, l’unica che può dare un senso a vite serrate ma ripetitive.
Conformemente a questo punto di vista ho accolto con diffidenza l’invito del coordinatore della rivista, Silvia Treves, a imbarcarmi nella lettura di questa antologia: Latex,22 scrittori alle frontiere del sesso estremo, a cura di Berbera & Hyde, Mondadori Oscar.
Pensando tra me che, probabilmente, di estremo l’antologia aveva solo la faccia di bronzo di chi aveva composto il sottotitolo, ho recato con me il volumetto à la maison, nascondendolo accuratamente alla vista dei minori per evitare domande brevi e risposte troppo lunghe.
I curatori dell’antologia, Berbera & Hyde (ovviamente pseudonimi), sono titolari del sito www.secondapelle.it 1 e mi è parso opportuno, prima di iniziare la lettura, dare un’occhiata al sito.
Ad accogliermi una homepage discreta e gradevole, un piccolo dizionario ad uso dei novizi del sesso bizzarro, qualche raccolta di immagini soft-core con pretese artistiche o quantomeno di gusto, accuratamente velate o sfumate, una divertente rassegna di immagini storiche che si potrebbero ribattezzare: Dal martirologio al BDSM e, infine, una curiosa e spassosissima raccolta di immagini di Barbie (sì, proprio la bambola) ripresa a distanza ravvicinata da un fotografo olandese evidentemente matto, a simulare (e irridere) il consueto servizio con la ragazza del mese di Playboy.
I due titolari della rubrica vi accompagnano nelle «stanze»del sito snocciolando il consueto mantra della controcultura erotica, fatto di tolleranza, consensualità, fantasia e libertà, tutte categorie che apprezzo a dovere e che costituiscono l’acquisizione politica collettiva di quanti operano nella rete per la difesa e lo sviluppo della libertà sessuale. Infatti si possono ritrovare in termini molto simili nei siti erotici (e non) contraddistinti dal simbolo del blue ribbon – free speech.
Ovviamente il sito di Secondapelle riprende più volte il concetto di consensualità, praticamente un dovere in tempi di nuova tratta delle schiave – schiave in senso proprio, senza nessuna attinenza con il gioco erotico – e di pedofilia. Questo fuoco di sbarramento preventivo è sicuramente necessario contro reazionari e codini di ogni genere e parrocchia, ma ha il potere di immalinconire il navigatore laico al punto giusto, costretto, come un boy-scuot, a portarsi costantemente una mano al cuore per ribadire la propria incrollabile fede nella libertà e nella consensualità.
Già in LN 11, a proposito dell’antologia dedicata a Skin Two, segnalavo tra le caratteristiche dell’ambiente BDSM internazionale un’attitudine forse un po’ troppo seriosa nell’affrontare i temi del sesso, quasi che fosse compito di chi si interessa al tema costruire una liturgia invertita per rassicurare se stesso e gli altri delle proprie ottime intenzioni in campo erotico.
Sicchè la sensazione per chi si avventura su questo terreno, è un po’ quella di entrare in un mondo seicentesco, dove i codici di comportamento, le riverenze, le formule codificate finiscono per occupare buona parte dello spazio comunicativo. Ma nei territori di confine tra sesso e violenza (ritualizzata e consensuale) probabilmente è questa l’unica garanzia di reciproca accettazione e tolleranza, nonché l’unico modo di proiettare all’esterno, nel mondo dei non-perves (i cultori del sesso «normale», o vanilla-sex) un’immagine non ricattabile del fenomeno.
Mi scuso per la lunghissima introduzione al tema, ma ogni volta che mi capita di collidere con il mondo dei cultori degli scambi di potere esco dall’esperienza con molte più domande e perplessità di prima.
L’antologia, ora. Innanzitutto una lode ai due curatori: alcuni dei racconti scelti sono realmente tali, perfettamente degni di rappresentare le “frontiere del sesso estremo”, e non semplici scorciatoie per l’orgasmo (non che in questo vi sia qualcosa di male, ovviamente). Due di essi in particolare, Natoma Street di J.T. Leroy e Doctor Fell di Michael Bronsky sono esempi pressoché perfetti di una narrativa erotica possibile,svincolata definitivamente da ogni compiacimento o remora, che affronta e rende materia narrabile le zone inesplorate dell’io, le pulsioni inconfessabili (e il più delle volte inconfessate) mettendole in relazione con l’universo diurno del’l’io, ad affermare poeticamente che siccome siamo tutti mostri, nessuno di noi lo è.
Tema del primo è il rapporto tra fissazioni erotiche nell’età adulta – nel caso del racconto un masochismo estremo che è insieme fisico e spirituale – e precoci, intense esperienze di umiliazione e dolore. Nulla di nuovo o di sorprendente, se volete, a parte la terribile lievità con la quale J.T.Leroy 2sa amministrare i frammenti convulsi di una vita, a formare un ritratto completo del protagonista.
Duro, sgradevole ma anche curiosamente tenero e appassionato l’altro racconto, Doctor Fell, storia di una passione condivisa per il cutting (una forma di attività sessuale basata sul reciproco infliggersi tagli superficiali). Cosa ci sarà mai di eccitante un’attività simile? Si chiede il lettore. Bene, non ha che da affidarsi a queste pagine per avere una risposta: ambigua e intollerabilmente strana, esattamente come è strano affidarsi completamente all’amore di un altro,accettare da lui ferite rituali perché allontanino, almeno per una sera, per tutto il tempo immobile di un incontro, il pensiero della separazione e della morte.
Un racconto crudelmente romantico, se volete, che ha l’enorme pregio di concentrare nello spazio di poche pagine e pochi gesti intere vite.
Curiosamente entrambi i racconti sono incentrati su rapporti omosessuali maschili, ma il sesso anagrafico dei personaggi o le loro predilezioni omo- o etero- non hanno praticamente alcuna rilevanza in nessuno dei testi presentati,come annotano giustamente i curatori nella nota in calce all’antologia.
Da segnalare ancora Rossetto rosso fuoco di Jeremy Reed, allegro racconto di una perversione incruenta e cromaticamente curiosa, Je t’aime, Batman, je t’adore di Kelly McQuain, ossia la confessione dell’amore ardente di Robin per Batman narrata in prima persona e senza inutili giri di parole, Il ragazzo nuovodi Marge Piercy, inconsueta storia di una seduzione condotta in coppia. Per quanto riguarda gli altri racconti, pur essendo in linea di massima scritti con una certa cura, in qualche caso con una punta di humour, o come nel caso di quello di Pat Califia, Il Vampiro con qualche pretesa di parentela letteraria – purtroppo strangolata dal tono enfatico e dall’involontaria comicità di certe descrizioni – la meccanicità di certi passaggi prevedibili e la necessità di canovacci obbligati finiscono per renderli anonimi e destinati ben presto all’oblìo.
Due osservazioni «laterali» per finire: avete mai notato la disponibilità pressoché inesauribile di tempo dei personaggi di avventure erotiche? Certo, in genere si tratta di giovani, studenti o qualcosa di simile, ma un po’ di stizzita ironia nel leggere della loro libertà di abbandonarsi alle fantasie più ardite e cerebrali è praticamente inevitabile. Seconda osservazione: divertente ma comunque lodevolissima la correttezza di master, top edomine (per usare tre termini presi dal lessico BDSM) nell’utilizzare costantemente il preservativo nei rapporti ravvicinati con le proprie gioiose e consenzienti vittime. Insomma una vera, unanime, responsabile introduzione al safe sex, da non dimenticare nemmeno durante le fantasie più «estreme».
Berbera & Hyde (cur.)
Latex,22 scrittori alle frontiere del sesso estremo
Mondadori Oscar, 2000
pp. 301, € 8,40
[attualmente esaurito]
1 Ovviamente il sito risulta attualmente «for sale». Sic transit gloria mundi.
2Sì, ci sono caduto anch’io. Fino alla data di questa recensione ero convinto che J.T.Leroy fosse un giovane autore orfano e non una quarantenne ex-musicista. Interessante che, comunque, gli agenti editoriali e gli editori avessero acquistato insieme ai testi – in ogni caso meritevoli – soprattutto la «triste storia» del tredicenne abbandonato dalla madre alcolista e dal padre fanatico religioso e ricoverato in una clinica per malattie mentali. L’autore è diventato personaggio, come tale perfettamente vendibile.