Nancy Kress
Crossfire: l’ultimo pianeta
A. Mondadori Urania
€ 3,60
trad. G. Carlotti
Leggere un buon romanzo pubblicato in Urania è diventato un evento raro e memorabile.
Però io sono cocciuta e non mi rassegno. Ho un edicolante di fiducia che si preoccupa di avvisarmi delle nuove uscite e se mi capita di deluderlo («No, grazie, questo proprio non mi interessa», detto davanti all’ennesima ristampa indesiderabile) almeno in un caso su due riesce a recuperare i suoi meritatissimi quattro euro scarsi.
Questo Crossfire: l’ultimo pianeta l’ho acquistato con meno diffidenza che in altre occasioni. Conosco e stimo Nancy Kress, l’autrice del ciclo Mendicanti di Spagna e so che lo standard delle sue produzioni è perlomeno dignitoso.
Infatti non sono rimasta delusa.
L’inizio non è dei più originali. Un astronave, un lungo viaggio, un lontano mondo da colonizzare. Sulla nave spaziale trovano posto soggetti di vario genere, spostati, fissati, ex-tossici, originali e disadattati di ogni risma, uomini di fede convinti di andare verso un nuovo eden e disperati pronti a cogliere un’occasione. A guidarli il magnate Jack Holman, armatore dell’astronave, uomo equilibrato e civile ma che nasconde un peccato non facile da dimenticare.
All’arrivo la sorpresa: il mondo deserto, pronto ad accogliere l’umanità nuova non è affatto deserto. Vi sono infatti alcune comunità di alieni dalle caratteristiche quantomeno singolari. Non ci vuole molto tempo per arrivare a capire che i nostri discendenti sono finiti nel bel mezzo di una guerra interplanetaria tra creature sommamente diverse tra loro che gli umani soprannominano rispettivamente «Pellicce» e «Rampicanti». In primo luogo sopravvivere e in secondo luogo giungere quantomeno a una tregua tra una specie aliena non troppo dissimile da noi ma iraconda e violenta (le pellicce) una razza di curiose piante-filosofe (i rampicanti) dedite ad esperimenti genetici tesi a selezionare un ceppo di pellicce non aggressive.
A parte l’aspetto paradossalmente comico dell’attività delle piante intelligenti – un esempio di contrappasso condotto dai vegetali nei confronti degli animali – il romanzo di Kress è ricco di spunti e riferimenti a temi di evidente attualità. Dalle allucinazioni New Age dei «Nuovi Cheyenne» ai pericoli connessi allo sviluppo incontrollato di un’ingegneria genetica militare, alla nascita di una nuova spiritualità fino alla pratica della tolleranza come unica via di salvezza dalla distruzione definitiva. Nonostante qualche risvolto poco originale (il personaggio di Holman e il suo rimorso un po’ ovvio) un romanzo che merita la lettura. Non solo, anche un piccolo posto nella vostra biblioteca di sf.