Nahoko Uehashi
Moribito. Il guardiano dello spirito
Salani
€ 16,90
trad. L. Tarenzi
Ci sono voluti più di dieci anni, ma finalmente il volume iniziale del ciclo I guardiani di Nahoko Uehashi composto di dieci romanzi è stato tradotto in italiano. Se si escludono i due primi racconti su Ikkyû Sôjun di Ken Asamatsu editi in ALIA, è la prima volta che il «fantasy orientale» fa la sua comparsa nel nostro paese.
Un fantasy diverso da quello che siamo abituati a leggere dove mancano, sostituiti da altri, molti degli elementi caratteristici presenti nella variante occidentale di questo filone; del tutto assenti quindi le creature sovrannaturali del mondo nord europeo che cedono invece il passo a quelle del folclore cinese, giapponese e di altri paesi asiatici (quando non inventate di sana pianta!).
I protagonisti sono anime solitarie che ricordano le figure degli scontrosi rônin del medioevo nipponico o i wuxia, i cavalieri erranti cinesi. Spesso sono dei paria senza compagni appena tollerati dalle rigide caste delle società costituite.
Balsa, l’affascinante guerriera trentenne protagonista di Moribito che usa come arma una lancia corta, non sfugge a questa regola. Figlia di un dottore coinvolto in un intrigo politico e costretta da bambina alla fuga, diventa una combattente in parte per predisposizione naturale alla lotta, in parte perché è l’unico modo che ha per sfuggire ai suoi nemici. Strappata ad un’agiata posizione sociale, si trova costretta a dover lottare ogni giorno e nella violenza finisce per perdere se stessa e trovare un piacere inebriante. «Non sono altro che un gallo da combattimento che si lancia a testa bassa in uno scontro senza senso dietro l’altro. Amo combattere. È per questo che non mi posso fermare.» confessa in un brano all’amico d’infanzia Tanda. Il passaggio da una vita tranquilla ad una costellata dal sangue e dallo scontro fisico che genera un desiderio di morte parossistico con la conseguente ricerca di un equilibrio che è l’accettazione della propria parte di luce e tenebre sembra essere un elemento importante del fantasy di tipo orientale ritrovandosi anche nel personaggio di Yôko di Jûnikokuki (La storia dei dodici regni), altro grande ciclo fantastico nipponico, della scrittrice Fuyumi Ono.
In romanzi come quelli che compongono le storie di I guardiani scritti per un pubblico di adolescenti (ma poi letti da un gran numero di adulti), i toni cupi e a volte la crudezza psicologica e fisica di alcune scene può lasciare turbati. Tuttavia questi contribuiscono a dare una grande realtà ed un profondo pathos all’opera. L’autrice, Nahoko Uehashi, è anche un’antropologa professoressa alla Kawamura Gakuen Women’s University che ha vissuto tra gli aborigeni e questa esperienza traspare nelle pagine dei suoi romanzi dove, ad esempio, le descrizioni su come si concia una pelle, si cucina su di un fuoco da campo o come si caccia sono insolitamente accurate. Lo stesso dicasi per i combattimenti e gli scontri. La Uehashi ha fatto tesoro delle sue conoscenze nelle arti marziali.
Nel primo libro della serie troviamo Balsa impegnata nel compito di salvare la vita al giovane Chagum, Secondo Principe figlio del Mikado, e a viaggiare con lui come sua guarda del corpo per il regno di Nuova Yogo incontrando un gruppo di personaggi stravaganti come la vecchia Torogai e camminando sulla linea di confine che separa Sagu, il mondo reale, da Nayugu, il mondo degli spiriti.
Paesi e usanze presenti nel testo sono una rielaborazione fantastica dell’antico Giappone.
I titoli originali dei dieci volumi sono distinguibili a grandi linee dalla presenza dal termine moribito (guardiano) dove il personaggio principale è Balsa oppure tabibito (viaggiatore) con come protagonista il principe Chagum.
Da lodare la scelta di Salani Editore di mantenere le illustrazioni interne di Makiko Futaki e di includere in fondo al volume un indice dei personaggi, un indice dei luoghi e dei termini ed anche una nota dell’autrice scritta appositamente per la traduzione italiana. Traduzione che risulta ben curata e condotta direttamente sull’edizione giapponese.
Un’ultima nota. Moribito-Il guardiano dello spirito è stato tradotto e pubblicato anche negli USA, dove ha vinto il prestigioso Premio Mildred L. Batchelder come miglior romanzo per ragazzi. In Giappone ne sono stati tratti un manga e una serie animata di alta qualità composta di ventisei episodi.