
L’Invincibile è un romanzo di Stanisław Lem, autore, per chi non lo ricordasse, di Solaris, uno testo magistrale dal quale sono stati tratti tre film, quello girato da Andrei Tarkovskij, a mio parere, assolutamente inimitabile. Il testo originale di Lem è del 1964 e l’edizione Nord, rigorosamente tradotta dal polacco da Renato Prinzhofer, è del 1974. Il testo, ripescato nella mia seminesplorata biblioteca di sf, ha una copertina “astratta” di Renato Pestriniero e conta su 193 pagine, senza né pre- né post-fazione. Particolare non del tutto secondario: la nuova edizione stampata da Sellerio conta su 288 pagine – compresa la postfazione «La nube di tenebra» di Francesco M. Cataluccio – e qualche dubbio che la Nord abbia “tagliato” l’edizione originale non è poi così campata per aria… In ogni caso. per fugare ogni dubbio ho provveduto ad acquistare anche la nuova edizione, tanto per verificare e debbo ammettere che no, l’antica benemerita Editrice Nord non ha mai vestito gli abiti di F&L e non si è macchiata del peccato mortale di tagliare un romanzo. Sia lode a lei.
La vicenda è relativamente facile da raccontare: in un indefinito futuro una nave stellare, L’Invincibile raggiunge un pianeta extrasolare, Regis III, per ricostruire le circostanze della misteriosa scomparsa della nave gemella, la Condor, che ha da tempo cessato ogni trasmissione verso la base. Il pianeta è teoricamente abitabile per gli umani ma non esistono forme di vita terrestri – soltanto gli oceani sono abitati da una fauna abbondante – e l’atmosfera, pur risultando dotata di un 16% di ossigeno, contiene quantità di origine misteriosa di metano.

Entro breve tempo il personale della Invincibile individua il luogo dove si trova il relitto della Condor ma tutte le ricerche attuate sul relitto e sui cadaveri giungono a conclusioni assurde o contradditorie o inspiegabili mentre uno strano fenomeno, che riduce gli uomini al rango di neonati balbettanti, inizia a colpire anche il personale della nave di soccorso.
La spiegazione di ciò che è accaduto alla Condor e di ciò che sta avvenendo all’Invincibile emerge gradualmente, in una felice e ardita applicazione della teoria dell’evoluzione a uno zoo di feroci automi alieni. Gradualmente l’Astrogator, Horpach, e l’Ufficiale di rotta, Rohan, giungono alla medesima conclusione e decidono che l’umanità farà bene a tenersi molto lontano da Regis III.

Un elemento che balza subito agli occhi a chi conosce la produzione narrativa di Lem è la presenza di un’entità non-umana – o sovrumana come in Solaris – in qualche modo ostile o comunque indifferente nei confronti della sorte degli umani, un’entità che non affronta il rapporto con l’umanità secondo criteri comprensibili o afferrabili ma seguendo una propria logica basata su criteri logici ma per noi sostanzialmente inafferabili.
Quando si dice il sense of wonder.
L’Invicibile è un romanzo che ottenne la felice recensione di Ursula K. LeGuin:
«…nel presentare un “universo terribilmente aperto”, non comprensibile per gli esseri umani, lo fa in modo tale che “la scala umana non viene distrutta, e nemmeno scossa. Perché, per quanto possiamo non capire il come, il perché, o persino il che cosa, dobbiamo agire, e i nostri atti conservano nelle più remote profondità dell’abisso, il loro valore morale inalterabile. Nei romanzi di Lem il centro di gravità è l’etica”.»[1]

dimostrando una grande considerazione non solo per questo testo ma per l’intera opera di Stanisław Lem, considerazione che non posso che condividere. Non è stato così facile accostarsi a un’opera tanto curiosamente diversa dalla sf attuale, del tutto priva di presenze femminili, dove i rapporti che legano tra loro i personaggi sono determinati dalla disciplina militare e l’autoanalisi, la riflessione, le considerazioni di ogni personaggio nei confronti della propria vita assumono un rilievo pubblico e collettivo. Il citare la parola «etica» da parte della LeGuin parlando dell’opera di Lem ha un rilievo reale, spostando la sf dal campo della semplice avventura – che comunque non manca – a quello della riflessione e dal terreno dell’invenzione scientifica e quello della costruzione filosofica. Un romanzo davvero notevole che è diventato facile ritrovare, vista la recente nuova edizione edita da Sellerio.
Stanisław Lem, L’invincibile, Sellerio La memoria 1173, 2020, tit. originale: Niezwyciężony, ed. or. 1964, pp. 288, € 14,00, trad. dal polacco di Francesco Groggia. nota di Francesco Cataluccio.
Idem, ed. in epub in e-book, € 2,99
[1] dalle pagine dedicate a Ursula LeGuin su Facebook.
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