Luciano Vandelli
Il dottor Jeckyll e Mister Holmes
(Baldini Castoldi Dalai)
Comunque si consideri la sua vicenda, dottore, in realtà lei, piuttosto che soggetto da indagine poliziesca, è un personaggio letterario.
Che cosa può succedere quando due personaggi letterari si incontrano al di fuori dei rispettivi romanzi? Holmes non è nuovo a questo genere di incontri, se l’è già cavata egregiamente con Jack lo squartatore, con Einstein e perfino con Freud. Tutto dipende dall’abilità dell’autore e quella di Luciano Vandelli, docente universitario di diritto amministrativo e assessore alle riforme nella Regione Emilia Romagna, è più che bastevole.
Nella breve novella c’è, come si conviene, un morto: quell’avvocato Utterton già immaginato da Stevenson, che – bacchettone e pieno di pregiudizi com’è – diparte senza lasciare troppi rimpianti nel lettore. C’è il solito Lestrade fedele alla propria meticolosa capacità di vedere tutto e non comprendere nulla; c’è un dottor Jekill dai tratti abbastanza originali che, senza tradire il personaggio di Stevenson, acquista sfaccettature più moderne e meno manichee, permettendosi anche di avanzare dubbi sulla rigida morale vittoriana. E c’è un Holmes disegnato in silhouette, fedele a se stesso ma arricchito di qualche tratto originale. Ad esempio: lo sapevate che Holmes, oltre che di musica era anche un appassionato di letteratura (fantastica, per di più!)? Watson trasecola: dov’è finito l’Holmes prosaico e votato soltanto alle discipline utili per l’investigazione? Ma l’ineffabile Sherlock ha sempre la risposta pronta: «Contraddizione?» si stupì. «Nessuna contraddizione. Io curo tutto ciò che può essere utile alla criminologia e alle mie indagini. E chi ha mai detto che la letteratura non è utile?».
Vandelli conduce senza perdere ritmo la sua novella fino ad uno scioglimento convincente. Il finale, piacevolmente a sorpresa per il lettore, non è forse quello che avrebbero voluto Stevenson e Freud, ma che cosa importa? Come direbbero i Rolling Stones: «questo è soltanto un gioco letterario. Ma mi piace».
La versione completa di questa recensione apparirà sul numero 33 di LN-LibriNuovi – primavera 2005