LN | librinuovi.net

    Quello che vale la pena leggere. E qualcosa che no.

    • Home
    • In primo piano
    • Articoli
      • Recensioni
      • Interviste
      • Speciali
        • Alia Evo
        • Retrofuturo
    • Archivio
    • Chi siamo
    • LN Bookstore
    • Home
    • In primo piano
    • Articoli
      • Recensioni
      • Interviste
      • Speciali
        • Alia Evo
        • Retrofuturo
    • Archivio
    • Chi siamo
    • LN Bookstore

    0

    Aria

    L’Istituto per la Regolazione degli Orologi di Ahmet Hamdi Tanpinar

    • di Consolata Lanza
    • Maggio 24, 2016 a 12:58 pm

    orologi

    Certe volte, più che scrivere di un libro piacerebbe parlarne con qualcuno, confrontare opinioni e interpretazioni per capire meglio. È quello che sento a proposito di L’Istituto per la Regolazione degli Orologi di Ahmet Hamdi Tanpinar (Istanbul, 1901 – 1962, in arte Tanpinar). Pubblicato a puntate nel 1954 e in volume postumo nel 1961, è uscito nel 2014 da Einaudi per la prima volta in italiano con la traduzione di Fabio Salomoni e una prefazione di Andrea Bajani, su indicazione di Orhan Pamuk che considera Tanpinar la figura più importante della letteratura turca moderna.

    Il romanzo, che ho letto molto volentieri soprattutto dopo l’inizio un po’ difficile, è di quelli cui si ritorna con piacere e da cui ci si stacca solo per dovere. Narra la storia di Hayri Irdal, io narrante del tutto inaffidabile, che inizia la sua esistenza di erede di una famiglia impoverita lavorando nella bottega del maestro Nuri Efendi, orologiaio da cui apprende l’arte della riparazione e l’amore per gli orologi. La sua vita procede tra vicende improbabili raccontate con un punto di vista assolutamente sghembo e pronto a contraddirsi, ma la narrazione è talmente viva, scorrevole, fitta di personaggi e invenzioni, che il lettore può abbandonare senza problemi la ricerca della verità e lasciarsi andare allo stupefacente flusso narrativo. La situazione privata e famigliare di Irdal è complessa – due mogli e un numero imprecisato di amanti, figli suoi e della seconda moglie, cognate bizzarre, zie strampalate – e quella professionale lo è ancora di più, scandita com’è da una serie di figure di protettori che lo prendono sotto la loro ala dirigendone le attività professionali. Le figure di maggior spicco sono l’enigmatico, carismatico e manipolatore Halit il Regolatore, che crea l’Istituto per la Regolazione degli Orologi, ente del tutto inutile e onnipervasivo che aspira al controllo totale estendendosi in tutta la società attraverso sistemi demenziali di multe progressive per chi non regola il proprio orologio; il dottor Ramiz, psicanalista che per convertire i turchi alla psicanalisi tiene una conferenza sui sogni durante la quale tutti i partecipanti si addormentano, lui compreso; ma sono vivissimi anche i personaggi minori, i frequentatori dei caffè di habitué tipo quello della Società Spiritica, i colleghi, le donne. Troppi per poterne parlare dettagliatamente.

    tanpinar

    Ahmet Hamdi Tanpinar

    Anche i temi sono molti: il confronto tra oriente e occidente, il significato del tempo, la società ottomana in bilico tra modernità e tradizione, il controllo del potere sui cittadini, ma quello che mi ha sconcertata è che si sente forte un sottotesto metaforico che non sono stata in grado di decifrare. Troppa è la distanza temporale e geografica che mi separa da Hayri Irdal per poterlo pienamente comprendere. Basti pensare, ad esempio, all’imposizione del calendario e dell’orario europei di Atatürk e alla crezione dei vari Istituti preposti alla modernizzazione e alla secolarizzazione della Turchia, di cui sicuramente ogni lettore turco si ricorda leggendo, ma che sfugge del tutto a un lettore medio straniero. Il surreale che serpeggia nel quotidiano, i frequenti paradossi, le giravolte continue del protagonista tra felicità e disperazione, miseria e successo, hanno certamente un significato che va al di là della lettera, e che mi piacerebbe molto riuscire a capire meglio per superare quei momenti di confusione che hanno un po’ guastato il piacere di quello che rimane un libro estremamente interessante.

    Ahmet Hamdi Tanpinar, L’Istituto per la Regolazione degli Orologi, Einaudi Letture 2014, pp. X+454, € 22,00, trad. Fabio Salomoni, intr. Andrea Bajani

    gentilmente dal blog Anaconda Anoressica.

    Condividi!

    Correlati

    Tag: Ahmet Hamdi Tanpinaristantaneenarrativa turcaRecensioniTurchia

      Potresti trovare interessante anche...

    • A. Estévez – I palazzi lontani Settembre 19, 2006
    • Conflitti di famiglia Aprile 29, 2012
    • Un popolo senza passato… Gennaio 28, 2013
    • Brothers (prima parte) Aprile 3, 2014
    • Articolo precedente La purpurea meraviglia di David Gentilcore
    • Articolo successivo Stella doppia 61 Cygni di Hal Clement
    • Facebook

    • In primo piano

      • Il Dio nell’alcova di Elvezio Sciallis05/22/2019
      • La sinistra sociale di Marco Revelli03/10/2019
      • Vite straordinarie di uomini Volanti di Errico Buonanno02/14/2019
      • Gli alberi non crescono fino in cielo di Stephen Jay Gould01/30/2019
      • Il viaggiatore e il chiaro di luna di Antal Szerb12/27/2018
      • Le mille e una notte11/02/2018
      • La figlia del boia e il diavolo di Bamberga di Oliver Pötzsch10/04/2018
      • Il torcicollo della giraffa di Léo Grasset02/20/2018
      • Le storie perdute di Cordwainer Smith12/21/2017
      • Una Winnie-puheide di Michael Moorcock07/15/2017
    • Ultimi articoli

      • I caratteri perduti del Pugno dell’Uomo
      • Il cottage sull’Oceano di Dorothy Hewett
      • La notte si avvicina di Loredana Lipperini
      • Madre delle ossa di David Demchuk
      • Nero su bianco di Jun’ichiro Tanizaki
      • La donna del Tribuno di Alberto Costantini
      • Il sussurro del mondo di Richard Powers
      • Altre menti di Peter Godfrey-Smith
      • Il mio amato brontosauro di Brian Switek
      • Creature del male di Fritz Leiber
      • Stazione Rossa di Aliette de Bodard
      • Macchine come me di Ian McEwan
      • Sunfall di Jim Al-Khalili
      • Mio caro Neandertal di S. Condemi e F. Savatier
      • La fine è nota di Geoffrey Holiday Hall
      • La compagnia perfetta di Romina Braggion
      • Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindquist
      • Thomas Ligotti.
      • Umami di Laia Jufresa
      • Internazionale Storie, a cura di Neil Clarke
    • Tag

      Antologia biografia biologia Cina cinema cyberpunk distopia donne evoluzione ex-URSS Fantascienza fantastico fantasy Fascismo giappone gotico horror Istantanea istantanee J.G.Ballard Mappe Napoli narrativa americana narrativa cinese narrativa fantastica Narrativa francese narrativa giapponese narrativa inglese narrativa italiana Narrativa russa narrativa statunitense narrativa tedesca Nazismo P.K. Dick recensione Recensioni Redazionale Seconda guerra mondiale Speciali steampunk Storia della scienza Storia naturale letteratura fantastica Thriller ucronia Vampiri
    • Archivio

    • I nostri redattori

      • Andrea D'Urso
      • Claudia Cautillo
      • Consolata Lanza
      • Davide Mana
      • Enrico Barbero
      • Franco Pezzini
      • Giulio Maria Artusi
      • Gordiano Lupi
      • Massimo Citi
      • Massimo Soumaré
      • Melania Gatto
      • Morgana Citi
      • Nicola Parisi
      • Sara Passannanti
      • Silvia Treves
    • Leggere altrove

      • Carmilla
      • Corriere della Fantascienza
      • CS_libri Torino, il catalogo
      • Flanerì. Rivista di cultura e narrativa
      • L'Indice dei libri
      • LIberi di scrivere
      • Rivista fralerighe
      • Sagarana
    • Home
    • In primo piano
    • Articoli
      • Recensioni
      • Interviste
      • Speciali
        • Alia Evo
        • Retrofuturo
    • Archivio
    • Chi siamo
    • LN Bookstore

    © Copyright 2021 LN | librinuovi.net. Newsroom Theme by WPBandit.