Occhio nel cielo – o L’occhio nel cielo nelle prime edizioni italiane – è un romanzo di P.K.Dick, edizione originale 1957. È un po’ che non leggo Dick, ma questo libro mi è stato prestato – prestato, ripeto – da mia figlia. Prestato significa «leggilo in fretta e rendimelo quanto prima, pena rappreseglie terrificanti». Più o meno come avere un libro in prestito da Ceausescu. Quindi l’ho letto a passo di carica e lo sto trattenendo col la scusa di una recensione. Pericoloso, lo so.
L’Occhio nel cielo è stato il quarto romanzo scritto da P.K.Dick, pubblicato nello stesso anno de La città sostituita, delirante incursione in un fantasy oscuro e terrificante. Lo spunto è facile da raccontare. Otto persone vengono coinvolte in un incidente in un impianto nucleare. Tra il momento dell’incidente e l’arrivo dei soccorsi passano alcuni minuti, durante i quali gli otto – uniti da una sorta di telepatia collettiva – vivono una serie di incubi partoriti dalle menti di alcuni di loro, incubi in forma di psicoambienti nati dalle personali convinzioni o dai deliri personali, ovvero, come ha scritto Morgana Citi in una sua recensione:
I protagonisti della vicenda, per vari casi, si trovano a vivere per un po’ di tempo in mondi diversi, ognuno dei quali è “creato” involontariamente da uno di loro, è il loro mondo personale, regolato dalle leggi individuali con cui ognuno di loro vede la realtà.
Anche qui non mi sembra il caso di riferire punto per punto ciò che accade, il libro, nell’ottima traduzione di Maurizio Nati, è facilmente reperibile, persino nelle librerie di catena. Ciò che mi sembra davvero meritevole di attenzione è la cura letteralmente maniacale con la quale Dick descrive i deliri attentamente costruiti dei suoi personaggi e la capacità di rendere a distanza di mezzo secolo e più il clima ferocemente, psicopatologicamente anticomunista degli USA di quegli anni.. Soltanto un piccolo esempio:
”Abolisca le autoradio!” propose Hamilton. Il rumore cessò. “E anche i televisori e i film”[…] “E gli strumenti musicali più economici… le fisarmoniche, i banjo, e le armoniche a bocca”. Quegli strumenti scomparvero in tutto il mondo. “Le scritte pubblicitarie” strillò Joan Reiss […] “Gli oceani” disse Hamilton […] In un ultimo, debole rigurgito di energia, Joan Reiss si sollevò sulle braccia e disse in un sussurro, “Aria!”
Un ottimo libro, figlio di un giovane Dick, in qualche modo ancora convinto che la realtà si potesse cambiare con le parole di un libro. Come sappiamo in seguito Dick cambiò modo di vedere il suo e il nostro mondo. Se volete sapere come, potete leggete «Un oscuro scrutare» o «Episodio temporale».
P.K.Dick, Occhio nel cielo, Fanucci TIF extra 2012, pp. 240, € 6,90
idem e-book, € 5,99
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