Secondo la sua vasta biografia, raccontata dall’amico Watson e dai tanti autori che – aderendo più o meno al Canone – hanno mantenuto in vita il grande personaggio, Sherlock Holmes ha affiancato diverse altre attività a quella di consulting detective; io mi sono particolarmente affezionata a quella di allevatore d’api (Michael Chabon, Soluzione finale, 2005), che ne mette in luce talenti meno brillanti delle capacità deduttive ma altrettanto utili come la pazienza e il rispetto della natura. Versatile com’è, Holmes ha salvato la patria in molte occasioni, sia collaborando ufficiosamente con il fratello Mycroft (che “almeno in qualche occasione è il governo britannico” sia sconfiggendo nemici come il terribile Moriarty, e addirittura Jack the Ripper. Ma c’è una vicenda che Watson non ha mai voluto narrare nei dettagli perché, secondo Holmes, il mondo non era ancora pronto per sapere. Alcuni autori, però, hanno cercato di colmare la lacuna, raccontando a modo loro lo scontro fra il grande Sherlock e il conte Dracula.
L’idea di un faccia a faccia tra Holmes e il Vampiro non è nuova, e di solito i lettori più rispettosi del Canone storcono il naso perché per gustarsi questo genere di avventure occorre essere pronti a digerire le vicende soprannaturali che per forza di cose, vengono raccontate. Vediamo come se la cava David Stuart Davies in questo Sherlock Holmes e il Signore della Notte.
La prima parte è un mistery del genere a cui siamo abituati: Holmes, che ha da poco risolto il mistero del mastino dei Baskerville. Di quale anno? Già questo sarebbe un mistero degno del grande detective: del 1887, sostiene Davide de Pretto che ha meritoriamente tentato di stendere una cronologia delle indagini di Holmes; la data ufficiale però risulta essere il 1889. Quale che sia l’anno, si tratta di un periodo particolarmente uggioso per Holmes, che sta scivolando nella noia e nella depressione. A salvarlo, si fa per dire, giunge un pacchetto di bell’aspetto indirizzato proprio a lui. A ritirarlo è l’impareggiabile signora Hudson, padrona di casa del grande detective, che in tanti anni qualcosa da lui ha imparato e si insospettisce del comportamento misterioso del latore del pacchetto. Allertato dalle spicce osservazioni di lei, Holmes apre il pacco con cautela e scopre che se non lo avesse fatto sarebbe ormai diventato un cadavere. Quindi, invece di cominciare ad armeggiare con siringa e cocaina, lascia il dottore a casa, promettendogli di stare attento e segue di slancio la nuova pista, che comincia proprio dov’era finita la storia del Mastino.
La vicenda si complica quasi subito, perché una fanciulla emaciata e male in arnese, che come al solito fra breccia nell’animo gentile di John Watson viene ad annunciare al dottore, già molto preoccupato, che il nemico che gli ha inviato il pacco mortale lo attende al varco. La storia continua prendendo risvolti sempre più inquietanti fino a inoltrarsi nel regno dell’horror vittoriano, quando Holmes viene a conoscenza della strana storia di una povera giovane di buona famiglia, morta di anemia fulminante in un collegio esclusivo di campagna, proprio dalle parti di Dartmoor. A guidare Holmes e Watson sulla pista soprannaturale provvede un Van Helsing in gran forma, a Londra per una serie di conferenze vampirologiche. L’incontro tra i due, il professore carismatico e risoluto a sconfiggere il grande Immorto e il detective incredulo, è abbastanza gustoso: Holmes e Van Helsing si scoprono sorprendentemente simili e il professore riesce a vincere, prove alla mano, anche lo scetticismo del nuovo compagno.
La struttura della narrazione è più complessa rispetto ai molti “calchi” holmesiani, nei quali l’autore si limita a “imitare” in maniera credibile lo “stile” del dottor Watson; qui Davies, pur utilizzando il solito espediente del taccuino di Watson fortuitamente giunto nelle sue mani, pone la vicenda su due livelli: gli episodi ai quali Watson ha preso realmente parte sono raccontati in prima persona dal dottore, quelli vissuti dal solo Holmes in terza persona perché riportati dal detective all’amico e rimaneggiati dall’autore del pastiche. Perché questo doppio registro? Perché Holmes si permette diverse digressioni solitarie e perché, ma questo già ve lo immaginerete, il mondo vittoriano non aveva ancora famigliarizzato con i vampiri. A informarli in merito ci avrebbe pensato Stoker nel 1897.
L’aspetto forse più interessante del romanzo di Davies riguarda però più Dracula che Holmes: la vicenda, infatti, è incompatibile con il plot di Stoker e procede su binari originali. L’autore ha spiegato di essersi ispirato ai film della Hammer prodotti dagli anni Cinquanta a metà degli anni Settanta. Questo particolare non secondario potrebbe segnare un punto a suo favore: immaginatevi come risulterebbe questa storia interpretata dagli attori di un tempo:
Sherlock Holmes —> Basil Rathbone
John Watson —> Nigel Bruce
Prof. Van Helsing —> Peter Cushing
Conte Dracula —> NO, prestare l’eleganza ironica di Christopher Lee a questo Dracula, proprio no!
Perché, bisogna pur dirlo, il vampiro di Davies è un po’ legnoso e schematico.
Coraggio, cultori del Canone, non disperate e non indignatevi, Davies ha scritto un pastiche, non un pasticcio, la vicenda scorre bene e si innesta correttamente nella biografia canonica di Holmes; anzi questa sua indagine rimasta sconosciuta al grande pubblico fino al 2003 deve essergli stata utilissima per risolvere (tra il 1894 e il 1902) l’indagine raccontata ne L’avventura del vampiro del Sussex. E pensate alla delusione dei fan del Conte, che invece di seguirlo a caccia dell’affascinante e intraprendente Mina se lo ritrovano quasi accasato con on una “nuova sposa” un po’ cozza che, appena consumato il matrimonio di sangue gli dice: “Grazie, Padrone!”
Comunque, questa sfida tra Holmes e Dracula è già stata raccontata altre volte. Esiste infatti un altro romanzo, Sherlock Holmes contro Dracula* di “John H. Watson, a cura di Loren D. Estleman”, scritto nel 1978, tradotto in più di 20 lingue, è stato uno dei primi romanzi a mescolare autori e personaggi della letteratura di genere. Estleman simpaticamente lo dedica sia a Sir Arthur Conan Doyle sia a Bram Stoker.
Il grosso limite di questa operazione letteraria, come anche di quella di Davies, è che sono entrambe storie holmes-centriche ed è quindi chiaro fin dall’inizio che il suggestivo Conte (quand’anche interpretato da C. Lee) non ha speranza, anche se il plot di Eastman segue l’originale di Stoker, un altro limite, se vogliamo, perché è difficile suscitare ancora suspense usando una vicenda arcinota.
Per una recensione accurata sul testo potete leggere qui.
Lo “storico” incontro, però potrebbe svolgersi anche in maniera differente, con una collaborazione, per esempio; così almeno ha immaginato Fred Seberhagen, in The Holmes-Dracula File, del 1978, romanzo nel quale Holmes e Dracula scoprono un complotto per distruggere Londra con una epidemia veicolata dal ratto gigante di Sumatra.
Seberhagen è autore di tutta una serie di storie sul Conte, a cominciare da una parodia originale e divertente del Dracula di Stoker che vi consiglio di rintracciare.
Qui invece, troverete notizie sul famoso Ratto di Sumatra e su tutte le sue comparsate letterarie.
Comunque i nemici di Holmes non vengono solo da questa Terra, e nemmeno dall’Aldilà: ne La guerra dei mondi di Sherlock Holmes l’investigatore, aiutato dal fedele Watson e dal prof. Challeger (altro personaggio di Conan Doyle) difende la terra dai marziani. Chissà perché Wells non ha mai parlato di questi valorosi combattenti? Forse perché Holmes e Wells si erano già conosciuti a casa del prof. Copplestone (in Londra Invisibile di Brian Stablerford, che ho recensito di recente in questa rivista). E non si erano piaciuti troppo.
Come come ammiratrice appassionata fino alla sconsideratezza di Holmes, spero di poter mettere presto le mani su All-Consuming Fire, di Andy Lane, un romanzo nel quale il dottor Who, Sherlock Holmes e il dottor Watson si coalizzano per sconfiggere Azathoth, il terribile compare di Chtulu scaturito dalla penna di H. P. Lovecraft. E guarda caso anche il ratto gigante di Sumatra vi fa un cameo. Ho il sospetto che questa storia sarà grandiosa.
Per dovere di completezza vi segnalo anche la graphic novel Sherlock Holmes e il Necronomicon, disegni di Laci, sceneggiatura di Sylvain Cordurié, che non ho letto. Qui per informazioni .
* Il romanzo di Eastman è stato ripubblicato in Italia da Gargoyle nel 2008. Nel 1981 la BBC ne ha tratto un adattamento radiofonico che ha avuto un grande successo. In questo sito è possibile ascoltarlo effettuando il downloading).
David Stuart Davies, Sherlock Holmes e il signore della notte
Mondadori, “Sherlock”, pp. 195, € 10,00, Trad. G. Carlotti
Sherlock Holmes contro Dracula di John H. Watson, a cura di Loren D. Estleman
Gargoyle, pagine 186, euro 9,90.
M.W. Wellmann, W. Wellmann, La guerra dei mondi di Sherlock Holmes
Mondadori Urania 885, 1981, pp. 194, disponibile su eBay
Copertina di Karel Thole
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.