Nonostante le dediche, tutte condivisibilissime (e, quelle a Lovecraft e C. Ashton Smith molto pertinenti), ai grandi nomi del gotico e dell’horror, Revival è un romanzo in gran parte realistico, prima racconto di formazione poi resoconto di una vita adulta e infine riflessione sul mondo di un uomo che ha vissuto già buona parte della propria esistenza. Eppure Revival, sessantraesimo romanzo di King, ha anche solide radici nell’horror e nel gotico.
Come in tanti dei suoi romanzi, tutto inizia nel piccolo mondo di una cittadina americana, ad Harlow (non lontano da Castle Rock), nel Maine dei primi anni Sessanta: Jamie Morton, il narratore ultrasessantenne del romanzo, è un coetaneo di King, al quale l’autore presta molte delle proprie passioni, sentimenti e interrogativi sul mondo, scrivendo un’opera con molte sfumature autobiografiche. Jamie racconta la propria vita in una serie di lunghi flashback, a cominciare da un lontanissimo ricordo infantile: a 6 anni, mentre sta giocando con i soldatini in giardino un uomo alto proietta la propria ombra sul campo di battaglia. Lo sconosciuto è un giovane e gentile pastore metodista, il reverendo Charles Jacobs, pieno di entusiasmo, di fede in Dio ma anche nella modernità, in particolare nell’energia elettrica, perché, come spiega ai ragazzini nella scuola domenicale:
Electricity is one of God’s doorways to the infinite,
una fonte energetica verso la quale nutre non solo grande fiducia ma quasi un senso di predestinazione. In un certo senso quella visione è un presagio: lo sconosciuto continuerà a “oscurare” il cielo di Jamie per tutta la vita a venire.
Jacobs in poco tempo diviene una presenza fondamentale per il bimbo e la sua famiglia, come per tanti altri abitanti di Harlow; nelle settimane successive viene raggiunto dalla giovane moglie e dal figlioletto e i tre vengono presto amati e adottati dalla piccola comunità rurale. La passione “elettrica” di Jacobs lo spinge dapprima ad adottare trucchetti accattivanti per avvicinare alla parrocchia i ragazzi del luogo, poi a sperimentare nelle maniere più varie la potenza dell’elettricità. Nella sua prima incarnazione, il pastore, Jacobs riesce, con una sorta di piccolo massaggiatore elettrico di propria invenzione a curare l’afasia traumatica di Conrad, uno dei fratelli di Jamie, riportando la serenità in famiglia. È il suo primo “miracolo”, un miracolo buono, nonostante la eccessiva disinvoltura dello sperimentatore. Alcuni anni più tardi, però, il gentile uomo di Dio lascia il posto al nemico di Colui che lo ha tradito: la moglie e il figlio, tutto ciò che Jacobs ama su questa terra, muoiono improvvisamente durante un orrendo incidente d’auto e Jacobs, durante un ultimo sermone, rifiuta pubblicamente il Patto con Dio, gettando nella costernazione i fedeli e scompare dal paese.
La vicenda umana di Jamie continua, con alti e bassi: la famiglia viene colpita da lutti e sfortune, la madre e la sorella amatissima muoiono precocemente, il caso e le scelte individuali allontanano tra loro i fratelli. Jamie impara a suonare la chitarra, si appassiona al blues e al rock e segue la propria vocazione ma anche una dipendenza dalle droghe che minaccia di ingoiarlo.
Quando sembra che ormai nulla possa salvarlo, ecco riapparire Charles Jacobs. Non più uomo di Dio, l’ex pastore porta un altro nome ed è fedele unicamente all’Elettricità, che usa in maniera spregiudicata per inventare trucchi da baraccone non così innocui come Jamie immagina. Come il pastore di un tempo, però, continua a inventare strumenti che possono guarire e libera Morton dalla dipendenza. Purtroppo gli effetti collaterali della forza elettrica di Jacobs verranno alla luce soltanto anni dopo.
Morton, ormai libero dalla droga e in condizioni di lavorare come musicista e come produttore vive una vita piena e soddisfacente quando Jacobs riattraversa la sua strada. Questa volta la sua ombra è quella di un potente guaritore, il predicatore C. Danny Jacobs, che, con il motto «Dio guarisce come la folgore» (Matteo , 24:7), compie guarigioni miracolose usando la “Elettricità segreta” e sta diventando il capo carismatico di una setta.
Passano gli anni, ma le metamorfosi del Reverendo non sono finite: defilato, anziano, indebolito, è ancora molto potente e disposto a tutto per raggiungere lo scopo di tutta la sua vita. Ha bisogno di aiuto, però, ed è ben deciso a ottenerlo dal suo primo fiducioso discepolo.
La trama, molto complessa, procede a lente spirali, che consentono a King di raccontarsi, rievocare emozioni, sentimenti ricordi personali. E di raccontare dal proprio punto di vista un piccolo pezzo di storia americana, che si svolge per lo più nell’America rurale ma sfiora le grandi città, il mondo globale della musica e del Web; nella robusta narrazione di King l’amore per il proprio Paese degli americani di provincia passa per l’affetto e la difesa del paese in cui si è nati, della cittadina, la condivisione con i vicini, in una visione fideistica che sconfina nel bisogno collettivo di “credere” in qualche emissario di Dio, aspettando in cambio la Guarigione, la Redenzione e il Perdono, scivolando in potere a sette che si reggono per metà sulla credulità altrui e per metà su un business attentamente amministrato (Scientology docet).
Lettura coinvolgente e ben dosata, Revival è un’opera ambiziosa, capace di interrogarsi sia sulla realtà storica sia su quella umana. Uno dei temi è evidentemente quello della ambiguità degli esseri umani e lo spessore della linea che separa il bene e il male dentro di noi (data la mia provenienza marxista insisto sulle iniziali minuscole, ma Revival potrebbe essere una buona lettura anche per i lettori propensi a usare Bene e Male). In particolare, King affronta molto onorevolmente uno dei nuclei fondanti del gotico e dell’horror, quello della trasgressione delle leggi naturali, dovute al desiderio, all’avidità, all‘hybris. E ci ricorda, come molte buone opere di genere (e come tante fiabe), che ogni trasgressione richiede il pagamento di un prezzo.
L’altro tema, il più impegnativo, riguarda i limiti della Realtà e cosa ci sia Oltre. Ed è su questo fronte che Revival incontra il proprio limite, intanto perché il finale, tutt’altro che banale, viene più volte rimandato e sebbene ogni rilancio sia pregevole, è impossibile mantenere il climax intatto per tante pagine.
I riferimenti ai testi dei mostri sacri del genere sono molti, innanzitutto quello al Frankenstein di Mary Shelley e alla potenza creatrice del fulmine, anche se in Revival nessuno si accontenta di donare la vita.
Ma altre due citazioni sono d’obbligo e King semina indizi per guidarci.
La prima è scritta nella dedica di King ad
ARTHUR MACHEN, che con il suo romanzo breve “Il grande Dio Pan” mi terrorizza da una vita
Il testo di Machen (1894) è un capolavoro del Soprannaturale, la cui protagonista, una ragazza disturbata e sottoposta a cure neurologiche dell’epoca, affronta la visione di ciò che realmente soggiace alla realtà che percepiamo.
L’altra, scelta come frase in exergo:
Non è morto ciò che in eterno può attendere, e con il passare di strane ere anche la morte può morire
E firmata da H.P Lovecraft e proviene da La città senza nome (The Nameless City), un racconto scritto nel 1921, considerato il primo del Ciclo di Cthulhu.
La citazione di King è una chicca metatestuale perché, secondo il protagonista del racconto di Lovecraft l’autore della frase, anzi dei versi sarebbe l’ormai proverbiale poeta pazzo Abdul Alhazred, autore del Necronomicon.
A sua volta Lovecraft accenna a questa città anche in un altro suo racconto/poesia: L’abitatore.
Ora, a prescindere dal piccolo gioco di specchi, vi invito a leggere o rileggere il racconto di Lovecraft, prima di tutto perché è una vera gemma dell’horror cosmico, che riesce a evocare contemporaneamente un passato antichissimo e glorioso, un terrore crescente e una discesa agli inferi soffocante. Secondariamente perché il grande H.P. Aveva una passione per le architetture e l’arte aliena, come dimostra d’altronde in quel superbo romanzo breve che è Le montagne della follia (recensito da me….)
Qui il link per leggere La città senza nome.
https://mithrandir90.wordpress.com/2012/07/07/la-citta-senza-nome-lovecraft/
Stephen King, Revival
Sperling & Kupfer pp. 470 € 19.90, Trad G. Arduino
N.B..: Prossimamente sul blog «Esercizi di dubbio» le ultime scoperte scientifiche sulle cure elettriche.
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