Giuda di Amos Oz, è uscito negli ultimi mesi del 2014 [*].
Non si tratta di un saggio ma di un romanzo che si svolge nell’arco di pochi mesi: «Questa è una storia curiosa che si svolge nell’inverno tra la fine del 1959 e l’inizio del 1960», come lo presenta Oz.
Il luogo della vicenda è la Gerusalemme divisa tra Israele e Giordania, dove continua una guerra non dichiarata tra Arabi e Israeliani e dove il giovane Shemuel, studente universitario è costretto ad accettare un curioso lavoro dopo la catastrofe economica che ha colpito la sua famiglia. Deve tenere compagnia a un vecchio colpito da paralisi progressiva, un individuo malato ma tutt’altro che spento che lo provoca, lo punzecchia, lo costringe a prendere posizione sull’attualità. Shemuel è un comunista tiepido e intellettuale che fino a poco tempo prima frequentava un piccolo gruppo politico in seguito scioltosi ed è reduce dall’abbandon0 della fidanzata, Yardena, che l’ha lasciato per un idrologo più anziano di lui.
Nella casa del vecchio signore, Gershom Wald, conosce una donna più anziana di lui, Atalia, una donna fredda e ironica ma che proprio per il suo fascino scostante e per qualche apertura improvvisa nella sua vita da reclusa finirà per sedurlo. Una seduzione che il vecchio Wald osserva con pacata disillusione, il giovane è il terzo a innamorarsi di Atalia, tutte storie d’amore abortite, terminate con la fuga del giovane di turno dalla loro casa.
Il rapporto tra Gershom Wald e Atalia rimane per Shemuel lungamente oscuro, mentre nella soffitta della vecchia casa si dedica alla sua tesi: Gesù visto dagli ebrei. E lo studio su Gesù lo conduce a riflettere e studiare la figura di Giuda Iscariota, colui che nella tradizione ha impersonato gli ebrei, il popolo dei traditori del Messia. E tra la figura di Giuda e quella di Abrabanel, padre di Atalia, traditore della causa della nazione Israeliana, nascono inattesi e imprevisti legami che Shemuel sarà chiamato a comprendere.
Abrabanel contrario all’edificazione di Israele, alla costituzione di uno stato ebraico, Abrabanel condannato all’oblio nell’Israele trionfante degli anni dell’indipendenza, Abrabanel costretto a dividere l’alloggio con Gershom Wald, consuocero con il quale non riesce a condividere nulla e che muore giorno per giorno senza riuscire a condividere nulla né con gli ebrei né con i suoi vecchi amici arabi.
Un romanzo che in Israele è stato accolto con freddezza e in alcuni ambienti con aperta ostilità. L’idea che Oz riprende in un’intervista, che soltanto «il tradimento può cambiare il mondo» ha un risultato necessariamente provocatorio per un paese richiamato a un nazionalismo feroce dalle forze della destra locali. Un romanzo ricco di riflessioni stimolanti, di personaggi ritratti con affetto, di storie dimenticate o ignorate e di una Gerusalemme raccontata con delicata malinconia:
… in sottofondo vi capiterà di udire la melodia lontana di una fisarmonica o le struggenti note di un’ocarina, sul far della sera, dietro un’imposta chiusa.
Ultima nota sulla vicenda di Giuda così come l’ha narrata Oz, un personaggio diverso dai tanti Giuda ritratti nella storia d’Occidente: un uomo facoltoso ma tormentato da un’illusione che si rivelerà infine fallace, contrapposto a un Gesù incerto, provinciale, rinunciatario. Un ritratto originale e potente di due protagonisti delle Sacre Scritture che, in tempi di fondamentalismo feroce, consiglio vivamente di leggere a tutti: credenti e atei.
Amos Oz, Giuda
Feltrinelli i Narratori, 2014, pp. 329, € 18,00, trad. E. Loewenthal
idem e-book, € 12,99
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[*] elaborazione di un articolo già apparso in forma ridotta sul sito fronte & retro. Per gentile concessione.
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