Escono molti libri in versione elettronica, ultimamente. A confermare che la crisi dell’editoria tradizionale non lascia dietro di sé il vuoto quanto una felice quanto affanosa corsa all’autopubblicazione e alla pubblicazione attraverso nuovi editori che nascono letteralmente da un giorno all’altro.
Utopia morbida di Fabio Lastrucci è un testo – e un’idea – molto ricchi e decisamente impegnativi tanto da lasciare qualche dubbio sulla possibilità dell’autore di riuscire a svilupparli in una cinquantina di pagine. E il dubbio rimane anche alla fine della lettura, constatando che la brevità del testo riduce l’impatto della descrizione, dell’immagine del Pugno, delle alleanze della guerra in corso, lasciando nel lettore una curiosità che rischia di rimanere insoddisfatta. La definizione più corretta al libro di Lastrucci, in sostanza, è quella di un primo passo, di una promessa (e una premessa) a un testo più lungo, un’abbozzo o un’introduzione a un universo più ampio.
In ogni caso efficace in diversi momenti del racconto, tanto da richiamare il ricordo di Gordon R. Dickson, autore ultimamente caduto ingiustamente nel dimenticatoio, e di certe sue pagine sull’addestramento dei Dorsai condotte attraverso l’apprendimento dello yoga, come di China Mieville per il secco distacco nel raccontare. Altrettanto suggestivo il racconto della missione di Aida Corsetti, così come sono felicemente indovinate le ultime pagina del racconto, quando Furio sente per un istante di poter odiare quella vita felice e di volerla distruggere… in fondo siamo soltanto esseri umani, non è così?
Difficile capire, in ogni caso, se intento dell’autore fosse quello di mettere in guardia il lettore da un’inane e incolore felicità o se lo scopo fosse quello di rappresentare la capacità di certi uomini di distruggere anche le situazioni più felici… diciamo l’interrogativo rimane, rendendo meno nitida la chiusura di un romanzo comunque non facile.
Il libro di Aldous Huxley, «Heaven and Hell» (Paradiso e Inferno in ed. it.) costituisce il debito letterario che Lastrucci ammette dopo una ventina di pagine e si tratta di un debito pesante, non agevole da gestire per tutta la durata del testo. Come tutti i saggi o i romanzi di rilievo posti alla base di un racconto o di un romanzo rischiano – e non si tratta di un rischio piccolo – di demotivare il lettore, convincendolo di aver compreso perfettamente ciò che avviene e ciò che avverrà. Come per il Corano – e spero che nessun lettore si adonti per il paragone – un lettore potrebbe decidere che se il testo è troppo fedele ad Huxley non merita leggerlo, e lo stesso vale se viceversa il testo si discosta troppo da esso. E si tratterebbe di un errore non piccolo, dal momento che Lastrucci ha molte frecce al suo arco e il suo mondo “altro” si presenta con i tratti insieme gioiosi e inquietanti di un Matrix letterario.
Merita leggerlo? Personalmente credo di sì. Troppo breve, certo, nato dall’inconto con un saggio di rilievo, come no, ma comunque degno di lettura, anche per il coraggio, non troppo comune di questi tempi, di affrontare un tema non facile e sforzarsi di immaginare una rivoluzione in un mondo futuro livido e agghiacciante.
Fabio Lastrucci, Utopia morbida
Asterisk ed., epub, Mobi, pdf, 400 Mb, € 5,00
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