Dino è il protagonista del libro. Un ragazzo ostinato, di carattere. Anche originale a suo modo. La sua vita pare semplice e tutto sommato soddisfacente. Una lavoro anomalo, da generazioni familiare, che lo appaga (mettere ciottoli nella pavimentazione stradale della sua città). La moglie Sofia. Ed il biliardo su tutto. Partite e ore di prove interminabili sotto lo sguardo vigile del suo saggio maestro Cirillo. Il biliardo, ovvero una vita da cercare e spendere in modo pieno ed appagante e tutto soltanto per quelle geometrie che si realizzano sul panno verde e che fanno pensare all’esattezza, all’ordine, alla quiete. Alla bellezza di quella che può essere la tua vita. Ed intorno a te c’è il bar ed un universo umano e provinciale fatto di poche parole, pochi incontri. Un mondo quasi intorpidito ma accogliente tutto attorno a noi. Siamo, all’acchito appunto. Ma naturalmente tutto cambia. Un figlio che si prospetta nell’avvenire di Dino, la città che si vuol convertire fraudolentemente all’asfalto. Tutto che vacilla. E si rompe sino al finale drammatico che non anticipo.
Romanzo pensoso, profondo nella sua leggerezza, cadenzato da una scrittura pulita ed originale per la quale è difficile trovare un’etichetta. Caratterizzato da una trama anomala per quanto banale, lascia in bocca una sapore particolare che è un misto di rassegnazione, malinconia ed al tempo voglia di sforzarsi a vivere e mettersi a fare qualcosa che sia degno d’essere compiuto. È vero che ogni tanto la narrazione pare ingolfarsi e che alcuni momenti potrebbero essere migliorati o cambiati. Ma rimane una lettura valida. Bello il finale.
Piero Grossi, L’acchito
Sellerio 2007, pp. 199, € 12,00
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